Informazioni
Gruppo: B.o.s.c.h.
Titolo: Apparat
Anno: 2013
Provenienza: Germania
Etichetta: Dust On The Tracks
Contatti: facebook.com/boschband
Autore: Mourning
Tracklist
1. Der Apparat
2. Der Erste Stein
3. Engel
4. Schwarzer Mann
5. Gier
6. Schwarze Sonne
7. Eiszeit
8. Der Sturm
9. Meine Welt
10. Ein Augenblick
11. Sklaven Des Nichts
12. Amok
13. Die Lästerzungen
14. Treibgut Der Zeit
DURATA: 56:17
I tedeschi di Wilhelmshaven B.o.s.c.h. hanno da poco pubblicato il secondo album "Apparat". Dopo averlo ascoltato un paio di volte, l'unica cosa che mi viene in mente è se vi ricordate di Albertino al Deejay Time, quando negli anni Novanta invocava la cosiddetta musica "maranza". Ebbene che cosa hanno in comune questi due mondi? Da un certo punto di vista l'approccio industrial goth-metal proposto da questo quartetto, particolarmente influenzato da gente come i Rammstein, nonostante la band del carismatico Till Lindemann sia solo uno dei tanti nomi che vi verranno in mente insieme a Prodigy e Oomph!, è godereccio e "cazzaro" quanto basta da essere goduto perlopiù in ambito dancefloor.
Le ritmiche adatte al movimento da ballo e il modo in cui convivono la durezza dell'impostazione chitarristica metallica e le intrusioni delle sezioni elettroniche, a dire il vero mai troppo invasive e decisamente collaborative per ciò che concerne lo sviluppo melodico e atmosferico dei pezzi, ci consegnano un disco che nel suo muoversi su terreni battuti e ribattuti regala una buona compagnia, sia nei pezzi più veloci e scatenati (si vedano "Der Erste Stein" ed "Eiszeit", non a caso il primo è stato utilizzato come singolo apripista) sia in quelli dotati di un andazzo alquanto grooveggiante (in tal caso è da prendere in considerazione "Schwarzer Mann") che in altri in cui l'incedere diminuisce i bpm, affidandosi alla chiave ambientale per far colpo (basta ascoltare la più scura "Gier" per averne idea).
Nel complesso fra le melodie e le tastiere spiccate di "Engel" e "Amok", le martellate di "Schwarze Sonne" e la ballata a tratti sdolcinata con tanto di voce femminile "Der Sturm", canzoni che si vanno ad aggiungere a quelle già citate, il lavoro si difende davvero bene, tuttavia le somiglianze con le tante realtà più note non ne agevoleranno l'entrata nel circolo dei vostri interessi primari. Una volta che vi si parasse di fronte il dubbio se ascoltare loro o ad esempio i già citati Rammstein, a meno che non vogliate cambiare per il gusto di farlo, la scelta sarà facile, per non dire scontata: i B.o.s.c.h. finiranno per perdere lo scontro diretto.
"Apparat" si rivolge agli ultra-appassionati di questo panorama e ripeto: inserita nello stereo, la musica di questi artisti è di buona compagnia e particolarmente piacevole, quindi provate a dar loro almeno una chance, tenendoli in considerazione per una serata a base di puro divertimento.
Gruppo: B.o.s.c.h.
Titolo: Apparat
Anno: 2013
Provenienza: Germania
Etichetta: Dust On The Tracks
Contatti: facebook.com/boschband
Autore: Mourning
Tracklist
1. Der Apparat
2. Der Erste Stein
3. Engel
4. Schwarzer Mann
5. Gier
6. Schwarze Sonne
7. Eiszeit
8. Der Sturm
9. Meine Welt
10. Ein Augenblick
11. Sklaven Des Nichts
12. Amok
13. Die Lästerzungen
14. Treibgut Der Zeit
DURATA: 56:17
I tedeschi di Wilhelmshaven B.o.s.c.h. hanno da poco pubblicato il secondo album "Apparat". Dopo averlo ascoltato un paio di volte, l'unica cosa che mi viene in mente è se vi ricordate di Albertino al Deejay Time, quando negli anni Novanta invocava la cosiddetta musica "maranza". Ebbene che cosa hanno in comune questi due mondi? Da un certo punto di vista l'approccio industrial goth-metal proposto da questo quartetto, particolarmente influenzato da gente come i Rammstein, nonostante la band del carismatico Till Lindemann sia solo uno dei tanti nomi che vi verranno in mente insieme a Prodigy e Oomph!, è godereccio e "cazzaro" quanto basta da essere goduto perlopiù in ambito dancefloor.
Le ritmiche adatte al movimento da ballo e il modo in cui convivono la durezza dell'impostazione chitarristica metallica e le intrusioni delle sezioni elettroniche, a dire il vero mai troppo invasive e decisamente collaborative per ciò che concerne lo sviluppo melodico e atmosferico dei pezzi, ci consegnano un disco che nel suo muoversi su terreni battuti e ribattuti regala una buona compagnia, sia nei pezzi più veloci e scatenati (si vedano "Der Erste Stein" ed "Eiszeit", non a caso il primo è stato utilizzato come singolo apripista) sia in quelli dotati di un andazzo alquanto grooveggiante (in tal caso è da prendere in considerazione "Schwarzer Mann") che in altri in cui l'incedere diminuisce i bpm, affidandosi alla chiave ambientale per far colpo (basta ascoltare la più scura "Gier" per averne idea).
Nel complesso fra le melodie e le tastiere spiccate di "Engel" e "Amok", le martellate di "Schwarze Sonne" e la ballata a tratti sdolcinata con tanto di voce femminile "Der Sturm", canzoni che si vanno ad aggiungere a quelle già citate, il lavoro si difende davvero bene, tuttavia le somiglianze con le tante realtà più note non ne agevoleranno l'entrata nel circolo dei vostri interessi primari. Una volta che vi si parasse di fronte il dubbio se ascoltare loro o ad esempio i già citati Rammstein, a meno che non vogliate cambiare per il gusto di farlo, la scelta sarà facile, per non dire scontata: i B.o.s.c.h. finiranno per perdere lo scontro diretto.
"Apparat" si rivolge agli ultra-appassionati di questo panorama e ripeto: inserita nello stereo, la musica di questi artisti è di buona compagnia e particolarmente piacevole, quindi provate a dar loro almeno una chance, tenendoli in considerazione per una serata a base di puro divertimento.