Informazioni
Gruppo: Yayla
Titolo: Nihaihayat
Anno: 2013
Provenienza: Turchia
Etichetta: Merdumgiriz
Contatti: merdumgiriz.org/Yayla_Official.html - facebook.com/yaylaband
Autore: Insanity
Tracklist
1. Integumental Grasp
2. Through The Sigil Of Hate
3. Immortalizing The Nine
4. Disguises Of Evil
5. In Senility
DURATA: 51:41
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Se come me non sapete cosa aspettarvi di preciso, vi consiglio di guardare bene la copertina poichè è uno di quei casi in cui rappresenta alla perfezione le sonorità proposte: è un Black arido ma profondo, l'impressione è di essere imprigionati nei tetri sotterranei di qualche misterioso santuario circondato solamente dalla sabbia di un deserto che lentamente penetra e intimorisce il malcapitato ascoltatore. Il sound è saturo, l'uso del riverbero sulla voce infonde oscurità sia nelle fasi in clean, dal retrogusto quasi cerimoniale, che in quelle in scream, decisamente più demoniache; anche la drum machine ne trae vantaggio, i suoni di base sono comunque buoni e non fanno pesare l'assenza del tocco umano ma è l'effettistica catacombale a renderla veramente efficace, oltre al fatto di essere stata programmata molto bene. Notevoli i riff, lo stile è puramente Black sia nella loro struttura che nel modo in cui vengono riproposti più e più volte ma alternano con naturalezza passaggi orecchiabili ad altri più furiosi; in entrambi i casi la qualità c'è, tanto che la ripetitività a tratti ossessiva non risulta per niente pesante, sembra anzi una tormenta di sabbia che mantiene costante la propria distruttività e non accenna a diminuire per un lasso di tempo non indifferente. Le tre tracce "principali" sono infatti tutte sopra i dieci minuti di durata e sono racchiuse da un'intro ed un'outro di sola tastiera dal sapore desertico, la quiete prima e dopo la tempesta.
Non ho ascoltato i precedenti lavori di Yayla, pertanto non conosco l'evoluzione che ha avuto il progetto; di certo con "Nihaihayat" mostra le proprie capacità e maturità, è un album che potrebbe risultare molto gradevole a chi ama il lato più atmosferico e profondo del Black Metal. Un'altra gradita conferma di come la scena orientale sappia rendersi interessante.