Informazioni
Gruppo: Belphegor
Anno: 2008
Etichetta: Nuclear Blast
Autore: M1
Tracklist:
1. Bondage Goat Zombie
2. Stigma Diabolicum
3. Armageddon's Raid
4. Justine: Soaked In Blood
5. Sexdictator Lucifer
6. Shred For Sathan
7. Chronicles Of Crime
8. The Sukkubus Lustrate
9. Der Rutenmarsch
DURATA : 39:44
L'approdo di un gruppo su Nuclear Blast è sempre visto con sospetto, e non di certo a torto, dai fan più oltranzisti di una band. Un contratto migliore ed un battage pubblicitario continuo infatti spesso vanno a braccetto con produzioni standardizzate, suoni plastificati ed inclini al compromesso per accontentare fette di pubblico sempre più vaste. Se avvisaglie di questi pericoli c'erano state per qualcuno già col precedente "Pestapokalypse VI", "Bondage Goat Zombie" viene ad essere la prova del nove.
I Belphegor tentano di sottrarsi a questa triste logica (commerciale) utilizzando le armi di un songwriting abbastanza ispirato, varietà compositiva ed un paio di novità, forti anche di una preparazione tecnica e di un'esperienza che derivano da oltre quindici anni di carriera. Operazione questa che riesce solo in parte dato che la voglia di estremismo dei Belphegor risulta un po' anestetizzata dalla produzione troppo pulita e non di certo dalla melodia, elemento già presente ed amalgamato ottimamente al black/death del trio austriaco nel gioiellino "Lucifer Incestus". Penso sia questo il motivo per cui ad un mio entusiasmo iniziale è subentrato un certo disinteresse al disco, ad eccezione di un poche canzoni. Fra queste devono essere citate la title-track (dalla quale è stato realizzato un video) vera hit del disco, potente e trascinante e "Shred For Satan" per quanto riguarda i momenti in cui il gruppo pesta il piede sull'acceleratore con ottimi risultati, "Stigma Diabolicum" per il suo rallentamento sulfureo e "The Sukkubus Lustrate" in cui Helmuth si cimenta in clean vocals gracchianti dal tono drammatico ma riuscite.
La musica quindi rimane quel death metal dalle venature black, molto pulito, con brani facilmente distinguibili e talvolta refrain di buona presa; le tematiche invece questa volta sono dedicate al marchese De Sade e vengono riprese con puntualità all'interno del booklet in una sorta di visione porno-satanista dove a stonare però è l'immagine di copertina, davvero pessima.
Ennessimo album dignitoso per i Belphegor e che potrà comunque soddisfare chi ama i suoni più moderni, incrementando così ulteriormente la base di fan del gruppo.
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