domenica 13 gennaio 2013

TRIAXIS - Rage And Retribution


Informazioni
Gruppo: Triaxis
Titolo: Rage And Retribution
Anno: 2012
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Rocksector Records
Contatti: facebook.com/Triaxis
Autore: Mourning

Tracklist
1. Sand And Silver
2. Black Trinity
3. The Infected
4. Asunder
5. And Shadow Creep
6. XGP
7. Under Blood Red Skies
8. Sker Point
9. Reunion
10. The Butcher
11. Some Things Are Worth Dying For

DURATA: 53:11

Che una band possa crescere col tempo è quanto le si augura sempre in presenza di una partenza stentata o un debutto piacevole ma che avrebbe potuto già mettere in mostra ben altro.
Questo discorso vale di certo per i gallesi Triaxis, infatti la formazione di Cardiff non era riuscita a colpirmi più di tanto con "Key To The Kingdom" al tempo, pur non presentando chissà quale tipo di difetto. Con il nuovo "Rage And Retribution" invece parliamo di tutt'altra storia, sembrano un'altra band, affermazione che va presa in un solo verso: positivo.
Nel foglio informativo la chitarrista Clare Hare scrive che quest'album rappresenta diciotto mesi di fatica, lavoro, pura passione di cui vanno fieri, e possono sicuramente esserlo. La qualità del songwriting e del sound è d'altissimo livello e la voce di Krissie Kirby è perfettamente incastonata sui brani, colleghe come Doro e Heather Leone dei Chastain andrebbero fiere della sua prova.
Ogni ingranaggio è oliato alla perfezione, Clare e Glyn Williams in chiave ritmica alternano le più classiche cavalcate ad andature thrashy ad altre ancora tese a forzare l'impatto atmosferico, il secondo si esibisce anche in assoli pregevoli. L'asse ritmico composto da Owen Crawford al basso e Giles Wilson alla batteria, precisi come due orologi svizzeri, apporta peso e sostanza alle basi e i pezzi? Le orecchie rimarranno contente.
L'apertura del platter è confezionata a regola d'arte dalla scheggia "Sand And Silver" cui segue l'esplosivamente melodica "Black Trinity", la quale dovrebbe far impazzire coloro che adorano gli Iron Maiden del come-back con Dickinson, è difatti decisamente meglio e molto più affascinante di tanti dei pezzi propinati dai maestri del genere da un bel po' di anni a questa parte.
Per quanto i nomi della band di Harris e dei Judas Priest siano impossibili da non citare in qualità di presenze riconoscibili, la velocità impressa ad alcuni pezzi non rinnega la visione "schafferiana" del sound né quella teutonica alla Grave Digger, addirittura in "Silver And Sand" c'è una sezione che mi ha sollevato il piacevole quesito su come Matthew Barlow avrebbe interpretato una canzone simile. Chi se l'aspettava invece il martellare di "Reunion"? Giles pesta dannatamente!
Siamo di fronte a musicisti non solo preparati ma in possesso di un ottimo gusto nella selezione delle melodie e dei ganci con cui metterle in atto, non vi sono sbavature né momenti di stanca, brani come "Asunder", "And Shadow Creep", "Under Blood Red Skies", "The Butcher" e la conclusiva "Some Things Are Worth Dying For" si accodano agli episodi citati in precedenza dando vita a una tracklist esaltante come l'escalation emotiva (dotata di crescendo "a pomparla" sul finire) presente nel quarto citato.
Potrei girarci ancora attorno, scrivere di quanto la produzione sia utile a evidenziare le qualità strumentali dei ragazzi e dia alla voce la possibilità di non perdere una briciola della sua centralità nelle fasi corali, sì potrei dilungarmi ma che senso avrebbe? Su una questione voglio però soffermarmi.
Si parla sempre di supportare le giovani formazioni e invece si supportano, o sopportano, le uscite dei "reali" del genere. È ovvio che un lavoro come l'ultimo Angel Witch "As Above, So Below" sia da conoscere e possedere tuttavia mi chiedo cosa abbiano questi ragazzi in meno? Le date anagrafiche di nascita? Fra i tanti ascolti concessi e che ancora concederete, alle volte più per affetto che per valore delle prove, alle vecchie glorie, trovate il tempo di infilarvi in mezzo "Rage And Retribution", i Triaxis vi ripagheranno con heavy metal di "razza" nel quale "old" e "new" si fondono in cinquanta minuti di ottima musica, questo è quello che conta davvero.

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