lunedì 14 novembre 2011

SERPENT ASCENDING


Informazioni
Autore: Mourning
Traduzione: Insanity

Formazione
Jarno Nurmi - Tutti gli strumenti e voce


Sono contento di poter scambiare quattro chiacchiere con Jarno Nurmi, creatore della realtà che porta il monicker Serpent Ascending di cui girando il sito potrete trovare sia la recensione del demo che dell'album di debutto "Enigma Unsettled" rilasciato tramite la nostrana I, Voidhanger.

Benvenuto su Aristocrazia Webzine, come ci si sente ad aver piazzato la trave portante di un tempio ideologico serio e musicalmente importante con i Serpent Ascending?

Jarno: Sono grato per questo perchè per la prima volta ho la sensazione di avere veramente la libertà e la possibilità di dare un'espressione musicale a cose che tengo in alto nella mia vita. Con la pubblicazione di "The Enigma Unsettled" la prima scena della vita dei Serpent Ascending è compiuta ed è tutto pronto per proseguire.


Cos'è cambiato dal primo contatto che abbiamo avuto due anni fa quando ti chiesi di recensire la demo omonima? E com'è nato questo progetto? Hai suonato e suoni in tante band (Slugathor, Nowen, Desecresy, Nerlich), da cos'è scaturita la voglia di una tua dimensione a "solo"?

Molte cose sono cambiate nei Serpent Ascending e vedo che stanno crescendo, salendo come dovrebbero. Le cose si stanno muovendo velocemente in questi giorni e spero che riuscirò a reggere la velocità di questa evoluzione. Il bisogno di un "solo project" è nato quando mi sono trovato in una situazione in cui sentivo di dover esprimere i miei personali punti di vista attraverso questa forma d'arte. Anche se ho suonato con molte band nel corso degli anni non c'è mai stata una situazione in cui potevo esprimere veramente me stesso. In realtà non ne ero a conoscenza fino al 2008. Durante quell'anno le mie ideologie stavano cambiando molto. Questo tipo di espressione non sarebbe stato possibile con nessun altra band perchè sarebbe stato contro lo spirito e le idee di quei gruppi. Tutte le band hanno il proprio spirito e le proprie idee che devono essere seguite. È questa la principale ragione per cui ho creato un solo project.


Nelle varie formazioni in cui milita o ha militato Jarno Nurmi si reinventa di volta in volta il proprio ruolo di musicista? Hai suonato la chitarra nei Nerlich, il basso nei Nowen e cantato nei Desecresy mentre nei Serpent Ascending fai tutto te. Ti trovi a tuo agio qualsiasi sia la posizione da ricoprire? Hai tratto vantaggio da questa tua versatilità quando hai messo in piedi il tuo solo-project?

Cambiare da basso a chitarra non è così difficile se capisci le differenze di base tra i due strumenti e i loro scopi. Ma non mi definirei un polistrumentista perchè non so suonare la batteria. Almeno, non ancora. L'unico vantaggio è che ho avuto la possibilità di fare la maggior parte delle cose da solo. Cantare era una novità per me e ho voluto davvero esplorare questa area e la approfondirò ulteriormente in futuro. È lo "strumento" più interessante al momento perchè è meno certo degli altri. Puoi prendere una chitarra e iniziare a suonare ma non è la stessa cosa con la voce. È sempre diversa e ogni volta ti renderai conto dei progressi e dei regressi.


Lo dissi due anni fa e lo confermo ora avendo avuto la possibilità di scrivere anche di "Enigma Unsettled", la mente di chi suona e vive la musica in un certo modo, mettendoci la propria personalità e una ricerca che non si limiti ai soliti stilemi "beceri" e poco credibili del satanismo fatto di "hail Satan" e "kill the christian" (gran pezzo dei Deicide fra l'altro), riesce a proiettare nelle note il percorso che sta intraprendendo. La direzione è adesso più chiara e ritualisticamente evocativa, cosa vuoi trasmettere a chi ti ascolta?

L'ideale che vorrei trasmettere attraverso i miei testi è la forma più intelligente e forse più alta di Satanismo. Il culto della morte c'è sempre ma questo non significa che come satanista dovrei supportare l'annientamento e la distruzione di tutto o che dovrei diffondere odio ovunque. Dopotutto, questo "annientamento" non arriverà distruggendo tutto ma solo attraverso un progresso spirituale che può anche seguire la Via della Mano Sinistra. La forma del culto della morte che rispetto è più una contemplazione interiore sulla morte e lasciare che i nostri lati più bassi cedano il loro regno per la gloria di quelli più alti. Personalmente non sono molto interessato all'ideologia in stile "kill the christians" ma capisco la sua importanza in alcune situazioni per certe persone. Quel tipo di cristiani o seguaci di altre religioni false vanno purificate e spesso questo provoca quelle forme aggressive e oscure. È il lato distruttivo che cancella qualcosa di indesiderato e da vita a qualcosa di più alto e più profondo. Ma questo succede solo se vediamo il processo come una lotta interiore e non una guerra esterna contro qualcosa che noi pensiamo sia colpevole della nostra miseria. I satanisti spesso pensano che l'unica legge sia fare ciò che si vuole ma dimenticano la volontà della personalità, quella bassa o quella alta, non è la volontà vera di una persona. I desideri personali, le speranze e le paure vengono facilmente confuse come la voce del maestro interiore, Lucifero, e devono essere divise da ogni altro. Solve et Coagula. È la ragione dell'approccio evocativo usato specialmente con "Saturnal". Comunque, in realtà il titolo per la canzone era "Hail Satan" ma è stato cambiato in "Hail Saturn" che troverete nel testo. Così tanto per quella credibilità.


L'artwork possiede una connessione perfetta con i brani, ogni illustrazione ne segue le vicende atteggiandosi con movenze che sembrano ricreare quel misticismo espresso dai suoni. Chi è l'artista che l'ha creato e com'è nato il soggetto? Ha un significato particolare?

I disegni sono stati creati da un artista americano, Wiley Trieff. Mi è stato suggerito da Luciano della I, Voidhanger records e ho pensato che fossero adatti all'atmosfera dell'album. Le sincronie li hanno resi una buona scelta per l'artwork. Sono contento che tu senta che le illustrazioni siano in connessione con le canzoni perchè è sempre una sfida integrare due forme d'arte diverse create separatemnte senza connessioni conscie. L'immagine interna della copertina è la mia preferita insieme a quella più grande del booklet. Specialmente il sentiero stretto, la porta in cui i bagliori di luce la rendono di grande effetto e importante per me.


Il ripresentare nella seconda parte del disco le canzoni di "Serpent Ascending" rivitalizzate da una produzione più "incisiva" in termini di risultato è stata una bella mossa. Cos'è cambiato da quando hai composto quei pezzi a quelli completamente nuovi? Come dai vita alle tue canzoni? Credo che l'essere talvolta elementari e maleficamente melodiche le renda veramente interessanti.

Grazie del commento! Anch'io penso che il primo demo ora suoni meglio. La principale differenza tra le vecchie canzoni e le nuove è l'idea più cristallizzata di cosa sono i Serpent Ascending. In un certo senso il primo demo era più estatico (anche se principalmente per effetto delle ombre) ed entusiasta lanciando molte idee diverse e simbolismi mentre le nuove canzoni sono più mirate all'idea che vogliono esprimere. Quando scrivo le canzoni sento che ognuna dovrebbe avere una certa soddisfazione. Sono la manifestazione udibile di qualcosa di perfetto e totalmente equilibrato ed è così che voglio che siano. Potranno non suonare perfette ma lo sono comunque! È l'anima che tocca e viene toccata. Specialmente con "The Mournful Pilgrimage" non sono potuto andare sui dettagli tecnici perchè le canzoni erano intese per essere nude. È un paradosso: mentre l'anima o il nucleo di una canzone è perfetto, la forma terrena non lo è, ma nel nostro mondo non sono mai le cose così perfette a toccarci.


Una delle critiche che ho letto in molti articoli dedicati al disco su internet è legata a una presente "canonicità" della proposta. Premettendo che quando si parla di old school uscire al di fuori del canonico e del già sentito non è per forza sinonimo di qualità, credi che ci sia comunque una certa tendenza a scrivere di musica ascoltando realmente poco il materiale di cui si è in possesso?

Penso che tu abbia ragione. Ci sono recensori ed altra gente che davvero non si prende un po' di tempo per ascoltare gli album e ragionano su come le cose dovrebbero essere e non su come sono realmente. Hanno sentito qualcuno che descriveva la musica come old-school death metal o qualcosa del genere e pensano che probabilmente sarà ancora la solita merda vecchia e ascoltano solo le persone che supportano i loro preconcetti. Hanno chiuso se stessi e non possono uscire per ascoltare quelle piccole cose che non hanno mai sentito prima. Se qualcosa non è adatto al loro mondo di metal moderno con "sound perfetto" ed apparenza senza niente dentro lo odieranno. E il giorno dopo si lamenteranno che non succede mai niente di nuovo nel genere.


Il metal estremo è diventato "merce" alla portata di tutti, sono passati i tempi del tape-trading, delle corse per comprare un cd appena uscito perché in caso contrario non lo trovavi più neanche a pagarlo oro o se non con spedizioni assurde che arrivavano dopo mesi e mesi, internet ha distrutto il mondo metal per com'era e ne ha modellato un altro decisamente orientato al consumismo. Cos'ha da dire questa musica ancora? Quanta passione ci vuole per andare avanti per il proprio sentiero? Tranne qualche nome importante nel metal i guadagni sono tutt'altro che enormi e le spese personali per dare forma ad autoproduzioni registrate con serietà aumentano, che prospettive vedi per la scena?

Penso che sia il momento di passare al livello successivo. Ci sono molte cose che la musica può dare alla gente. Non solo bei riff e melodie ma qualcosa che è veramente fatto con lo spirito e non solo per suonare un po' di musica. È giusto intrattenere ma se l'intrattenimento è l'unico valore la musica è vuota. Quello che voglio fare è la mia parte nel processo che è l'inizio della nuova era che porterà le cose più in alto. Penso che la gente abbia bisogno di qualcosa in più della sola musica. Hanno bisogno dell'idea di qualcosa di più profondo che vada oltre la forma e l'espressione esteriore.


La Finlandia è da sempre terra che c'ha regalato capolavori in ambito death grazie a band quali Amorphis, Convulse, Mordicus, Demilich, Demigod, Funebre e la lista sarebbe davvero lunga. C'è anche un movimento crescente di nuovi act, fra gli ultimi ho avuto il piacere d'ascoltare gli Abhordium e i Fleshred che rimpolpano le linee.Come vivi la tua scena nazionale tu che hai dato tanto in termini artistici con più act?

Stanno succedendo molte cose nella scena finlandese ed è abbastanza difficile avere un punto di vista completo. La scena black metal è sempre stata forte qui ma non direi che l'underground death metal sia una cosa così grande in Finlandia. Appartiene più ad altri luoghi.


Cosa pensi della crescente e in alcuni casi modaiola scelta di proporre un sound old school, soprattutto orientata al settore svedese del genere?

Le mode vanno e vengono. Penso che potrebbero esserci band old-school che sono quasi mainstream prima che il picco della moda finisca (se davvero mai finisce poichè c'è sempre qualcosa di nuovo considerato old-school). I Serpent Ascending non vogliono essere old-school e penso di non aver mai voluto fare qualcosa solo per il gusto di essere old-school. Ho scritto le canzoni e le ho registrate in un modo adatto ad esse. Il sound che supporta le canzoni è solo quello che è. Essere old-school non è sbagliato comunque. Solo non è uno dei miei interessi con i Serpent Ascending.


Com'è cresciuta in Jarno Nurmi la convinzione che il genere che voleva suonare fosse il death metal? Quali sono stati i dischi che ti hanno orientato e indottrinato il tal senso? E se dovessi scinderli per componente musicale e testuale quale sarebbe in assoluto la tua personali top ten?

Sono stato un fan del death metal per anni per cui è stato naturale iniziare a suonare death metal. Con i Serpent Ascending non ho pensato a un genere preciso quando ho iniziato. La cosa principale era l'atmosfera e l'ideologia e quando ho ripreso a scrivere musica dopo una lunga pausa è venuto fuori death metal ma influenzato anche da altri generi. Non posso fissarmi solo sul death metal quando devo scegliere i miei preferiti per cui farò una lista più varia. Se devo scegliere quali album hanno influenzato i Serpent Ascending direi:

Iron Maiden - "Seventh Son Of A Seventh Son"
Celtic Frost - "Into The Pandemonium"
Sentenced - "North From Here"
Bruce Dickinson - "The Chemical Wedding"
Emperor - "Anthems To The Welkin At Dusk"
Morbid Angel - "Covenant"
Type 0 Negative - "Slow, Deep And Hard"
Voivod - "Dimension Hatröss"
Iced Earth - "Burnt Offerings"
Fates Warning - "The Spectre Within"

Alcuni di questi album hanno testi occulti ma questo tipo di influenza non può essere ristretta solo alle band che ho ascoltato. Ci sono molti libri e e molti tipi di occultismo che mi hanno influenzato durante gli anni e mi hanno aiutato nella creazione della mia strada. Per esempio H.P. Blavatsky, J. Nefastos, la Shivaismo e lo Shaktismo in genere, etc.


Stai collaborando con la label italiana I, Voidhanger, come vi sei entrato in contatto? Avevi ricevuto altre proposte? Se sì, qual è stato il merito che ha fatto sì che scegliessi loro?

Non ho ricevuto altre proposte. Ai tempi del demo "Mournful Pilgrimage" ho pensato di aspettare un po' di tempo e vedere cosa succedeva. Non ho fatto pubblicità comunque, per cui mi sono stupito di come sono iniziate velocemente le cose. Luciano della I, Voidhanger Records mi ha contattato e sapevo che era la cosa giusta da fare. Il suo entusiasmo, la sua dedizione e il suo rispetto per le forme di musica originali mi hanno impressionato.


Per quanto i Serpent Ascending siano un solo-project, pensi vi sarà possibilità grazie a dei guest musician di poterti vedere suonare su di un palco i pezzi di "Enigma Unsettled"?

Se dipendesse da me ci sarebbe una live band per suonare queste canzoni. Probabilmente succederà dopo il prossimo album. Ho avuto la sensazione di dover sacrificare la fondazione della band e cercare la giusta direzione prima di invitare qualcun'altro ad unirsi. Perchè Serpent Ascending non significa solo suonare canzoni che io ho composto quando non ho potuto chiedere a nessuno di far parte di questo processo.


Si dice spesso che la vera qualità delle band si possa quantificare unicamente in sede live, credi sia del tutto vera tale affermazione? Da musicista quanto ritieni ti sia servito suonare in più realtà e avere quindi la possibilità di cimentarti con un buon numero di artisti on stage?

È parzialmente vero quando si considera una band. Al momento i Serpent Ascending non sono proprio una band e non stanno suonando live per cui non possono essere giudicati per questi meriti. La gente deve ascoltare la musica e gli altri contenuti per avere un'opinione. Di certo molti hanno già un'idea per il fatto che i SA sono un solo project e pensano che queste "band" non possano essere prese seriamente ma non è un problema. Non c'è un modo predefinito da seguire per formare una band.


C'è stata un'esperienza nella tua vita di metallaro che ritieni indimenticabile?

Come metallaro ci sono stati molti momenti indimenticabili. La prima volta che ho visto gli Iron Maiden con Bruce Dickinson nel 1999 rimane nel mio cuore. Un'esperienza totalmente diversa è stata vedere i Ride For Revenge un paio di anni fa. Ha cambiato molto il mio punto di vista sui concerti. Molte band parlano di rituali live ma questo è stato l'unico concerto che merita di essere chiamato così.


Quale sarà il prossimo passo? Cosa dobbiamo attenderci adesso?

Sto scrivendo canzoni per il prossimo album dei Serpent Ascending. Ci saranno similarità con le canzoni pubblicate finora ma anche qualcosa di completamente diverso. Forse più varietà tra canzoni diverse e le emozioni. È importante perchè non ci sarà un concept che scorrerà nei testi di tutti i brani.


Ti faccio il mio personale in bocca al lupo e ti ringrazio per la disponibilità, siamo giunti in fondo all'intervista, non rimane quindi che salutarci e lanciare un ultimo messaggio diretto a chi ci segue.

Grazie per l'intervista e grazie a chi la leggerà. Spero che i Serpent Ascending potranno dare agli ascoltatori anche solo un piccolo indizio su quelle cose che possono essere trovate attraverso una paziente ricerca per ciò che è vero e non sparisce mai. Può essere una strada pericolosa ma merita di essere percorsa.

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SERPENT ASCENDING (english version)


Information
Author: Defleshed
Translation: Insanity

Line Up
Jarno Nurmi - All instruments and vocals


I am happy to converse with Jarno Nurmi, creator of reality that bears the moniker Serpent Ascending; in the site you will find the reviews of the demo and of the debut album "Enigma unsettled" released through the our local I, Voidhanger.

Welcome to Aristocrazia Webzine, how it feels to have placed the main beam of a seriously and musically important ideological temple with Serpent Ascending?

I am grateful because for the first time I have a feeling that I truly have the freedom and ability to give musical expression to things that I hold in high position in my life. With the release of "The Enigma Unsettled" the first scene in the life of Serpent Ascending is accomplished and things are ready to go forward.


What has changed from the first contact we have had two years ago, when I asked you to review the demo? And how did this project born? You have played and play again in many bands (Slugathor, Nowen, Desecresy, Nerlich), from what is sprung the desire of a "solo" dimension?

Many things have changed within Serpent Ascending and I see it really is rising higher, ascending as it is supposed to be. Things are moving fast these days and I hope I manage to keep up with the speed of the progression. The need for a "solo project" arose when I was at the situation when I really felt that I must express my personal views through this art form. Even though I have played with many bands during the years there was never a situation where I had the possibility to really express myself. Actually I hadn't even fully acknowledged it before 2008. During the year my ideological and spiritual views were going through some major changes. This kind of expression couldn't have been possible with any other band because it would have been against the spirit and idea of those groups. All bands have their own Spirit and Idea that should be followed. That's the main reason why a solo project had to be spawned.


In the various formations in which he plays or has played, Jarno Nurmi reinvented from time to time its role as a musician? You have played the guitar in Nerlich, the bass in Nowen and you sang in Desecresy, while in Serpent Ascending do it all yourself. You are at ease whatever the position to be filled? Have you taken advantage from this versatility when you have set up your own solo-project?

Varying between bass and guitar isn't really difficult to do if you understand the basic differences between the instruments and what they are supposed to do. But I wouldn't call myself a multi-instrumentalist as I can not handle the drums. At least not yet. The only advantage is that I've been able to do most of the things by myself. Vocals were something new to me and I really wanted to explore that area and will explore more in the future. That is the most interesting "instrument" at the moment because it is more uncertain then the others. You can go and pick up a guitar and just start to play but you can't do the same thing with vocals. It's always different and every time you'll hear if things have developed or regressed.


I said it two years ago and I confirm it now, having had the opportunity to write also about "Enigma Unsettled": the mind of someone who lives and plays music in a certain way, putting in their own personality and research that is not limited to the usual "vulgar" and not credible styles of Satanism full of "Hail Satan" and "Kill The Christian" (great song of Deicide among other things), can project into the notes the path that is taking, the direction is now more clear and ritualistically evocative, what do you want convey to your listeners?

The ideal that I wish to convey through my lyrics is the more intelligent and maybe higher form of Satanism. The death worship is still there but it doesn't mean that as a Satanist I should support the annihilation and destruction of everything around me or spread hate everywhere I go to. After all, this so called annihilation will not come by destroying everything but only through ascending spiritual progression that can also follow the Left Hand Path. The ideal form of death worship that I respect is more like an inner contemplation on death and letting the lower sides within you cease their reign for the glory of the higher Self. Personally I'm not that much interested in the "Kill the christians" rhetoric but I do understand its importance at some situations to some individuals. That kind of christian or other false religious influences must be cleansed within and usually it takes those aggressive and dark forms at first. That's the destructive side that obliterates something undesired within and hopefully gives birth to something higher and more profound. But that happens only if we see the process as an inner struggle and not as an external war against something that we think is to blame for our misery. Satanists often think that "do what thou wilt shall be the whole of the law" but they forget that the will of the personality, the lower mind or the hive mind, is not the true will of an individual. Personal wishes, hopes and fears are easily confused to be the voice of the inner master, Lucifer, and they must be discriminated from each other. Solve et Coagula. That's the reason for the evocative approach that was used especially with "Saturnal". By the way, actually the working title for that song was "Hail Satan" but it changed to "Hail Saturn" which you'll find in the lyrics. So much for that credibility.


The artwork has a perfect connection with the songs, the illustrations follows the story posing with movements that seem to recreate the mysticism expressed by the sounds. Who is the artist who have created it and how did the subject born? Has it a special meaning?

The paintings were created by an American artist called Wiley Trieff. They were suggested to me by Luciano of I, Voidhanger records and I thought they would perfectly fit the atmosphere of the album. It were the right synchronicities that made paintings a good choice for the cover art. I'm glad that you feel the illustrations are in connection with the songs as it's always little bit challenging to integrate two different art forms that have been created separately without conscious connection. The inner sleeve picture is my personal favorite as well as the larger picture inside the booklet. Especially the narrow path, the door where the light glows makes it impressive and important to me.


Present again in the second part of the disc the songs of "Serpent Ascending" revitalized by more "effective" production has been, in terms of result, a great move. What has changed since you wrote those songs when you have write the new ones? How you give life to your songs? I think that being elementary and evil melodic makes them really interesting.

Thank you for the feedback! I too think that the first demo sounds better now. The main difference between the older songs and the new ones is the more crystallized idea of what Serpent Ascending is about. In a way the first demo was more ecstatic (though mostly through Shadows affection) and enthusiastic throwing a lot of different ideas and symbolism around while the new songs are more focused on the main idea they are to express. When writing songs I have a feeling that every song should have certain fulfilment. They are the audible manifestation of something perfect and totally balanced and that's how I want the songs to be like. They might not sound perfect but they still are! It is the soul that touches and gets touched. Especially with "The Mournful Pilgrimage" I couldn't go to the technical details that much as the songs were supposed to be bare. There's a paradox here: while the soul or a core of a song is perfect, the earthly form is not, but in our world it's never those perfect things that touch us the most.


One of the criticisms I've read on the Internet in many articles about the disc, are linked to a "canonical" presence in the proposal. Assuming that when it talk about old school, go outside by the canon is not necessarily synonymous of quality, you believe that there is a tendency to write about music listening very little to the stuff you have in the hands?

I believe you are right with your view here. There are reviewers and other people that don't really take time to listen to the records and they only make their minds based on what they think something is supposed to be and not what it really is. They have heard someone describe the music as old-school death metal or something equally conventional and then they think it's probably the same old shit again and only hear things that support their preconception. They have locked themselves up and can't get out to hear those little things they have never heard before. If something doesn't fit their modern metal world of "perfect sound" and appearance with nothing inside they will hate it. And the next day they'll whine because nothing new is happening in the genre.


Extreme metal has become "stuff" within the reach of all, gone are the days of tape-trading, racing to buy a CD just came out because otherwise it not found more, if not absurd shipments arriving after months and months, the Internet has destroyed the metal world and have shaped another much-oriented consumerism. What has yet to say this music? How much passion it takes to go on their own path? Except for a few big name, the gains in metals are little and are increased the personal expenses to give shape to a serious self-produced record, what prospects you see for the scene?

I think it's time to take things on the next level. There's a lot of things that music can deliver to people. Not just good riffs and melodies but something that is really done with the spirit and not just to play some music. It's ok to be entertaining but if entertainment is the only value music has it's empty. What I wish to do is my part in the process that is the beginning of the new era that will take things higher in the long run. I believe people need more than just the music. They need the Idea of something deeper that goes beyond the external expression and form.


Finland is a land that had always gave us masterpieces in the field of death metal, thanks to bands like Amorphis, Convulse, Mordicus, Demilich, Demigod, Burial and the list is really long. There is also a growing movement of new act, among the last I had the pleasure of listening to Abhordium and Fleshred that filling new lines, how you live your national scene you that have given it more in artistic terms with many bands?

Lot of things are happening in the finnish scene and it's quite hard to have a complete view of it. Black metal scene has always been very strong here but I wouldn't say that underground death metal is really that big thing in Finland. It's mostly recognized elsewhere.


What do you think about the growing, in some case trendy, choice to offer a selection of old school sound particularly oriented to the Swedish side of this genre?

Trends come and go. I think there might even be some old-school bands that are almost mainstream before the peak of the "trend" is over (if it really ever ends as there's always something new that is considered old-school). Serpent Ascending is not really trying to be old-school and I have never wanted do anything just for the sake of being old-school. I wrote the songs and recorded them in a way they deserved to be heard. The sound that supported the songs just happened to be what it is. Being old-school isn't wrong though. It's just not any of my main interests with Serpent Ascending.


How is grown in Jarno Nurmi the belief that the genre that he wanted to play was death metal? What were the records that you have oriented and indoctrinated on this? And if you were to divide them for musical and textual component which would be your personal top ten?

I've been a huge death metal fan for years so it was quite natural to start playing death metal. With Serpent Ascending I didn't really think of a genre when I started. The main thing was the atmosphere and the ideology and at the point that I started writing music again after a long break it came out as death metal yet influenced by other kind of metal music too. I can't just stick to death metal when choosing my favorites so here's a list of wider variety. If I was to choose of what albums Serpent Ascending is made of musically the list would look like this:

Iron Maiden - "Seventh Son Of A Seventh Son"
Celtic Frost - "Into The Pandemonium"
Sentenced - "North From Here"
Bruce Dickinson - "The Chemical Wedding"
Emperor - "Anthems To The Welkin At Dusk"
Morbid Angel - "Covenant"
Type 0 Negative - "Slow, Deep And Hard"
Voivod - "Dimension Hatröss"
Iced Earth - "Burnt Offerings"
Fates Warning - "The Spectre Within"

Some of these albums already have some occult lyrics but that kind of influences can not be restricted just to the bands that I've listened to. There's lot of books and different tides of occultism that have influenced me during the years and helped me in the creation of my path. For example H.P. Blavatsky, J. Nefastos, Shaivism and Shaktism in general, etc.


You're collaborating with the Italian label I, Voidhanger, as you come into contact with it? Did you received any other proposals? If yes, what was the merits that made ??you choose them?

I didn't receive any other propositions. At the time when the Mournful Pilgrimage demo was finished I thought I'll just wait for some time to see what happens. I didn't promote or spread the dome around anyway so I was surprised how fast things started happening. Luciano from I, Voidhanger records contacted me and I knew that it was right thing to do. His enthusiasm, dedication and respect for interesting and original forms of music impressed me.


Serpent Ascending is a solo-project, but you think there will be opportunities, maybe through guest musicians, to see you play on a stage the pieces of "Enigma Unsettled"?

If it depends on me there will surely be a live band playing these tracks. Probably that will happen after the next album. I've had a feeling that I must lay down the foundation for the band first and seek out the right direction before inviting anyone to join. Because Serpent Ascending is not just about playing the songs I couldn't have demanded anyone to take part in the process at these early stages.


It is often said that the true quality of the bands can be quantified only in live situation, you believe this statement is entirely true? As a musician what do you believe is served playing in more reality and have the opportunity to try your hand with a good number of artists on stage?

It is partially true when considering a band. At the moment Serpent Ascending is not really a band and it is not playing live so it can not be judged by that kind of merits. People have to hear the music and other contents to make an opinion. Of course many have already made their mind merely by the fact that SA is a solo project and thought that such "bands" can not be taken seriously but that's not a problem. There is no defined path that should be followed when forming a band.


There's been, in your metalheads life, an experience life that you feel unforgettable?

As a metal fan there's been a lot of unforgettable moments. The first time I saw Iron Maiden with Bruce Dickinson in 1999 stays in my heart. Totally different kind of experience was seeing Ride For Revenge perform couple of years ago. That really changed my view of live performances. Many bands speak of live rituals but that's the only performance I have seen that really deserves to be called as such.

What will be the next step? What should we expect now by you?


I am writing songs for the next Serpent Ascending album. There will be certain similarities with the songs relesed this far and also something totally different. Maybe there's some more variety between different songs and the feelings. That is important for there will be more integral lyrical concept that goes through the whole album that requires a wider scale of feelings. 

I'll give you my personal good luck and I thank you for the availability, we reached the end of the interview and does not stand to greet us and launch a final direct message to those who follow us.


Thank you for the interview and thanks to anyone who read this far. I hope Serpent Ascending will be able to give listeners even a little hint of those things that can be found through patient quest for that which is true and never disappers. It can be a dangerous path but definitely worth the effort.

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lunedì 7 novembre 2011

ASHEN EPITAPH - Somewhere Behind The Nervecell / Promo 2010


Informazioni
Gruppo: Ashen Epitaph
Titolo: Somewhere Behind The Nervecell / Promo 2010
Anno: 2008 / 2010
Provenienza: Serbia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/ashenepitaph
Autore: Mourning

Tracklist "Somewhere Behind The Nervecell"
1. After War
2. Thermochaos
3. Under The Global Terror
4. Looser Preacher
5. New God Rules
6. Land Of darkness
7. Brainrust
8. Somewhere Behind The Nervecell

DURATA: 32:12


Tracklist "Promo 2010"
1. In The Labyrinth
2. Andromeda 768
3. Losing All Hope

DURATA: 13:07

Dalla vicina Serbia giungono a noi gli Ashen Epitaph, formazione che seppur sia attiva nel 2003 non credo abbia avuto molto riscontro a livello internazionale, vediamo quindi di spendere due parole su di una realtà che fa del death metal old school la sua "fede", del resto si potevano avere dubbi con un monicker tratto da una delle song più conosciute dei Benediction?
Non conosco ciò che è stato pubblicato nel 2005, parlo del primo lavoro "From Underground / Föld Alól", grazie alla disponibilità di Norbert, chitarrista della band, mi sono stati inviati il secondo album "Somewhere Behind The Nervecell" e un "Promo 2010" per adesso loro ultimo sforzo discografico.
E' un suono compatto a cavallo fra la scena europea e quella statunitense a caratterizzare le composizioni spesso schiette e dirette, non si perdono in ghirigori, preferiscono affondare i colpi eseguendo un death/thrash arrembante che di tanto in tanto trova anche spazio per inserti melodici.
Pensate a un connubio fra gl'inglesi già citati, Malevolent Creation, Entombed, Carcass e come avviene in questi casi non saranno solo questi i nomi che vi salteranno in mente, fatto sta che l'arrembante e marcia opener "After War" viene seguita da una più accessibile "Thermochaos" dal riffato decisamente meno greve e che fa trapelare una natura svedeseggiante, l'attitudine thrash si rimarca nella successiva "Under The Global Terror" che sembra uscita da un disco di fine anni Ottanta e che sappiano anche picchiare lo dimostrano nell'apertura di una "Looser Preacher" che sul lungo andare assume movenze più o meno già esposte guadagnando però punti con dei discreti rallentamenti.
Il bello della proposta degli Ashen Epitaph è con tutta probabilità proprio quella sua naturale semplicità, il modo in cui è legata al genere in maniera primordiale, ascoltando una "New God Rules" con il suo riffato splettratissimo e le armonie classiche delle lande scandinave del periodo che andava dal 1989 al 1993 non ci si può esimere dal ricordare altri lavori più celebri e soprattutto un ambito storico nel quale suonare death era relegato realmente a pochi "eletti", questo vale anche per i pezzi rimanenti che mettendo ancora una volta in primo piano la passione per lo stile confermano il fatto che gli Ashen Epitah siano sulla strada giusta.
La conclusione con una titletrack dal buon aspetto groove è solo il tassello ultimo di una prestazione piacevole.
E' discreta la produzione e forse l'unico neo vero e proprio risiede nella voce di Attila Boros che quando tende a forzare risulta poco efficace ("New God Rules"), quasi fuori contesto.
Se "Somewhere Behind The Nervecell" è stato il primo incontro con questi ragazzi, il "Promo" di tre pezzi per neanche un quarto d'ora di durata registrato nel 2010 porta con sè una maggiore definizione sonora, una proposta che rimane ancora evidentemente "innamorata" del sound primorde di cui si sono sin qui nutriti con un appesantimento notevole in alcune sezioni e scelte di stampo carcassiano del secondo periodo che si palesano in più di un'occasione, vedasi alcuni frangenti di "Andromeda 768" innestati all'interno della solita macina death/thrash esaltata in "In The Labyrinth".
Piccoli passi nella medesima direzione quelli fatti dagli Ashen Epitaph, una band che suona e vuole suonare esclusivamente del buon death metal senza stravolgimenti particolari, lavori di tale tipo non si propongono di sicuro di cambiare la storia in corso, fanno però sempre e comunque la loro figura una volta inseriti nello stereo, una chance a questa formazione offritela.

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ELIMINATOR - Breaking The Wheel


Informazioni
Gruppo: Eliminator
Titolo: Breaking The Wheel
Anno: 2008
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Suffering Jesus Productions
Contatti: www.myspace.com/eliminatorus
Autore: Mourning

Tracklist
1. World Obliteration
2. Breaking The Wheel
3. Holocaust War Metal
4. The Punisher
5. Disgust
6. Service Your Leader
7. Prescription for Extinction... Time Enough At Last

DURATA: 34:50

Da Edison, New Jersey, gli Eliminator nel 2008 rilasciano il disco di debutto "Breaking The Wheel".
L'allora trio formato da Warchild (chitarra, basso e voce), Scythe (chitarra, uscito dalla line-up nel 2009) e Samus Paulicelli (batteria ed ex di Dark Empire, Abigail Williams e Goathwhore in sede live) con una prova schietta, ruvida e fottutamente retrò mette sul piatto trentacinque minuti di thrash spigoloso dalle venature venomiane e con influenze riconoscibilissime provenienti dalla scuola tedesca di matrice Kreator/Sodom.
Nulla di nuovo ma spaccaossa come ci si attende da un lavoro del genere che si poggia su tali basi storiche.
Il disco in questione è da ascoltare in unica sessione, nessuna pausa, un pezzo dietro l'altro in una sola mandata lasciandovi trasportare dalle velocità sostenute, dal riffing pronto a farvi sbattere la "capa" da un lato all'altro selvaggiamente, assoli frenetici e una voce rozza e cruda che inneggia i ritornelli, cosa si può desiderare di più?
E allora via con "Breaking The Wheel" titletrack a dir poco travolgente, con "The Punisher" unica che maggiormente si discosta dal disegno raffigurante la composizione stilistica del combo, le chitarre per come duellano sembrano uscite da un'accoppiata malsana fra Annihilator e Destruction mettendo in palese mostra il buonissimo affiatamento e l'ispirazione.
Non c'è spazio per "pipparolate" uber technical, nei momenti anche più concitati, nei quali le varianti acquistano un tasso tecnico lievemente più consistente, si può pensare a tutto meno che gli Eliminator vogliano girare intorno all'obbiettivo tanto che con "Service Your Leader" (fugacemente fanno comparsa strani tratti orientaleggianti ) e la conclusiva "Prescription For Extinction... Time Enough At Last" tornano a pestare come dei fabbri infuriati sino all'ultimo respiro di "Breaking The Wheel".
Certo si concedono qualche fase in cui diminuiscono i giri per permettere alla musica di cambiare passo in maniera repentina, si mantengono comunque su tonalità scure, non vi sono influssi moderni, nessun tipo di "svedeseggiata" all'orizzonte né inflessioni groove tanto in voga odiernamente.
Se devo trovare un difetto, beh, il suono di batteria sarebbe potuto essere più vivo, sembra talmente freddo in certi casi da far pensare a una drum machine, peccato.
L'artwork se non si fosse capito è del solito Ed Repka che col thrash ha un rapporto d'amore ormai da una vita, un artista che ci ha fatto amare anche molti album per le loro copertine, chi non ricorda a esempio quella dei Megadeth di "Peace Sells... But Who's Buying?
Volete triturarvi le orecchie? Avete bisogno di svegliarvi dopo una sonora sbronza e prenderne un'altra in buona compagnia musicale? In questo caso gli Eliminator fanno proprio al caso vostro.

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ENORMICON - Storm Of Swords


Informazioni
Gruppo: Enormicon
Titolo: Storm Of Swords
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/enormiconmetal
Autore: Mourning

Tracklist
1. Slaghammer
2. Pray For Death
3. The Gargantuan
4. Dark Forces
5. Fury Shall Know The Warmth Of Your Blood
6. Brotherhood Of The Plague

DURATA: 31:38

Un mix che negli anni Novanta avrebbe smontato crani, questo sono i texani Enormicon.
Il trio composto da Joe "Humongor" Rosenthal al basso, Dave "Merciless Overlord of Rhythm" Slaughter alla batteria e Clayton "The Abomination" Davis alla sei corde e voce ha messo insieme tratti di Mastodon, Voivod, Helmet, High On Fire tirando fuori una proposta ancora in fase di maturazione ma che per groove e intensità ricorda l'indurimento e poi esplosione del doom/stoner avvenuta dopo la seconda metà del periodo nineties.
Il loro primo lavoro ufficiale è "Storm Of Swords" che venne pubblicato in versione rough mix e sotto forma di ep (conteneva un brano in meno, non era presente "Brotherhood Of The Plague" in tracklist) per poi venire stampato in questo 2011 come full-lenght con una durata di appena di poco superiore alla mezzora.
Sei tracce adrenaliniche, composte con ordine e con il gusto di chi sa di avere in suo possesso le armi adeguate per ottenere un buon risultato, ci sono infatti i solchi, le atmosfere dissonanti, le dovute ridondanze, la strumentazione libera di ritagliarsi i propri spazi, a esempio è indovinato e impreziosisce la struttura della traccia l'operato del basso in "Pray For Death".
Partiamo dal fatto comunque che si ha a che fare con una band che sa cosa vuole, è robusta e minacciosa puntando i piedi già nell'opener "Slaghammer" che potrebbe essere in parte figlia di album come "Strap It On" e "Meantime", non mancano poi le sorelle di battaglia a farle compagnia, vi sono infatti "The Gargantuan" e "Dark Forces" pronte a spalleggiarla, l'ultima citata è dotata di una propulsione che preme sull'acceleratore e di una massa groovy che s'insinua rendendola accattivante, il bello però deve ancora arrivare alle nostre orecchie.
Il finale di "Storm Of Swords" è di quelli in crescendo, l'accoppiata "Fury Shall Know The Warmth Of Your Blood" e "Brotherhood Of The Plague" è composta dalle canzoni che ritengo maggiormente curate e complete, quelle da cui prendere spunto per le release a venire, la prima perché offre delle venature voivodiane che sembrano portare a una possibile evoluzione del sound e che insieme alle sfaccettature mastodoniane apparse nelle canzoni antecedenti evidenziano una voglia di guardare oltre, la seconda e conclusiva invece per i tratti psichedelici, disturbati e una pressione che scatta improvvisa per poi ricelarsi, è un brano altalenante ma che spinge senza troppi riguardi appena ne sente il bisogno.
Gli Enormicon sono indirizzati sulla via corretta, il complesso strumentale ha solo bisogno di trovare una sua direzione precisa che lo porti a sviluppare un songwriting lievemente diversificato rispetto a quello sinora proposto dato che, anche vocalmente, dopo una partenza in sordina di Clayton, il cantante è riuscito a raddrizzare la situazione dando alla sua prova una forma più naturale e varia che ha inciso sulla qualità dei brani in maniera più che positiva.
Le basi per creare dei lavori di qualità non mancano e "Storm Of Swords" è il tassello iniziale di quella che auguro loro divenga una discografia lunga e ricca di album da poter acquistare, attendiamo quindi che la band ci dia conferma con un platter più consistente, per ora rimetto su questo e me lo godo ancora per un po'.

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CROWN OF AUTUMN - Splendours From The Dark


Informazioni
Gruppo: Crown Of Autumn
Titolo: Splendours From The Dark
Anno: 2011
Provenienza: Milano, Italia
Etichetta: My Kingdom Music
Contatti: Sito - Facebook
Autore: Bosj

Tracklist
1. Templeisen
2. Aegis
3. Noble Wolf
4. Forest Of Thoughts
5. Ultima Thule
6. At The Crystal Stairs Of Winter
7. To Wield The Tempest's Hilt
8. In The Garden Of The Wounded King
9. Triumphant
10. Ye Cloude Of Unknowing
11. Spectres From The Sea

DURATA: 47:48

Una "meteora" del musicbiz, ecco a cosa potevano accostarsi i Crown Of Autumn fino a pochi mesi fa. Autori, nel 1997, di un lavoro molto particolare ed amato nell'underground come "The Treasures Arcane", i tre musicisti meneghini scomparvero dalla scena lasciando un solo full lenght e una demo a testimonianza della loro esistenza. I diversi membri si sono poi dedicati ad altri e diversificati progetti, tra cui anche uno comune da cui è scaturito "Il Più Antico Dei Giorni" a nome Magnifiqat, ma dei Crown Of Autumn non si seppe più nulla.
Oggi, la bellezza di quattordici anni dopo, ci troviamo per le mani (oltre ad una doverosa ristampa di "The Treasures Arcane", ridefinito per l'occasione "Transfigurated Edition") il seguito di quell'unicum; è quindi con una certa riverenza che mi appresto a descrivere "Splendours From The Dark".
Innanzitutto, ritroviamo oggi come allora Emanuele Rastelli ad occuparsi della maggior mole di lavoro, sia di registrazione sia di composizione: suoi sono ancora una volta growl, chitarre, basso, tastiere e quasi tutto il songwriting. Ad affiancarlo, di nuovo il bravo Mattia Stanciou alle pelli e agli effetti, oltre che coautore delle parti strumentali di "Triumphant". Contrariamente, non è più della partita Diego Balconi, che al cantato pulito è stato sostituito da Gianluigi Girardi, vocalist di estrazione power già attivo in diversi act dell'underground italico; di questi, devo dire, il timbro vocale è un po' troppo "impostato" e poco spontaneo, sicuramente più adatto per sonorità più comuni, ma non incisivissimo in questa sede.
All'insieme si aggiungono poi le linee vocali di Milena Saracino, che conferiscono una delicatezza e uno spessore maggiore alle composizioni (è il caso di "Noble Wolf", in cui diversi livelli di voci si rincorrono lungo l'arco del brano, donando un'ottima varietà alla proposta).
Fatte le dovute presentazioni, passiamo alla musica in senso stretto: la proposta dei Crown Of Autumn è rimasta fedele a se stessa, ossia... Decisamente difficile a descriversi. Con i dovuti aggiustamenti, i lavori dei Crown Of Autumn potrebbero quasi definirsi un ibrido tra il folk dei primissimi Empyrium (quelli di "A Wintersunset"), un riffing melodeath tipicamente italiano e/o svedese di fine anni '90 (Dark Lunacy, Disarmonia Mundi o ultimissimi Gardenian) e un immaginario darkwave che potrebbe rimandare ai Dargaard o ai Dead Can Dance. Rispetto a "The Treasures Arcane", infatti, la proposta del combo, pur maturata, non è cambiata nei propri connotati; ovviamente la produzione è più limpida, i suoni più definiti e la voce di Girardi è piuttosto diversa da quella di Balconi, ma tant'è. Forse, azzardando un parere personalissimo, la più grande differenza tra i due lavori sta nelle atmosfere, più cupe e oscure in passato, oggi più ariose e di maggior respiro ("Ye Cloude Of Unknowing" nei suoi attimi culminanti); anche nei momenti più concitati ("At The Crystal Stairs Of Winter"), poi, è sempre possibile trovare un passaggio acustico a smorzare la tensione.
Quanto alle tematiche, data la commistione di elementi folk e darkwave abbiamo a che fare con la natura e le forze che la regolano ("Forest Of Thoughts") e con una Weltanschauung medievale ("In The Garden Of The Wounded King", che riporta anche un estratto dell'inno "Pange Lingua" di San Tommaso). Certo nulla è lasciato al caso, in questo "Splendours From The Dark", e di ciò siamo grati a Rastelli e compagni.
Bentornati, Crown Of Autumn.

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THE UNBORN DEAD - Primitive Origins


Informazioni
Gruppo: The Unborn Dead
Titolo: Primitive Origins
Anno: 2011
Provenienza: Canada
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/theunborndeadband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Intro
2. Totalitarian Rites
3. Final Judgement
4. Primitive Origins
5. Pieces
6. Cult Of The Cock
7. Captive
8. Parasitic Leech
9. Ones Own Blood
10. Upward Crawl
11. Mosque Burner

DURATA: 34:56

Il brutallo suonato alla vecchia maniera con spolverate derivanti dal panorama odierno? I canadesi The Unborn Dead, dopo aver prodotto un omonimo ep che a quanto mi risulta è sold oud da tempo, rilasciano sempre tramite autoproduzione l'album di debutto "Primitive Origins" e sono martellate sui denti che mi han fatto realmente godere.
Parliamoci chiaro sin da subito, il platter non inventa davvero nulla, è un compito in classe formalmente ben fatto e la derivazione da act quali Cannibal Corpse e soprattutto Suffocation è palese, quello che però fa veramente bene al cuore di un amante del sound "brutale" è il songwriting che si assesta su ottimi livelli.
È lodevole il riffing in fase di composizione, le due asce John Murphy (ex Vomit Remnants) e Steve Watson (ex dei The End) inanellano giri psicotici e maceranti uno dietro l'altro coadiuvati da basi martellanti e dinamicamente ricche di cambi di tempo, in tal senso è pregevole la prestazione del batterista Johnny Macri che sembra possedere un tasto "start/stop" dando una marcia in più alla già prestante forma canzone che i The Unborn Dead hanno sin qui elaborato.
E' dovuta la menzione per quanto riguarda sia l'operato di basso, preciso e presente fornito da Darek Palubiak, che la grintosa e cavernicolare prova dietro il microfono di Stefano Manera (ex Blood Of Christ), il singer ringhia incattivendosi a più non posso.
La tracklist scorre via senza mostrare cali o cedimenti di alcun tipo, probabilmente livellata in più punti, è infatti difficile trovare un brano insufficiente o definibile filler, "Totalitarian Rites" quanto "Final Judgement" e la titletrack così come "Cult Of The Cock" messa a paragone con "Captive" o una delle tre conclusive, "Ones Own Blood", "Upward Crawl", "Mosque Burner", non hanno nulla di meno, però non possiedono quel quid in più che si evidenzia in soli due episodi: "Pieces", nella quale si registra una coesione strumentale e vocale fantastica e "Parasitic Leech", entrambe adornate dalla fase solistica, peccato, in effetti qualche solo in più non avrebbe guastato.
Per una volta ho potuto ascoltare "Intro" senza dover skippare perché infastidito da rumori o stronzate similari, il pezzo è uno strumentale preparatorio che ben presenta "Primitive Origins" e ha il gusto un po' di Hate Eternal, mentre sulla produzione c'è poco da dire, per avere fra le mani un autoprodotto 'sti ragazzi dimostrano di tenerci davvero a ciò che fanno e la resa sonora offerta dalle tracce è molto più che semplicemente discreta.
I The Unborn Dead possiedono tutte le carte in regola per fare ancora meglio di quanto messo in piena e irruente mostra con questo importante tassello iniziale della discografia, non sarebbe quindi una sorpresa se dopo un "Primitive Origins" di buona levatura arrivasse nel prossimo futuro una conferma con le contropalle.
Augurandoci di poter gioire di un'ennesima ed evoluta badilata a venire, non posso far altro che consigliarvi l'ascolto. Che il brutal sia con voi!

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FUNERAL FORNICATION - Pandemic Transgression


Informazioni
Gruppo: Funeral Fornication
Titolo: Pandemic Transgression
Anno: 2011
Provenienza: Canada
Etichetta: Hypnotic Dirge Records
Contatti: www.myspace.com/funeralsex
Autore: Mourning

Tracklist
1. Transgression Pt. I : In Exordium
2. Of Fornication And Folklore
3. The Thorn Of Capricorn
4. Twin Suns
5. Cold Colossus
6. Transgression Pt. II : Ad Mortem
7. No One Has the Right To Exist
8. Glacial Ceremony
9. Oblique
10. In Times Of Weakness, My Being Is Compromised
11. Transgression Pt. III : Ex Inferis

DURATA: 1:00:16

Vultyrous non è un personaggio sconosciuto alla nostra 'zine, l'avevamo già incrociato in veste di cantante/chitarrista degli Artep, i Funeral Fornication sono invece il suo progetto solista a cui diede vita nel 2003 in qualità di act dalle influenze pagan/black/thrash virando poi su soluzioni vicine all'ambito depressive.
Il 2011 porta con sè anche "Pandemic Transgression", nuova opera uscita sotto quest'ultimo monicker.
Non è un caso che fra le mani mi ritrovi un platter dai suoni scuri e diluiti, le ritmiche non spingono praticamente (quasi) mai sull'acceleratore, è una versione di black che attinge dal versante al limite con le atmosfere doom più funeree grazie al lavoro dell' artista, ispirato nel ricreare melodie sinistre e sapiente nell'utilizzare il pianoforte e i synth per aumentare quella sensazione di perenne decadimento che in alcuni franquenti quasi al limite col persecutorio affresca l'ambienti con corpose e dense portate di malinconia leggiadra ma incatenante.
Sono queste le doti di un album, "Pandemic Transgression", che nei brani veri e propri come "The Thorn Of Capricorn", "Twin Suns" e "Glacial Ceremony" evidenzia anche delle strutture non forzatamente tipiche del genere "depressivo", sono infatti più ricche, ecletticamente sinfoniche e impreziosite dalla prestazione vocale equilibrata nel dividersi fra recitato, clean, growl e scream.
Se tantissimi sono i pregi elencabili, è anche vero che qualche difettuccio qua e la lo si può riscontrare, in primis il fatto che il pianoforte, elegante e funzionale alle dinamiche atmosferiche, finisce in più di un'occasione per esser quasi sepolto dal complesso strumentale nel momento in cui assume forma più sostanziosa, è soprattutto la drum machine ad oscurarne la presenza.
Altra lieve ma "curabile" mancanza è legata al volersi volutamente complicare la vita, avendo a disposizione un riffing estremamente vario e capace di svolgere adeguatamente il proprio compito sia nei momenti più funerei che in quelli di derivazione dark metal, non comprendo il perché in certe occasioni sembri comprimersi per poi sfociare in un nulla, a dir la verità sono sporadici tali attimi e vi renderete facilmente conto da soli di quali essi siano.
Nel complesso "Pandemic Transgression" è un'opera ben riuscita, cullante nelle sue incursioni strumentali affidate alle tre parti di cui è costituita "Transgression" ("In Exordium", "Ad Mortem", "Ex Inferis") e altrettanto inquietantemente intrigante per quanto concerne le restanti tracce.
Se amate il metal atmosferico di qualsiasi estrazione (dark, doom, black) troverete nei Funeral Fornication una piacevole risposta ai vostri bisogni musicali, ve ne consiglio vivamente l'ascolto.

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THE MEGS - Jealousy

Informazioni
Gruppo: The Megs
Titolo: Jealousy
Anno: 2011
Provenienza. Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/themegsband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Colour Of Jealousy
2. Show Me
3. Good Morning
4. Viper
5. For You
6. Eat Me
7. Shine And Love
8. Future

DURATA: 33:48

L'underground rock italiano è fertile, forse più di quello che molti discografici immaginino, probabilmente molto più produttivo e qualitativamente valido di quanto si pensi, è però lasciato spesso a se stesso, lì a combattere giorno dopo giorno nella speranza di buttar fuori un paio di band che possano accendere quella spia che apra uno spiraglio per far sì che la nostra ignorante Penisola si svegli dal torpore ricreato dal sound da classifica.
I The Megs, trio composto da Edoardo Laino (basso e voce), Mattia Aldibek (chitarra e cori) e Marco Ausonia (batteria), fanno parte di questo schieramento "sotterraneo", la causa può essere legata a una proposta squisitamente "anacronistica" che riporta in auge sensazioni seventies, miscelate al funky, al punk, al garage rock attingendo anche dalla scena grunge della piovosa Seattle fuse all'interno del debutto "Jealousy", un disco piacevolmente d'altri tempi e sin troppo elegante e colto per l'ascoltatore medio indirizzato su roba in stile Anna Tatangelo (il giudice di X-Factor che ha fatto figure imbarazzanti a ripetizione da ignorante qual è).
Durata breve, emozioni intense quelle che la band regala a più riprese cimentandosi con soluzioni che chiamano in causa un numero di artisti elevato, più che dejà vù, sono tributi a personaggi storici della musica come Alice Cooper quelli che si possono ascoltare in brani quali "Good Morning" e "Viper", è un rievocare in parte quell'alone triste a sostegno di note intriganti ciò che appare palesemente Alice In Chains nell'opener "Colour Of Jealousy", così come lo spirito vivace di Iggy Pop periodo Stooges e una scia David Bowie percorrono in alcuni frangenti questo tracciato variopinto ma ben delineato.
Con l'accoppiata che vede "For You" e "Eat Me" far impennare in classe e vitalità la release grazie a scelte "rock'n'roll" classiche e funkeggianti che portano acqua a quel mulino che vuole ridare lustro alle basi del genere, i The Megs mostrano le loro armi migliori, feeling e attitudine, la conferma a tal proposito arriva da una "Shine And Love" ammiccante, seducente, ricca di quelle melodie che vale la pena ballare in compagnia di una lady, lasciando a "Future" il compito di sfoderante una cullante e rilassante prova che chiude con delicatezza il platter.
L'unico passaggio che mi ha poco convinto è legato al singolo "Show Me", diretto, easy listening ma forse sin troppo poco longevo per quanto concerne la trasmissione di adrenalina, un po' smorto, peccato.
La formazione è strumentalmente matura, il riffato di Aldibek sa puntare i piedi divenendo dolciastro e carezzevole in un batter d'occhio con una naturalezza a dir poco esaltante, valida la prestazione di Ausonia dietro le pelli per cambi di tempo e dimostrazione di come per avere delle mutazioni d'umore non ci sia forzatamente bisogno di pestare, anche i tocchi di fioretto possono fare la differenza e il batterista è bravo nel metterci spesso del proprio, è da rodare invece quella di Laino, se al basso è infatti gradevolissimo d'ascoltare sia per suono che per soluzioni utilizzate, vocalmente la sua resa è limitata da un inglese per nulla male ma sicuramente migliorabile.
I The Megs portano in casa nostra buona musica, "Jealousy" è un disco che si lascia inserire nello stereo più volte senza perdere smalto e per essere l'opera prima di questi tre ragazzi fa sperare anche in qualcosa di ancor più interessante in previsione futura.
Diamo credito alle creazioni italiane, date credito ai The Megs, in fin dei conti avere "on air" un album rock simile non vi farà di sicuro male, anzi.

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INFEST - Everlasting Genocide


Informazioni
Gruppo: Infest
Titolo: Everlasting Genocide
Anno: 2011
Provenienza: Serbia
Etichetta: Zero Budget
Contatti: www.myspace.com/infestserbia
Autore: Mourning

Tracklist
1. Intro
2. Upon The Suffering
3. Stronger Than Any God
4. Deathrash Sodomy
5. Conspiracy Is Reality
6. Swallowed In Hate
7. Everlasting Genocide
8. Screaming In Butchery
9. Daggers Into Slaves
10. Horde (Bombarder cover)

DURATA: 28:47

Sono passati due anni dall'uscita di "Onward To Destroy", secondo disco dei Serbi Infest che si rifanno sotto con "Everlasting Genocide", un platter che non si sposta quasi per nulla da ciò che è la loro matrice rozza e old school, quella direzione death/thrash che ne ha sinora rappresentato il modo di presentarsi.
Di novità infatti non ve ne sono e anche in quanto a durata complessiva per l'ennesima volta si son tenuti al di sotto della mezzora, bissando per compattezza e impatto da mordi e fuggi il precedente lavoro.
In effetti sono molti i punti che accomunano "Onward To Destroy" ed "Everlasting Genocide": entrambi godono di un rifforama bastardo che senza mezzi termini assesta colpi su colpi tesi a giungere in maniera diretta all'ascoltatore, entrambi posseggono una manciata di brani di rilievo e in questo caso la bilancia pende a favore dell'ultimo con "Stronger Than Any God", "Deaththrash Sodomy", "Swallowed In Hate", "Everlasting Genocide" e "Draggers Into Slaves" a cui va ad aggiungersi "Horde", cover degli storici Bombarder, formazione slava attiva sin dai primi anni Novanta, che creano un blocco granitico ben piazzato che fra scariche thrash e virate deatheggianti affonda come un pugno nello stomaco.
Che siano derivativi i ragazzi non vi è ombra di dubbio, è però piacevole pensare alle realtà che nel periodo primordiale del genere avevano come intento sfondare crani e non perdersi in laccaggi vari rivivendole grazie a una prestazione simile.
Un passo in avanti è stato fatto nell'ambito riguardante la produzione, sia chiaro, sempre sporca e gretta al punto giusto ma migliore rispetto al precedente per quanto concerne la definizione strumentale, ciò fa sì che "Everlasting Genocide" arrivi diritto all'orecchio con ancor più irruenza.
Gli Infest continuano a svolgere il loro sporco lavoro senza curarsi di guardarsi intorno e agli old schooler non potrà che rallegrare tale situazione.
Cercate un album con il quale trascorrere una mezzora a tutto sbattimento? Ve lo porgono su di un piatto d'argento, "Everlasting Genocide" può essere tra le papabili soluzioni per risolvere il gradevole dilemma, coerenti.

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LAST HIPPIE STANDING

Informazioni
Titolo: Last Hippie Standing (DVD)
Anno: 2011
Etichetta: Merlin Nose Records
Autore: Mourning

DURATA: 44:44

C'erano una volta gli Hippies? No, ci sono ancora, non so in quanti abbiano avuto la fortuna o il piacere di visionare il documentario "Last Hippie Standing" diretto da Marcus Robbin, di sicuro vi capitasse fra le mani dategli un'occhiata.
Perché vi direte voi? Semplicemente per il fatto che quella realtà, derivante dallo scenario musicale fine anni Sessanta e in gran voga nei Settanta, nel territorio indiano di Goa (località da cui prende i natali l'omonimo genere elettronico da cui è derivata la Psy-Trance) in quel periodo era ancora in vita e vegeto più che mai supportato dalla presenza di personaggi che ne raccontano le vicende e l'evoluzione grazie alla loro esperienza in prima persona.
La dottoressa Cleo Oldzer a cui è dedicato il filmato è deceduta nel 2001, orfana di genitori ebrei, groupie, amante delle esperienze naturalistiche e dell'uso di droghe, una donna particolare e impegnata nel sociale a difesa delle donne rilasciando anche una tesi basata sulla prostituzione in Thailandia, Gilbert Levey noto come Goa Gil, dj statunitense e fra i padri fondatori del filone musicale che si allinea al pensiero di quel territorio e Swami William tanto affascinato dalla cultura dei "saggi viandanti" denominati Sandhu da entrarvi a far parte sono la rappresentazione di come quel mondo fosse un'isola felice, una zona vietata ai conformisti e da cui una volta entrati era difficile uscire senza portarsene via un pezzetto.
A essi si contrappone la visione materialistica e molto occidentale espressa nelle parole dell'allora ministro di Goa Francisco Sardinha che vorrebbe più turismo monetario e meno nullafacenti sul proprio territorio.
E' da sempre un conflitto mentale e morale quello portato avanti dalla favola "Hippie" del mondo, le immagini in Super-8 girate dalla Oldzer sono state inserite per evocare l'atmosfera e il vissuto degli anni Settanta, offrono uno spaccato di vita imperdibile per chi non ha vissuto tale momento storico, piacevole amarcord per chi invece vi fu risucchiato all'interno.
Terminare il dvd con una riflessione su come le cose siano solo un mezzo e il materialismo dovrebbe aiutare a farci esaminare con più attenzione ciò che il nostro pianeta ci offre? Sì, forse il finale regala perle di filosofia sin troppo spicciola, in fin dei conti sarete voi poi a trarre le conclusioni.
La Merlin Nose Records ridando vita e distribuzione a questo "documento" vi fornisce la possibilità di accedere in maniera diretta e discretamente argomentata nell'animo di una delle culture che trasversalmente hanno attraversato gli ultimi cinquant'anni, fra le altre cose la versione originale rilasciata nel 2002 andò sold-out dopo poco tempo divenendo un vero e proprio cult su internet, questa ristampa è una buona notizia per chi da tempo attendeva di averne una copia fisica in casa.
"Last Hippie Standing" è dedicato solo agli appassionati? Probabilmente sì, e se guardandolo lo diventaste? Chissà...

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VIRAGA - Demo

Informazioni
Gruppo: Viraga
Titolo: Demo
Anno: 2011
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.mikseri.net/artists/?id=139042
Autore: Bosj

Tracklist
1. Walk The Path
2. Death Of A Second Kind

DURATA: 17:47

Siccome Aristocrazia non si pone limiti di forma né di contenuto, eccoci a recensire un progetto nuovissimo, che addirittura non ha all'attivo nemmeno una uscita "fisica". Due sono infatti le sole tracce ad oggi disponibili della creatura Viraga, one man band del finnico Mikko Salopino, entrambe liberamente ascoltabili all'indirizzo indicato poco sopra. E' quindi questa, più che una recensione vera e propria, un modo per dare visibilità ad un'idea nascente.
I due brani in questione, entrambi dalla durata piuttosto lunga (nove e otto minuti) siano piacevoli e personali: impossibile dare una precisa etichetta alle sonorità chiamate in causa, sebbene molti sono i nomi che possono venire alla mente, su tutti i conterranei Amorphis del periodo "Elegy", come alcune cose più doomy e atmosferiche, anche se siamo ben lontani tanto dalla claustrofobia funeral quanto dal rifferama heavy del doom classico.
Salopino non disdegna poi gli interludi acustici e dilatati, dove la sua voce (un clean a mio avviso piuttosto simile, appunto, ad alcune interpretazioni di Koskinen) si spegne per lasciare spazio a pochi, semplici, ben inanellati accordi. A questi si aggiungono poi assoli e momenti più veloci, il tutto amalgamato con discreta mano e un approccio che, data la quantità di carne al fuoco, arriva a lambire anche le coste di certe idee più psichedeliche e "stoner-istiche".
Sicuramente è poco il materiale su cui basarsi, ma come dichiarazione d'intenti non c'è male. Ora bisogna scegliere quale delle tante possibili strade intraprendere, tra quelle qui paventate, e arrivare al dunque.

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AYAHUASCA DARK TRIP - Mind Journey


Informazioni
Gruppo: Ayahuasca Dark Trip
Titolo: Mind Journey
Anno: 2011
Provenienza: Perù/Brasile/Paesi Bassi
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/ayahuascadark
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Astral Sunset
2. Mind Journey
3. To The Holy Mountains
4. Space Raga

DURATA: 43:18

Gli Ayahuasca Dark Trip sono un trio di recentissima formazione composto dal nederlandese Buddy Van Nieuwenhoven (basso), dal brasiliano Pedro Ivo Araujo (batteria e voce) e dal peruviano Brayan Buckt (chitarra).
"Mind Journey", l'EP qui trattato, è il loro debutto assoluto che è stato seguito pochi mesi dopo dal primo full "The Unknown Trip At The Top Of The Mountain".
Prima di presentare il contenuto musicale vero e proprio però, ritengo indispensabile fornire una piccola nota informativa: la ayahuasca è un estratto vegetale ricavato da una liana. Il principio attivo di tale preparato è l'alcaloide allucinogeno DMT e viene utilizzato dai popoli andini e dai relativi sciamani per officiare riti mistici.
Dopo questa premessa, con tutta probabilità, vi sarete già fatti un'idea del contenuto del disco.
L'album viene aperto da "Astral Sunset" che, dopo un inizio dai risvolti Space Rock, sfocia quasi subito in un concentrato Stoner dagli evidentissimi connotati psichedelici; nella parte centrale del pezzo il basso si rende protagonista, per poi venire rimpiazzato da una scarica sonora di influssi cosmici che acuiscono la sensazione di trovarsi davvero sotto l'effetto della sostanza declamata dal monicker della band.
Segue la lunga title-track che prende il via con una cantilena che parrebbe essere stata estrapolata da un qualche rituale svolto tra le profonde ed inaccessibili selve della foresta amazzonica. Il riffing che segue ricalca in parte il ritmo di questo incipit per poi evolversi in un andamento sporco e impastato che tanto fa godere ogni amante dello Stoner, mentre nella seconda parte del pezzo ritornano le sonorità spaziali che, acutizzate da un mood quasi dronico, attraversano le sinapsi corrodendo piacevolmente ogni singolo brandello di coscienza rimasto all'ascoltatore.
"To The Holy Mountains" si configura invece come un'ipnotica composizione di stampo psichedelico nella cui struttura si insinuano incursioni Blues dal vago sapore orientale che danno l'impressione di trovarsi nei panni di un oracolo che profetizza e si contorce sotto gli influssi di una visione ad alto tasso mistico.
Il disco è concluso da "Space Raga", brano estraniante formato soltanto da sporadiche note di chitarra, quasi rilassanti.
Il trip è giunto al termine, la mente è ormai esausta e le onde elastiche generate sembrano voler premiare lo sforzo psichico sostenuto, donando all'ascoltatore la pace dei sensi e permettendogli di ricongiungersi con il proprio Spirito che, fino a poco prima, fluttuava nell'immensità del cosmo.
Ritengo che per un album di questo tipo sia del tutto sterile fornire un'analisi di tipo strumentale: prove del genere trovano il proprio obbiettivo nella malleabilità della mente umana e le visioni evocate saranno differenti per qualunque ascoltatore.
Ciò che posso dire è che, se volete viaggiare con la mente, non sono necessari prodotti chimici... ci pensano gli Ayahuasca Dark Trip ad offrirvi tutto ciò che vi serve per raggiungere questo scopo.
Il risultato è garantito!

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ENORMICON


Informazioni
Autore: Mourning
Traduzione: Dope Fiend

Formazione
Joe "Humongor" Rosenthal - Basso
Dave "Merciless Overlord Of Rhythm" Slaughter - Batteria
Clayton "The Abomination" Davis - Chitarra, Voce


È sempre un piacere, per il sottoscritto, parlare di aria desertica e doom/stoner sound. I texani Enormicon hanno pubblicato quest'anno "Storm Of Swords" del quale potrete visualizzare la recensione girando per il sito, vediamo con questo scambio di pensieri di approfondirne la conoscenza.

Benvenuti su Aristocrazia Webzine, come va la vita? Solitamente iniziamo col presentare la band parlando un po' della storia e dei membri della line up, vi lascio quindi la parola e andate pure a ruota libera.

Clayton: Joe e io siamo amici da circa vent'anni. Quando stavamo formando gli Enormicon eravamo alla ricerca di un batterista e sapevo che sarebbe stata una spina nel culo trovarne uno, così una notte ho pregato Satana, ho pubblicato un annuncio su Craigslist e, magicamente, Dave ha risposto. Per quanto riguarda le band precedenti, ero in una band che faceva una specie di grunge anni '90 chiamata Sniff e poi sono stato in una band che si chiamava Trench, influenzata da Fugazi e Jesus Lizard. Joe era in una band heavy rock con basi blues, i Lap Dog. Dave è stato in alcune band piuttosto note nella nostra zona, come Disciple, Lance Lopez Band e i Big Iron.


Da cosa deriva il vostro monicker?

Deriva dal mio bisnonno. Era un predicatore battista. Mia madre sa che amo i vecchi libri così mi diede la sua grande Bibbia rilegata in pelle dopo che sua madre morì. La stavo sfogliando un giorno e trovai quelle che sembravano essere pagine strappate da un diario di qualche tipo. C'era scritto quello che sembrava un racconto di prima mano di uno strano mondo primitivo, una sorta di viaggio attraverso uno stato alterato di coscienza. Una delle cose che descrive è l'Enormicon, un tornado senziente che si nutre di emozione intense e di caos, il tipo di energie che si possono incontrare su un campo di battaglia. Egli disse che si sarebbe manifestato in tali situazioni, se le condizioni erano adatte e che avrebbe devastato ogni cosa sul suo cammino. Non so se questi sono stati racconti di eventi reali o finzioni, ma sembravano descritti come qualcosa a cui si aveva effettivamente assistito.


Ho percepito all'interno del sound un'enorme voglia di non fossilizzarsi, pur rimanendo sempre con delle solide basi piantate in terra. Ci sono vaghe presenze Voivod e Mastodon che s'incrociano con il suono degli Helmet e gente come gli High On Fire, come si arriva a una miscela simile? Quali sono gli ascolti che vi hanno influenzato nel corso di questi anni? E in passato avevate già avuto band con le quali vi avvicinavate a tali soluzioni?

La musica degli anni '90 ha una grande influenza su di noi. Non ci siamo accorti di questo fino a quando un recensore ce lo fece notare. Io, in quel momento, mi stavo allontanando dal metal e mi stavo avvicinando di più all'hardcore, ma quella roba non è interessante musicalmente. È piuttosto unidimensionale. Da lì arrivarono gruppi come Melvins, Soundgarden, Helmet, Fugazi, Jesus Lizard. C'è un sacco di musica pesante e aggressiva che è stata influenzata dal metal e dall'hardcore o anche solo dalle sperimentazioni in generale. Penso che un sacco di persone siano state pronte per questo. Mi piacciono alcune cose dei Voivod. Penso che il confronto provenga dal nostro uso delle dissonanze e dal fatto che usiamo accordi e suoni che vanno oltre gli standard. Il riferimento Mastodon forse viene dal mio stile di canto ma al di là di questo io non sento molto i Mastodon nella nostra roba. Amiamo gli High On Fire in modo così naturale che sta andando oltre. Spero non troppo però, perché non vorrei che la gente pensasse che stiamo cercando di essere loro, perché nessuno potrebbe neanche avvicinarsi.


Come nascono i vostri brani? Qual è il processo compositivo che seguite? Ci sono ruoli definiti in tal senso oppure le jam-session aiutano a tirar fuori le idee?

Joe e io condividiamo il songwriting. Abbiamo un approccio diverso però. Joe mette a disposizione alcune idee per riff o altre parti e il terzo di noi contribuisce a mettere tutto insieme. Io invece sono più maniacale e cerco di avere la canzone finita prima di portarla alla band. Alla fine ognuno contribuisce all'organizzazione e a come la canzone potrebbe essere migliorata. Facciamo una sorta di jam session generale quando uno di noi sta cercando di trovare una buona parte per una canzone. Spesso iniziamo con una jam, ma di solito è una cosa da trip psichedelico. E... di solito poi non ricordiamo quello che abbiamo fatto, purtroppo.


In un genere come il doom/stoner per trasmettere forti emozioni non bastano una distorsione e un riffing corposo, ma occorre saper incanalare le proprie ispirazioni in maniera adeguata. Quali sono le emozioni, gli avvenimenti, i pensieri che vi spingono a creare canzoni?

Come accennato in precedenza, la nostra ispirazione attuale è il libro del mio bisnonno. Preferisco scrivere canzoni come storie, invece di mettere a nudo la mia anima. Troppo spesso verrebbero fuori cose sentimentali o lamentose. Forse in futuro potremo incorporare gli eventi più attuali nelle canzoni, ma sotto le sembianze di personaggi di fantasia. La parte strumentale è una specie di binario parallelo, è più un tentare di fare musica pesante che sia multiforme e interessante. Potremmo scrivere canzoni che affondano le loro radici in una tonalità maggiore o minore, ma è più interessante se il tono generale è più ambiguo.


A parte la piccola nota sul fatto d'essere un po' derivativi (ma questo è un "difetto", se vogliamo definirlo tale, quasi inevitabile), reputo "Storm Of Swords" un gran bel lavoro e mi son piaciuti soprattutto i due pezzi che potrei catalogare come antipodi stilistici: "Slaghammer" e "Brotherhood Of The Plague", groove metal vs psichedelia in pratica. C'è un pezzo a cui siete maggiormente legati o che ritenete la reale hit dell'album? Se la risposta fosse sì, per quale motivo?

Per me la maggior parte degli album death metal, per esempio, hanno lo stesso suono, ma se fai un album death metal la gente non dice che sei derivativo​​, sei solo parte di quello "stile". Credo che ci siano differenze di stile ben visibili tra le canzoni del nostro disco, ma veniamo etichettati derivativi ​​da alcune persone. Ci piace scrivere canzoni che sono nettamente differenti l'una dall'altro. Prendete i Soundgarden per esempio. Sono una band che potrebbe riempire un album con una diversa selezione di canzoni, ma che ha sempre il "suono" dei Soundgarden. Questo è ciò a cui aspiriamo. L'album è la prima cosa che abbiamo registrato quindi non abbiamo costituito interamente il nostro suono ancora. Questo avverrà quando avremo più canzoni. Speriamo che le nuove canzoni su cui stiamo lavorando suonino più personali. La mia preferita dell'album è "The Gargantuan". È quella che ritengo più fresca, con un pesante ed interessante riff principale, una buona melodia vocale e alcuni elementi psichedelici anche. La hit sembra essere "Slaghammer". Credo perché il riff principale è abbastanza trascinante e ha diverse sezioni corali.


La vostra realtà s'inserisce in un panorama musicale qualitativamente fra i migliori in assoluto e in costante fermento, quali sono le vostre preferenze d'ascolto in ambito doom e stoner?

Io non sono un grande fan delle band di stampo blues/sabbathiano, i miei preferiti attualmente sono Big Business, YOB, Orange Goblin, High On Fire ed Electric Wizard. C'è una band di San Antonio, in Texas, chiamata Las Cruces che sta facendo alcune cose interessanti. Il nuovo disco dei Melvins è bello. Mi piace molta di quella che voi potreste chiamare musica intensa al di fuori del metal. Penso che i Battles siano abbastanza incredibili. Voglio dire, guardate la loro line-up. C'è poi quella che descriverei come una band di math-rock melodico da Austin, i Boyfrndz che scrivono alcune grandi canzoni. The Better Death è un gruppo di Dallas, sono incredibili musicisti e cantautori. Hanno un tipo di suono che può ricordare i The Mars Volta.


Cosa ne pensate della scena metal odierna?

Ci sono un sacco di band nella nostra zona che suonano southern metal e death metal. UN SACCO. Questi sono due generi che non riesco proprio ad apprezzare. Ma c'è anche una bella scena doom/stoner. Non abbiamo ancora trovato il nostro posto in essa, ma forse è una buona cosa. Credo che in questi ultimi anni il metal sia tornato di moda. Ma la maggior parte della musica metal non mi interessa in questo momento. La gente non canta più e non possono, o non vogliono, fare una buona canzone. Non sto dicendo che noi siamo esperti, ma mi piacerebbe vedere altre band che cercano di fare qualcosa di più che essere brutali. E tutto il metal emo di merda dovrebbe semplicemente scomparire. Non ci sono piagnistei nel metal. E nemmeno tastiere.


Provenite dal Texas, stato che ha offerto e offre ancora tantissimo al mondo della musica in genere: ZZ Top, King's X, Pantera, Rigor Mortis, Divine Eve e Solitude Aeturnus sono solo una manciata di nomi tra i grandi da poter citare. Come vivete la vostra scena? E avete notato cambiamenti notevoli fra quella del periodo anni Novanta e quella odierna?

Sembra che negli anni '90, nella nostra zona, i fan fossero un po' più aperti alla varietà di quanto lo siano ora. Ma anche allora il metal era considerato molto fuori moda. Ora è accettato in larga scala qui. L'altra faccia della medaglia è che a Dallas/Fort Worth la parte migliore della scena metal è in un solco stilistico, o sono death o southern o metalcore. Ma lo Stato, nel complesso, ha tonnellate di buone band di tutti gli stili. La concorrenza è agguerrita, ma si arriva a sentire un sacco di grande musica.


La critica da parte dei siti di recensioni su internet e la carta stampata come hanno accolto "Storm Of Swords"? E chi vi conosce da tempo? Quali sono state le reazioni?

Direi che circa il 70% delle recensioni sono state a favore, il 10% indifferente e il 20% contro. Le reazioni sono state molte su tutta la linea. Alcuni dicono che suoniamo come i Voivod, altri dicono che suoniamo come il post-rock anni '90. Molti recensori parlano dell'imprevedibilità del disco, altri dicono che è troppo breve e che non abbiamo ancora raggiunto il nostro pieno potenziale. È divertente, si può dire che la gente è ricettiva a ciò che stiamo facendo e poi ci sono quelli che non amano il nostro stile per principio e quindi non possono dare un giudizio oggettivo.


L'album è stato rilasciato come autoprodotto, è arrivata l'offerta di qualche label a supportare il vostro progetto? Si sono un po' smosse le acque?

Non abbiamo ancora contattato etichette. È sulla nostra lista delle cose da fare. E nessuno è comparso dal nulla a offrirci decine di migliaia di dollari per registrare il nostro prossimo album.


Com'è stato portare on stage i brani? Che ricordi avete del vostro primo live?

Il nostro primo show era una battle di band. Eravamo nervosi, io e Joe non suonavamo dal vivo da un po', ma è bastato arrivare lassù e fare ciò che dovevamo senza uscire completamente fuori dai binari. Avevo la voce tesa, quindi ho steccato un paio di volte, cosa che è stata insopportabile per le orecchie del pubblico. Per fortuna ho poi avuto un miglior autocontrollo. È stato un mix strano di buone band e altre di merda, e suonavano tutti generi diversi.


L'esperienza più bella e quella più brutta che avete vissuto come band?

Il meglio è quando veniamo catapultati lassù, la banda è stretta, l'energia è buona e ti senti come se stessi calpestando una montagna di macerie. E dopo la spettacolo arriva qualcuno e dice quanto ha apprezzato il tuo set. Il peggio è quando, non importa quanto ci proviamo, la band non riesce a lavorare bene insieme e non sarà il nostro miglior spettacolo. E poi ci sono cose come questa: noi serviamo carne ai nostri concerti. Una notte abbiamo pensato che sarebbe stato bello avere un paio di donne in costume da dominatrice a tagliare la carne sul palco e a servirla al pubblico sulla punta di una spada. Abbiamo detto loro che per farlo avrebbero dovuto essere serie, come un sacerdote che offre la comunione. Loro hanno deciso di fare un sacco di giri di tequila prima dello spettacolo. Entro la fine della prima canzone c'erano carne, grasso e sangue sparsi sul palco insieme a due ubriache in lattice e calze a rete, che ondeggiavano spade ricoperte di carne. Non so come si sia potuto evitare che si tagliassero le dita o che impalassero noi o loro. Per fortuna si trattava di una strumentale quindi ho solo tenuto la testa bassa e suonavo la chitarra. Non potevo guardare.

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ENORMICON (english version)


Information
Author: Mourning
Translation: Dope Fiend

Line Up
Joe "Humongor" Rosenthal - Bass
Dave "Merciless Overlord Of Rhythm" Slaughter - Drums
Clayton "The Abomination" Davis - Guitars, Vocals


It's always a pleasure for me, talk about desert atmosphere and doom/stoner sound. The Texans Enormicon have published this year "Storm Of Swords", which you can find the review in the site review, we try, with this exchange of thoughts, to deepen their knowledge.

Welcome to Aristocrazia Webzine, how are you? Usually we start by presenting the band and talking about history and members of the line-up, so I leave you the floor and go freely.

Clayton: Joe and I have been friends for about twenty years. When we were forming Enormicon looking for a drummer I knew it was going to be a pain in the ass trying to find one so one night I prayed to Satan, posted an ad on craigslist and magically, Dave answered it. As far as previous bands, I was in kind of a 90’s grungy band called Sniff and then a Fugazi/Jesus Lizard influenced band called Trench. Joe was in a heavy rock, sort of blues-based band, Lap Dog. Dave’s been in some fairly well known bands in our area-Disciple, Lance Lopez Band and Big Iron.


From what derives your monicker?

It came from my great grandfather. He was a Baptist preacher. My mother knows I love old books so she gave me his big leather-bound bible after her mother died. I was looking through it one day and found what appeared to be pages torn from a journal of some sort. He had written what looked like a first hand account of a strange primitive world he would travel to infrequently via an altered state of consciousness. One of the things he describes is The Enormicon, a sentient tornado that feeds on heightened emotion and chaos, the kind of energy you might encounter on a battlefield. He said it would manifest itself in such situations if the conditions were right and would lay waste to everything in its path. I don’t know if these were accounts of actual events or fiction he was working on but they read like something he actually witnessed.


I felt, within your sound, a huge desire of does not fossilize, while remaining with a solid foundation planted in the ground. There are vague Voivod and Mastodon presences that intersect with the sound of Helmet and of people like High On Fire, as you get to a similar mix? What are the ratings that have influenced you during these years? And before Enormicon you've already had bands with which you approach these solutions?

The music of the 90’s is a big influence on us. We didn’t realize how much until one reviewer made note of it. For me at that time, I had kind of moved away from metal and was more into hardcore but that stuff isn’t that interesting musically. It’s pretty one-dimensional. Then along come bands like Melvins, Soundgarden, Helmet, Fugazi, Jesus Lizard. You had a lot of heavy aggressive music that was influenced by metal and hardcore and just experimenting in general. I think a lot of people were ready for it. I like some of the Voivod stuff. I think that comparison comes from our using dissonance and being attracted to chords and harmonies that go beyond root and fifth. The Mastodon reference comes from my style of singing possibly but beyond that I don’t hear much Mastodon in our stuff. We love High on Fire so naturally that’s gonna be in there. I hope not too much though because I’d hate for people to think we were trying to be them, because nobody could even come close.


How your songs born? What is the compositional process that you follow? There are defined roles in this way, or the jam session help to come up the ideas?

Joe and I share song writing duties. We approach it differently though. Joe will come with some ideas for riffs or parts and the three of us help bring it all together and flesh it out. I take the control freak approach and try to have the song as finished as possible before I bring it to the band. In the end everybody has input on the arranging and how the song could be improved. We do sort of jam on things when one of us is trying to come up with a good part for a song. We’ll often start practice with some sort of jam but that’s usually a trippy psychedelic echo-soaked jam. And...we usually don’t remember what we did unfortunately.


In a genre like the doom/stoner to convey strong emotions are not enough a distortion and a powerful riffing, but must know how to channel the inspirations in an appropriate manner. What are the feeling, the events and the thoughts that push you to create songs?

As mentioned above, our current inspiration is my great grandfather’s journal. I feel more comfortable writing songs as stories instead of baring my own soul. Too often that comes off as sentimental or complaining. Maybe in the future we’ll incorporate more current events into the songs but under the guise of fictional characters. The instrumental part is kind of on a parallel track, it’s more about attempting to make heavy music that is multifaceted and interesting. We could write songs that are firmly rooted in a major or minor key but it’s more interesting if the overall tone is little more ambiguous.


Apart from the small note to the fact of being a bit derivative (but this is a "defect", if you want to call it that, almost inevitable), I consider "Storm Of Swords" a great job and I have particularly liked the two pieces I could categorize as stylistic opposites: "Slaghammer" and "Brotherhood Of The Plague", groove metal vs. psychedelia into practice. There's a song that you have particularly close to heart or that is, in your opinion, the real hit of the album? If the answer is yes, why?

To me the bulk of death metal albums, for instance sound the same, but if you make a death metal album, people don’t say you’re derivative, you’re just that “style” of band. I think because there are distinct style differences that you can point out between songs on our EP, we get labelled derivative by some people. We like writing songs that are distinctly different from each other. Take Soundgarden for instance. There’s a band who could fill an album with a diverse selection of songs but which still had that Soundgarden “sound”. That’s what we aspire too. The EP is the first thing we’ve recorded so we haven’t fully established our own sound yet. That will come as we right more songs. Hopefully the new songs we’re working on will sound more like us. My particular favorite on the EP is “the Gargantuan”. It has what I think is a cool, heavy interesting main riff, a good vocal melody and some trippy psychedelic elements as well. The “hit” seems to be Slaghammer. I think because the main riff is pretty hooky and it has distinct chorus sections.


Your reality is part of a music scene that is, in terms of quality, among the best ever and in constant turmoil, what are your favourite playlist within the doom and stoner?

I’m not a big fan of the blues-based/Sabbathy bands out there, my current favorites are Big Business, YOB, Orange Goblin, High On Fire, Electric Wizard. There’s a band out of San Antonio, Texas called Las Cruces who are doing some cool stuff. The new Melvins record is good. I like a lot of what you would call intense music that’s outside of the metal realm. I think Battles is pretty incredible. I mean, look a their lineup. There’s what I would describe as a melodic math rock band from Austin, TX, Boyfrndz who write some great songs. The Better Death are a Dallas, TX band who are incredible musicians and songwriters. They have kind of Mars Volta tinged sound.


What do you think about the today metal scene?

There are a lot of bands in our area playing southern metal and death metal. A LOT. Those are two styles I just can’t get into. But there is also a healthy doom/stoner scene as well. We still haven’t quite found our place in it but maybe that’s a good thing. I think in the last few years it’s become “OK” to like metal again. But I don’t care for the bulk of metal music out there right now. People don’t sing anymore and they can’t, or don’t care to, craft a good song. I’m not saying we’re experts at it but I would like to see other bands try to do something more than just be brutal. And all the emo crybaby metal shit has simply got to go. There’s no crying in metal. Or keyboards.


You coming from Texas, country that has been offered and still offers a lot to the music world in general: ZZ Top, King's X, Pantera, Rigor Mortis, Divine Eve and Solitude Aeturnus are just a few among the great names we can mention. How you live your scene? And have you noticed significant changes between the period of the nineties and the current one?

Seems like in the 90’s in our area, fans were a little more open to variety than they are now. But also back then, metal was considered very unhip. Now it’s accepted and pretty huge where we are. The other side of the coin is–in Dallas/Fort Worth, the better part of the metal scene is in a stylistic rut, you’re either death, southern or metalcore. But the state, overall, turns out tons of good bands of all styles. Competition is fierce but you get to hear a lot of great music.


Criticism by review sites on the Internet and print media as he welcomed "Storm Of Swords"? And who knows you for a long time? What were the reactions?

I’d say about 70% of the reviews have been favorable, 10% indifferent and 20% don’t like it. Reactions have been all across the board. Some people say we sound like Voivod, others say we sound like 90’s post rock. Lots of writers say they like the unpredictability of the EP, others say it’s too short and that we haven’t quite reached our full potential yet. It’s funny, you can tell the people who are receptive to what we’re doing and those who don’t like our style to begin with and so don’t really give an objective review.


The album was released as selfproduced, have you got the offer of some labels to support your project? They are stirred the waters?

We haven’t approached labels yet. That’s on our list of stuff to do. And none have appeared out of thin air to offer us tens of thousands of dollars to record our next album.


How was it to bring on stage the songs? What memories you have of your first live?

Our first show was a Battle of the Bands. We were nervous, Joe and I hadn’t played live in a while but you just have to get up there and do your thing and hope it doesn’t go completely off the rails. I had strained my voice in practice so my voice cracked a couple times which is really an ice pick in the ear for the audience. Thankfully I have better control of that now. It was a weird mix of good, ok and shitty bands playing all different styles.


The most beautiful experience and the worst that you have lived as a band?

The best has been knowing you’re kickin’ ass up there, the band is tight, the energy is good and you feel like you could stomp a mountain into rubble. And after the show someone comes and tells how much they enjoyed your set. The worst is when, no matter how hard you try, the band is just not working well together and it’s not going to be your best show. And then there are things like this: We serve meat at our shows on occasion. One night we thought it would cool to have a couple of women in dominatrix gear do the serving, cut it up on stage and serve it to the audience on the tip of a sword. We told them that in order to pull it off they had to play it straight, totally serious, like a priest giving Communion. They decided to do a bunch of tequila shots before the show. By the end of the first song, meat, grease and blood littered the stage along with two confused, sword-waving, meat-slinging drunks in vinyl and fishnet stockings. I don’t know how they kept from cutting off their fingers or impaling us or themselves. Thankfully it was an instrumental so I just kept my head down and played guitar. I couldn’t stand to watch.

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