Gruppo: Moloken
Anno: 2009
Etichetta: Discouraged Records
Contatti: www.myspace.com/moloken
Autore: Mourning
Tracklist
1. Molten Pantheon
2. Untitled I
3. Die Fear Will
4. Followers
5. Untitled II
6. EBEORIETEMET
7. My Enemy
8. Untitled III
9. 11"12
DURATA: 54:02

Sono una creatura moderna, seppur le sonorità classiche del doom si possano riscontrare all'interno del platter vengono contrastate dall'attitudine post che fa di formazioni quali Isis, Cult Of Luna e Callisto le fonti di un sound che sa essere roccioso e perdersi in un attimo nell'introspettivo più intenso.
Quasi un'ora di musica che offre delle buone dinamiche, un aspetto possente, grandi dissonanze e cosa più importante è il climax atmosferico a dar rappresentazione emotiva del lavoro svolto dalle chitarre di Kristoffer Bäckström e Johan Öman, dal basso Nicklas Bäckström e dalla batteria di Jakob Burstedt.
Il complesso strumentale trova sfogo nella voce che si divide fra ansia e disperazione, un presagire greve che percuote le canzoni inasprendole come un continuo attacco di panico, una situazione in cui il nero si tinge di nero, in cui i momenti meno frenetici servono solo d'avvertimento per un avvenente cambio di mood.
I brani è questo che designano, un quadro instabile che di pennellata in pennellata si viene a comporre trovando colori più o meno decisi a seconda della forza con cui isono impresse, la trilogia degli "Untitled" è quella che al meglio si colloca in tale cornice seguita da "Die Fear Will" dove la presenza stilistica di alcune scelte oltreoceaniche di natura Mastodon si palesano all'orecchio, "My Enemy" è forse quella metallicamente incline al lato più "cattivo" e animoso, le chitarre nel segnare la via con note dolciastre grondanti rabbia accompagnate dal basso sempre in bella presenza la rendono appetibile e carica di fascino nella sua rivoltosa presa di posizione.
Contraria a tale umore è la conclusiva "11"12", la traccia calca maggiormente territori e linee della scena doom pur mantenendo attiva la modernità di proposta che i Moloken portano avanti sin dalla prima nota di "Our Astral Circle" sigillando con i suoi ultimi secondi una prestazione che mette su voglia di esser riascoltata.
Dotato di una produzione ben definita dove per me è sempre un piacere notare la figura del basso trattata con il giusto riguardo, non possiede pecche evidenti o filler, vi è solo qualche breve calo di tensione che all'interno di una tracklist fortemente basata sulle dinamiche di cambio fra tempistiche dure e atmosfera può capitare si trovi senza che per questo ne infici il risultato.
Gli appassionati delle band citate a inizio recensione, così come quelli della scena post in genere e perché no, anche di chi segue doom e sludge, potranno affrontare con piacere l'ascolto di "Our Astral Circle" e la sua cupa visione metal.