Gruppo: Vestiges
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/wearevestiges
Autore: Mourning
Tracklist
1. Intro
2. I
3. II
4. III
5. IV
6. V
7. Outro
DURATA: 46:27
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBy4NqCOBa4-E-Zb2ENf9uQ2k8ROqhsaT2mx5-qhPfMl_GpEyoksSbhgajwMpJ3BPYI8KNWg9jryX0CQsr3li_Y0zG7m-IHzYOS_hN9TEVriKxKfO6kw_yJq2cXjaHjEG3KOX05OWOOeIR/s200/l_adf4400382da4e44a3dd530766c5af1b.jpg)
Se la legge del taglione ha un senso (e in alcuni casi l'ha eccome), è vero che il nostro pianeta si è probabilmente rotto le scatole di una scimmia intelligente che ha militarizzato, sovrappopolato e meccanizzato allo sfinimento ciò che un tempo era semplicemente "naturale".
Basandosi sulla copertina semplicissima somigliante a una tavola quadrato/rettangolare di compensato in cui spiccano in primo piano il monicker e il titolo dell'album, non c'erano appigli per capire cosa potessero suonare e come si approcciassero alla tematica complessa che si son presi carico d'affrontare, l'unica era infilarlo subito nello stereo e via.
Variegati come gli ormai defunti ahimè Fall Of Efrafa, una di quelle formazioni che sapevano miscelare tanta roba con buoni risultati, la band gioca anch'essa questa carta importante a mostrare quanto i cambi di tempo, d'atmosfera e del mood in generale siano significativi per dare una cadenza più o meno intensa e viaggiante al lavoro.
Un calderone ampio che vanta parti più estreme legate al sound black metal e hardcore/crust che vengono inframezzate da downtempo pesanti come mattoni, inserti screamo e gigantesche elucubrazioni di stampo post- rock che in alcuni casi dilatano i brani all'inverosimile facendo crollare qualsiasi barriera mentale preposta.
Le tracce riescono a imprimere un percorso fatto di costanti bivi emotivi che indicano come l'Uomo stesso sia un continuo contrasto distruggendo ciò per cui apparentemente lotta, un progresso-regresso che al contrario e con una lucidità d'intento, ormai palesata dai conflitti frequentemente esplosi per motivi riguardanti gli interessi di pochi, non fa che avvalorare la decadenza morale con tutte le conseguenze che a seguito ne vengono (e non parlo di falsi moralismi in stile Vaticano).
Riscontrerete come le note sia nelle fasi più ficcanti, sia in quelle più apertamente dedite a un'esposizione raffinata e intrigante siano messe al posto giusto, quarantasei minuti di reale goduria sonora e in tal ambito una produzione curata che si dispone a servizio di "The Descent Of Man" con una resa più che soddisfacente, il quadro è completo.
Non posso quindi che consigliare vivamente l'ascolto dell'album dei Vestiges, il popolo del mondo alternativo ai filoni integralisti lo troverà di sicuro interesse, anche se proprio ai più rigidi e conservatori direi di provare un lavoro simile, potrebbero rimanerne piacevolmente sorpresi.