lunedì 10 dicembre 2012

ENSLAVED - RIITIIR


Informazioni
Gruppo: Enslaved
Titolo: RIITIIR
Anno: 2012
Provenienza: Norvegia
Contatti: enslaved.no
Autore: Istrice

Tracklist
1. Thoughts Like Hammers
2. Death In The Eyes Of Dawn
3. Veilburner
4. Roots Of The Mountain
5. Riitiir
6. Materal
7. Storm Of Memories
8. Forsaken

DURATA: 1:07:20

Ogni nuova uscita degli Enslaved porta sempre con sé grandi aspettative, dopo vent'anni di memorabile carriera, fra alti, altissimi, alti ancor più alti e qualche rarissimo basso.
Poche sono le band che possono vantare una tale capacità di mantenersi brillanti nel tempo, sapendosi rinnovare costantemente, apportando significativi cambiamenti di volta in volta alla propria proposta musicale, senza mai far venir meno l'altissima qualità delle loro creazioni.
Cambiamenti che col tempo hanno portato la band dal black/viking ferale di "Frost", al mood progressivo degli Enslaved più recenti, fino al meraviglioso "Axioma Ethica Odini", disco che nuovamente ha cambiato rotta verso un approccio sì prog, ma più diretto e tagliente, un album immenso che li ha prepotentemente riportati agli onori delle cronache, tanto da spingere il colosso Nuclear Blast a firmarli. L'evento non è passato inosservato, tutt'altro, ed ha istantaneamente creato qualche frizione all'interno della fanbase più intransigente, sicuramente non affine alla filosofia di massificazione dell'etichetta tedesca.
Lasciando le eventuali malelingue da parte per un attimo, va tuttavia detto fin da subito che è abbastanza evidente che non ci si trova di fronte alla miglior incarnazione della formazione norvegese, la colossale costruzione per la prima volta sembra scricchiolare più del dovuto.
Una doverosa precisazione: è assiomatico il fatto che gli Enslaved siano dei fuoriclasse, e che "RIITIIR" sia un ottimo disco, il disco che generazioni di band probabilmente pregherebbero di aver saputo comporre.
Il problema nasce quando la band in questione è entrata di diritto a far parte dell'Olimpo (o forse sarebbe più appropriato dire nell'Ásgarðr) del nostro piccolo mondo musicale, e tutto assume inevitabilmente una nuova luce. Ma veniamo al dunque.
Apre il disco "Thoughts Like Hammers", singolo di lancio, che segna con forza la distanza che separa "RIITIIR" dal suo predecessore, siamo lontanissimi dal terzinato assalto di "Ethica Odini", il pezzo muove su un riff ben scandito, dal gusto doom, per aprirsi in un refrain melodico settantiano. Meraviglioso l'inserto centrale in cui la voce clean di Larsen si alterna allo scream di Grutle creando passaggi sonori di grande impatto. "Death In The Eyes Of The Dawn" prosegue lungo la rotta tracciata, ariose melodie contrapposte a momenti più scarni ed aggressivi, senza però incidere con la dovuta forza.
Decisamente ispirata è invece "Veilburner", che nei suoi sei minuti si dimostra molto più urgente e compatta, costruita su cambi di tempo e d'atmosfera mai dissonanti fra loro, col solito duetto vocale a farla da padrone, ed un refrain splendido in cui growl e clean vengono a coabitare.
Non mi dilungo in una inutile e sterile analisi track by track, visto che il disco segue costantemente la stessa corrente, fatta la piccola eccezione di "Storm Of Memories", brano che al refrain abitualmente melodico contrappone un sound complessivamente più oscuro ed impenetrabile, costellato da repentini cambi di ritmo.
"RIITIIR" si rivela uno degli album più prog nel senso classico del termine che Bjørnson e soci abbiano composto, chiamandosi fuori a larghi tratti da quello che potrebbe essere il concetto stesso di "metal", mostrando invece una grande ricercatezza strutturale, a volte eccessiva.
L'impressione è che gli Enslaved abbiano commesso l'errore di piacersi e compiacersi eccessivamente, di specchiarsi, cadendo in qualche eccesso manieristico ed in una prolissità farraginosa che con "Axioma Ethica Odini" avevano completamente cancellato. Si aggiunga l'equalizzazione sonora troppo levigata, le chitarre meno incisive del dovuto ed il gioco è fatto. Si prenda ad esempio l'attacco di "Roots Of The Mountains", veloce e blackster, ma suonato da chitarre prive dello spessore necessario per offrire giustizia alla composizione. Scelta degli Enslaved, scelta dell'etichetta, scelta del produttore, non spetta a me dirlo.
La mia certezza è che "RIITIIR" sia un disco che lascia l'amaro in bocca ed una sensazione di incompiutezza, perchè gli Enslaved sono gli Enslaved, a loro è richiesta sempre l'eccellenza.

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