lunedì 21 gennaio 2013

ECLECTIKA - Lure Of Ephemeral Beauty


Informazioni
Gruppo: Eclectika
Titolo: Lure Of Ephemeral Beauty
Anno: 2012
Provenienza: Francia
Etichetta: Asylum Ruins Records
Contatti: Facebook - Sito - Myspace - Soundcloud
Autore: Akh.

Tracklist
1. Through The Supernova Remnant
2. Lure Of Ephemeral Beauty
3. Cyclic Anagnorisis
4. Room Nineteen
5. Sophist's Death: Legacy And Bitter Tears
6. Trauma 835
7. Sweet Melancholia
8. Les Sept Vertus Capitales
9. Handicapped Sex In A Mental Orgy
10. Aokigahara

DURATA: 58:27

Anche questa settimana siamo in ambito internazionale, tornano a trovarci i francesi Eclectika con il nuovo "Lure Of Ephemeral Beauty", terzo lavoro della formazione transalpina. Ovviamente chi segue la nostra testata potrà ricordarseli ai tempi di "Dazzling Dawn", se quindi con il precedente album avevamo una band dai buoni spunti con alcune ingenuità nell'assortimento dei brani, a volte poco omogenei fra loro, e una voce femminile da limare in certi contesti, qua il buon Sebastien Regnier ha realizzato quello che a mio avviso è il miglior cd degli Eclectika.

Il viaggio che ci troviamo ad affrontare è di quelli in campo Black Metal Shoegaze. Se vi vengono in mente gli Alcest, fermatevi immediatamente, ad eccezione del primo lavoro Neige non raggiunge mai la sufficienza, mentre qua la stoffa è di tutt'altra qualità. Il punto di forza che emerge all'istante da questo disco riguarda una capacità compositiva che definirei visionaria, strabordante. Veniamo travolti da sensazioni molteplici in base ai giochi di luce espressi musicalmente dal trio.

Si inizia con la marcia ingranata al massimo con la sorprendente "Through The Supernova Remnant" che mi riporta alla mente le migliori materie degli Elend, per quella caratteristica tensione melodica che si contorce fra celestiale e dannato, per cui riesco a lasciarmi trasportare in un contesto universale con somma gratitudine, dove il duetto soffuso di cori e archi lascia il segno.

Da qui in poi le porte degli Eclectika si schiudono a noi con il loro "avantgarde" composto da suoni B.M., giri rock, lo scream dell'ottimo Aurelien Pers e l'approccio lirico della sorprendente Noemie Sirandre, la quale riesce a rendere efficace l'innesto, donando spessore ulteriore alla proposta. Se quindi la titletrack mette in campo indubbiamente queste carte, nella seguente "Cyclic Anagnorisis" ci riaccostiamo al versante più "blackish" (senza snaturare ovviamente la proposta) con un riffing che all'occasione sa diventare battagliero; gli strumenti suonano bene e la produzione (per quanto particolare possa essere il taglio delle chitarre, mai eccessivamente imponente) è ben equilbrata, in maniera che sia il basso che tutti gli arrangiamenti possano essere in risalto, questi ultimi ne traggono sicuramente beneficio, dal momento che vengono messe in evidenza anche certe parti soliste ben azzeccate.

La particolare alchimia si protrae anche con "Room Nineteen", dove le urla ficcanti vengono bilanciate dalle aperture dissonanti dell'arpeggio e dalla soave linea vocale femminile, quindi l'approccio Shoegaze e sognante prende ulteriormente forma, una forma poetica per cui a volte lo spirito dei Lifelover si interseca con i mosaici cosmici dei francesi; non riesco a ignorare neppure un riferimento a certi Solefald, per quanto i norvegesi giochino differentemente con i vari generi musicali, ma l'inventiva e la seduzione compositiva credo siano affini fra queste band.

Capisco perciò immediatamente che non si tratta di un lavoro semplice da comprendere e quindi sicuramente non rivolto a tuttii, nonostante percepisca visceralmente certi riff come nel caso di "Sophist's Death: Legacy And Bitter Tears", in cui una certa epicità affiora fra le linee ricordandomi pure gli austriaci Summoning che si legano alla perfezione all'andamento sognante dei francesi.

I tratti onirici prendono una piega fredda e spietata, da incubo, con la strumentale "Trauma 835" che pone le basi alla dolcezza acustica di "Sweet Melancholia", dove l'empirismo lascia spazio alle sensazioni vibranti che ben si accodano alle influenze "elendiane" in un crescendo che a sua volta apre lo spazio ad uno dei pezzi più turbolenti di questo "Lure Of Ephemeral Beauty". In "Les Sept Vertus Capitales" infatti tutta la rabbia tipica del Black Metal viene messa a disposizione di chitarre ariose e dei fiati, creando un contrasto assolutamente affascinante e convincente; per i defenders e i true blackster invece questo non sarà sufficente, ciò non toglie nulla però alle indubbie qualità e lo splendente riverbero astrale di queste composizioni.

Sicuramente si comprende quanto sia elaborata la visione del mastermind Sebastien quando le note di "Handicapped Sex In A Mental Orgy" fra gorgheggi e dissonanze si ritagliano forti spaccati emozionali, nei quali sembra affetivamente di viaggiare all'interno della mente, con le sue chimiche e irrefrenabili, conseguenti e struggenti pulsioni.

L'ultimo respiro viene lasciato alla lunga strumentale "Aokigahara" ("il Mare di Alberi", foresta ai piedi del monte Fuji) e alla seducente tragicità del luogo, manifestata immensamente da una interpretazione solista, trasportata e intrisa di immensa melanconia e voglia di fuggire, accompagnata da un andamento delicato eppure tenace nel suo abbandono.

"Lure Of Ephemeral Beauty" è un album che mi ha veramente lasciato stupito e che mi ha donato grandi aspettative future su questa band. Se amate i gruppi sopra indicati, se credete che gli Alcest siano il massimo dell'espressività per i vostri sogni e se non volete perdervi un gruppo che grazie al talento ha saputo creare un intenso spaccato onirico, una possibilità concedetela agli Eclectika e contattateli.

Hanno fatto molto più di un passo avanti.

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