lunedì 17 settembre 2012

DSW - Dust Storm Warning

Informazioni
Gruppo: DSW
Titolo: Dust Storm Warning
Anno: 2012
Provenienza: Italia
Etichetta: Acid Cosmonaut Records
Contatti: Streaming - Facebook
Autore: Dope Fiend

Tracklist
1. Outrun
2. Space Cubeship
3. 666.1.333
4. Dune
5. Lonely Coyote
6. Sherpa
7. Monkey Woman
8. Trippin the Drill
9. Rise
10. Wasteland
11. Requiem

DURATA: 56:55

Quando si parla di gente come Kyuss, Unida, Stonehelm, Fu Manchu, Nebula, Hawkwind, Colour Haze, Monster Magnet, Fatso Jetson, The Atomic Bitchwax e Dozer c'è ben poco da fare: chiunque ami lo Stoner si ritroverà immediatamente gli occhi (e i boxer) bagnati.
Ebbene sì, ancora una volta parliamo di questa corrente musicale che raramente delude le aspettative dei suoi sostenitori e ancora una volta parliamo di un gruppo nostrano che fa il suo debutto ufficiale all'interno della scena, chiamando un po' in causa tutti i nomi citati in apertura.
I DSW sono un quartetto leccese che quest'anno, grazie al supporto della neonata label Acid Cosmonaut Records, sforna, dopo un EP autoprodotto, il primo full, "Dust Storm Warning".
I riferimenti a cui i nostri attingono a piene mani sono palesi e pezzi come "Outrun" e "Trippin The Drill" ce lo dimostrano senza perdersi in convenevoli: l'aria secca del deserto, un groove potente e un energico carico di distorsioni "fuzzy" sono ciò che troviamo all'interno di un disco strepitoso che, per le orecchie di un tossicodipendente di queste sonorità come è il sottoscritto, è oro purissimo.
Scorrendo la tracklist ci imbattiamo in episodi che ripassano ogni sfumatura di questo filone musicale e quindi, se "Space Cubeship" e "Requiem" sono tracce ipnotiche e stordenti come un autoarticolato ricolmo di peyote che ci colpisce sulla nuca, "666.1.333" e "Monkey Woman" si distendono su un tappeto sonoro molto più settantiano in cui lo spettro dei Black Sabbath si aggira compiaciuto.
"Dune", "Sherpa" e "Wasteland" (il cui ordine, insieme alle lettere iniziali e alle figure del booklet, mi fa pensare ad un accorgimento, nemmeno troppo velato, per ottenere ancora una volta la sigla DSW) sono jam session strumentali indolenti e ricolme di quell'alone di perdizione totale che ben conosciamo; è la sensazione di viaggiare all'infinito in un cosmo inebriante in cui Anima e Corpo perdono contatto, un cosmo in cui siamo sempre più leggeri, portati alla deriva da correnti astrali e fumi che forse ci renderanno in grado, come dei novelli oracoli, di approdare a stati di coscienza superiori.
Non siamo ancora del tutto soddisfatti?
E allora, a mettere a tacere quel piccolo esserino esigente e stracciacazzo che abbiamo nel cervello, ci pensano la lunga "Lonely Coyote" e "Rise" con magnifiche fasi psichedeliche (in cui, in alcuni frangenti arpeggiati, ho percepito alcune reminiscenze Led Zeppelin) affiancate ad una solida intelaiatura puramente desertica.
Le prestazioni strumentali sono eccelse e l'asso nella manica di "Dust Storm Warning" è rappresentato dalla superlativa prova vocale di Wolf Lombardi che, fondendo in maniera splendida gli aspetti migliori degli stili propri a John Garcia, James Hetfield e Phil Anselmo, offre davvero la spolverata di qualità che tramuta un ottimo album in un disco da non perdere.
Come se non bastasse, non posso esimermi dal testimoniare che il booklet e il packaging sono molto ben curati e interessanti... dove voglio arrivare già lo sapete, non fatemelo ripetere per l'ennesima volta!
Diverrebbe ormai totalmente inutile un mio ulteriore dilungarmi sulla bontà di "Dust Storm Warning" e credo che chiunque si ritenga appassionato di tali sonorità avrebbe già dovuto pervenire qualche riga fa alla mia stessa conclusione: non ci sono scuse che tengano, questo è un album da non lasciarsi scappare, è una perla strepitosa.
E i DSW sono un gruppo da seguire molto attentamente!

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