lunedì 2 maggio 2011

VALERIAN SWING - A Sailor Lost Around The Earth

Informazioni
Gruppo: Valerian Swing
Anno: 2011
Etichetta: Magic Bullet Records
Contatti: www.myspace.com/valerianswing
Autore: Advent

Tracklist
1. Dr. Pengl Is There
2. Le Roi Cremeux
3. A Sea In Your Divine Fast
4. Since Last Century
5. The Decent Man
6. Pleng
7. Hypnagogic Allucination? Sound In The Void
8. How Far?
9. Nothing But A Sailor Lost Around The Heart
10. It Shines

DURATA: 44:03

Senza limiti! I Valerian Swing si evolvono rimanendo al passo con i tempi. Non sono più legati ad un'impostazione di tipo math/hardcore, ma, piuttosto, sono diretti a lidi sempre sperimentali sulla scia di band post-rock come Mogway, Sigur Rós, Explosions In The Sky.
Venuto direttamente dagli States il disco si apre con "Dr. Pengl Is There", traccia attraverso la quale la band dichiara ancora di amare il sassofono stile Zu volendo però affiancare allo strumento a fiato melodie altisonanti simili alle proposte di act come i Giant Squid. I Valerian Swing tra le influenze citano quasi esplicitamente i King Crimson grazie al titolo "Le Roi Cremeux" del secondo pezzo, il ritmo veloce è tipico dei Dillinger Escape Plan ma i momenti introspettivi e soprattutto la componente vocale (qua) inesistente li rendono troppo originali per definirli all'interno di una ristretta cerchia di formazioni.
"A Sea In Your Divine Fast" è una creatura che ammalia con dolcezza l'ascoltatore grazie anche ad un tripudio di strumenti ed effetti che lasciano spiccare il volo anche ad un cantato leggero e onirico; una canzone per quando si va in trance con la propria donna. Nella release c'è una sperimentazione eccezionalmente pirotecnica ("Hypnagogic Hallucination? Sound In The Void") o elettronica ("Nothing But A Sailor Lost Around The Heart") ma anche una particolare ricerca di emozioni contrastanti ("How Far?").
L'estasi provocata è in tutti i sensi paragonabile alla sensazione di ascoltare l'album dei figli dei King Crimson, ogni dettaglio non è mai lasciato al caso, il sonoro è compresso da una produzione eccelsa (Matt Bayles: Mastodon, Botch, Isis, Minus The Bear). L'imponente impressione che questi quaranta minuti lasciano sull'ascoltatore è di aver ingerito una sostanza inclassificabile, complicata da spiegare perché le parole ne limiterebbero il senso. La mancanza di un cantato costante può essere per molti un neo, ma è sbagliato dire in che maniera andrebbe fatto un album che risulta già uno spettacolo; è normale anche che chi pensa alla produzione precedente abbia la sensazione che qualcosa manchi. Il disco non è per tutti: o si ama o si odia. Il cocktail di mille influenze ed emozioni è proponibile solo a chi ha già scelto la prima opzione. Staremo a vedere se il pubblico italiano, ancora un po' immaturo, riuscirà a comprendere questa elevazione a potenza di un gruppo che aveva già potuto dire tutto con il suo precedente sound, ma che, invece, vuole entusiasmare in modo differente. "A Sailor Lost Around The Earth" è un disco valido, particolare e pronto per girare nel mondo.

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