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lunedì 22 febbraio 2010HAEMOPHAGUS - Slaves To The NecromancerInformazioni Gruppo: Haemophagus Anno: 2009 Etichetta: Despise the Sun Records Autore: Advent Tracklist 1. La Garrota (Intro) 2. Slaves To The Necromancer 3. Remember To Dismember 4. The Mark Of Madness 5. Sniffing The Cremated Rests 6. Dead Eater 7. Red Diabolical Eyes 8. Consecration 9. Traumatic Defecation Of Pus 10. Goddes Of Malice 11. Cataleptic Murderers 12. Witches' Doom 13. Sunrise Over Fields Of Dust 14. Extirpating Life DURATA: 35:15 Siciliani e troppo nostalgici della scuola Marcia con la m maiuscola gli Haemophagus devastano le nostre orecchie dal 2005. Dopo un primo esordio nominato "Into The Mortuary" avevano già dato forza alla scena estrema italiana reindossando l'abito mai putrefatto già vestito da band seminali come Repulsion, Impetigo, Machetazo e Autopsy. Con costanza non hanno mai fatto mancare la propria voce, pubblicando Split e comparendo in un paio di compilation. Il richiamo è purissimo, death/grind suonato nel più vecchio ed eccellente dei modi! Dai primissimi secondi della intro all'ultima possente final song, il tutto con piacevoli intermezzi orrorifici come in "Witches' Doom", dove le cattiverie espresse attraverso parole altrui, ammalano ulteriormente l'atmosfera zombie-death-gore. Già, gore! Ovvero sangue, perchè il loro nome significa letteralmente "Mangiatore di sangue", finalmente vediamo un uso pratico del nostro odiatissimo latino fatto a scuola! Peccato che i nostri amici palermitani non si perdano in latinismi vari e vadano subito al punto con una release precisa e dannatamente buona. Ogni canzone trasuda di pestilenza, putrefazione e, udite udite signori, perfezione! Doom autopsiano rivisitato in "Sunrise Over Fields Of Dust" e "Dead Eater" con tanto di un lancinante e magistrale assolo a fine canzone. La rabbiosa "Slaves To The Necromancer" verso il controllo dei Maestri che contano di avere sui propri servi, l'autentica "Remember To Dismember" un rifacimento nudo e crudo alla scuola dei Repulsion ascoltabile anche in "Red Diabolical Eyes". Influenze molteplici ma sempre e solo ottime, dagli Incantation in "The Mark Of Madness" ai Terrorizer nella concludente "Extirpating Life". Se non ve l'ho ancora fatto entrare in testa, quest'album è ispiratissimo e non perchè non proponga nulla di sperimentale o moderno non lo si debba ascoltare, è proprio questa la novità, la vecchia scuola alla Pungent Stench in casa Italia! Continua a leggere... DESTRUKTOR - Nailed
INTERVISTA PSYCHO RECORDSCon noi oggi Rob della Psycho Records, benvenuto è un piacere averti qui e poter scambiare un po' di chiacchiere con te, come va? Iniziamo presentando la label a chi non la conoscesse. Robert: Ciao! Grazie per questa possibilità. So che la proposta di questa intervista viene da te perché so già che tu hai ascoltato alcuni album che ho pubblicato e che ti sono piaciuti. E’ meraviglioso che in questo mondo ci siano persone per le quali quello che faccio ha ancora un senso, e soprattutto che loro sono come la musica che viene pubblicata dalla mia label. Spero che altra gente si interessi alla mia etichetta grazie alla nostra conversazione. Iniziamo l’intervista… sono pronto. La Psycho è una delle tante che si muove nell'underground ma a mio avviso anche per esperienze personali nel contatto con voi la disponibilità e l'abilità nel pescare formazioni e produrle è al di sopra di molte altre, cosa che noto comunque in molto etichette della vostra nazione (Polonia). Quali sono i vostri canoni di selezione delle band e qual'è la logica che seguite in termini di produzione e supporto? Robert: In ogni intervista che faccio metto sempre in chiaro una cosa. Non ho mai fatto niente per soldi, non ho neanche progetti, grandi motivazioni per mettere su una grande label. Voglio pubblicare album di giovani band che non hanno agganci o la fortuna di debuttare sul mercato. Ma devo avere della musica che ho voglia di ascoltare quando starò a casa da solo, durante il mio tempo libero. Oggi è difficile vendere un gran numero di cd, di band non molto conosciute, e di guadagnare soldi sudati faticosamente. Solo dei coglioni scaricano mp3 e non supportano la scena, sono solo una massa di poser. Ma se c’è ancora qualche fanatico che comprerà i nostri cd, il nostro ruolo come label allora avrà un senso. Come si deve muovere una label e perchè? Robert: Non sono sicuro di aver capito la tua domanda, ma proverò a risponderti. La distribuzione ai giorni d’oggi è un gran problema. Specialmente quando non hai molti amici in questo business che vogliono comprare i tuoi prodotti o fare qualche trattativa. La gente dice che la scena è una sola, che la gente si aiuta ma sono tutte stronzate. L’unica cosa veritiera è che costoro cercano di fare dei buoni affari nell’underground. La mia lista di offerte è sempre più grande, per me, la miglior prova, è che la gente crede in quello che faccio e crede in me, quindi se vogliono comprare un cd dalla Psycho Records loro avranno un prodotto veramente professionale e underground. L’unica cosa che voglio è che la Psycho Records non perda le sue radici, ma che pubblichi dei prodotti in maniera professionale. E’ questo l’importante. Com'è organizzata la Psycho Records, qual'è il tuo ruolo all'interno e cosa consiglieresti a chi volesse entrare nel vostro roster? Robert: La Psycho Records è guidata solo da me. E’ la mia isola deserta privata dove posso fare quello che voglio quando voglio. Oscillo ancora tra un obiettivo, pubblicare dei buon album, che voglio anche ascoltare con piacere. Finchè non mi stufo. Ogni scelta nella lista delle offerte è conosciuta da me, le ho ascoltate molte volte e sono molto orgoglioso delle mie scelte. Consigli per chiunque volesse far parte della Psycho Records? E’ semplice, mandatemi dei vostri promo ed una biografia. L’ascolterò e la valuterò e poi vi darò una risposta. Faccio sempre sapere ciò che penso, non importa che questo sia un Sì oppure un NO. E se troviamo un accordo possiamo firmare un contratto! Vedete, è molto semplice… Siete attivi ormai dal 1992 da come ho letto sul myspace ufficiale, quale sono state le reali difficoltà incontrate in questi anni? Robert: La Psycho Records come tu la conosci ora si è riattivata nel 2008. E’ una parte di Psycho Magazine ma dovrebbero essere trattati come due progetti differenti. Nel 1992 la Psycho Records pubblicò solo una casseta, ma non c’era nessun collegamento tra i due. Inoltre non posso dirti nulla a riguardo di quei vecchi tempi. Posso solo dirti cos’è Psycho Records. E’ il compimento di un mio sogno d’infanzia, e Psycho Records lo sarà finchè durerà. Com'è il vostro rapporto con le 'zine siano web o cartastampata e quanto è dura combattere con i ripp offer che spesso intasano la rete facendo perdere di credibilità a tali realtà? Robert: Ho dei contatti molto stretti con le ‘zines, che ai miei occhi compiono un ottimo lavoro. Oggi è molto semplice creare un sito, quindi abbiamo un sacco di webzines. Non lo nego, ma molte di queste a causa di mancanza di contenuti sono molto deboli. Personalmente preferisco le riviste su carta stampata e mi congratulo con loro. Faccio sia webzines e sia riviste e so quanto lavoro ci voglia per un editore e ciò l’apprezzo. Ci sono inoltre un sacco di ‘zines alle quali non ho mai spedito dei promo. Riguardo al rippaggio –sfortunatamente è ancora troppo popolare. Ed in questo campo ultimamente sta regnando il Perù. Credo che non spedirò più nulla li. A causa di questi ladri, stupidi, e non spaventatevi di questa parola, figli di puttana della scena, che tutta la scena ne soffre. Un VAFFANCULO speciale lo vorrei dedicare al più grande figlio di puttana dell’intera scena – Christian Felipe Paucar Toledo!! Attenzione a questo bastardo – ha truffato delle band e delle label!!! Se il suo indirizzo include “morro solar”, è falso persino il nome della sua zine. Questo coglione usa diversi nomi di fanzine e cerca di reperire cd gratis, o prova a scambiarli senza mandare in cambio nulla. Cercate “morro solar”+”rip off”, ecc… su Google. Vedrete alcuni suoi cd rippati su diversi nomi di ‘zines. Quali sono a tuo avviso le band migliori che hai prodotto? Robert: Certamente, la risposta può essere solo una: OGNI band che ho pubblicato è stata magnifica ed è stato un grandissimo onore per me cooperare con loro. Ed ognuna con il logo della Psycho Records è per me fantastica. Forse ora sembrerò un buffone presuntuoso, ma ce l’ho proprio dal profondo del culo, non pubblicherò mai un album che non mi piace. Controllate band come: Hymperial, The Damnation, Repossession, Intestinal, Chaos Synopsis, The Thorn, Underdark e ditemi se mento!!! Di quale band hai detto "cavolo, se l'avessi prodotta io!"? Robert: In questo caso dovrei nominare centinaia di band, che personalmente, come fan della musica sono intriganti, eccitanti ed elettrizzanti. Avrei la stessa reazione se potessi mettere sotto contratto band che sono popolari e rispettate, come ho adesso, con band che non sono molto conosciute. Oltretutto adesso non posso rispondere velocemente a questa domanda. Se volete dei nomi concreti, provate a menzionare un sacco di album di metà anni ottanta – inizio anni novanta. E sono questi album e queste band che io vorrei pubblicare. Ma sfortunatamente, non possiamo tornare indietro nel tempo, ma possiamo sognare hahahhaha. L'episodio più bello come produttore...e quello più brutto? Robert: Non sono un produttore ma un pubblicatore. Ma forse un giorno??? Adesso per me c’è un grande margine tra produttore-pubblicatore. Questo episodio è il peggiore ancora prima che io lo sia. Ed il migliore? Ogni mia prima volta è il migliore episodio. Ogni album appena pubblicato mi eccita in una maniera così forte come farebbe solo il bellissimo culo di Monica Bellucci. E’ stato grandioso invitare i ragazzi dei The Damnation a casa mia e bere con loro ettolitri di birra. Cerco di tenere dei rapporti amichevoli con ogni band che pubblico. Ma sai, non è sempre possibile. Cerco di avere dei legami completi tra me e le band. Quale è stato il primo album che hai comprato e quale gruppo è il tuo preferito? Robert: Il mio viaggio con la musica metal iniziò a metà anni ottanta, quando nel mio paese c’era ancora il regime comunista. Era molto difficile in Polonia accedere a della musica, ma non solo da comprare ma persino da avere da qualcun altro. Per voi italiani sarà di sicuro una parte di storia europea che non comprenderete. Dovreste essere grati che il vostro paese non abbia mai conosciuto questa merda. CCCP, Comunismo – cose veramente brutte. Ma torniamo alla domanda. Uno dei primi vinili che comprai fu “Dorosle Dzieci” dei Turbo, “666” dei Kat, “Heavy Metal Word” dei Tsa, “Possessed” dei Venom, “Live After Death” degli Iron Maiden, “Second Attack” dei Crossfire e “Gold ’n' Glory” dei Faithful Breath. Ancora oggi sono molto legato a questi album. E comprai anche le cassette di band come Sodom, Messiah, Betrayer, Imperator, Vader, Destruction, Bathory, Entombed, Kreator, Morbid Angel, Master, Morgoth, Assassin e Protector. La scena polacca è sempre stata eccitante per me. Abbiamo sempre avuto grandi band e ancora oggi abbiamo dei gruppi eccellenti. AVE UNDERGROUND POLACCO!!! Ho centinaia di band favorite, ma il mio sentimento più grande è riverso ai vecchi Voivod, pura genialità!!! Se tu potessi scegliere tre gruppi da mettere sotto contratto ora, chi sceglieresti? ...ok, i Metallica non valgono Robert: Solo tre? Hey amico, non so come potrei dormire se distruggessi i miei sogni hahhahah. E’ come chiedere d'esprimere un desiderio ad un pesce rosso. Assolutamente senza senso ;-) Non posso rispondere a questa domanda perché non vorrei farmi del male. Avrei preferito se mi avessi chiesto tre donne che avrei voluto vedere nel mio letto hhahahah. Seriamente ora… non saprei, se dovessi scegliere queste tre band sceglierei queste: VOIVOD, GRAVE e IRON MAIDEN!!! Ti ringrazio per la tua disponibilità e chiudi a tuo piacimento l'intervista... Robert: Grazie per tutto ciò che mi hai chiesto a riguardo della mia attività. E’ bello quando qualcuno apprezza ciò che fai. Auguro a te e alla tua webzine un sacco di fortuna. Ed invito tutti a passare sui due siti dove potete trovare informazioni sulla Psycho Records e su Psycho magazine. Sarebbe bello rispondere tramite mail a donne simili a Monica Bellucci ;-)!! E controllate tutti i cd della Psycho Records! Prossimamente: Repuked su cassetta! Puro death metal svedese nella sua forma migliore!!! Robert Legowik, P.O. BOX 61, 09-400 PLOCK 1, Poland; robert@psychozine.eu http://www.myspace.com/psychozine
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MYSTERIUM INIQUITATIS - I - Cosmos
SULPHUR GRACE - Demo 2009
Informazioni
Gruppo: Sulphur Grace Anno: 2009 Etichetta: Self-Released Autore: Advent Tracklist: 1. The Blade Reforged 2. Winter of the Redeemed 3. Trial, Judgment, Deliverance DURATA 18:56 Dustin Grooms, batterista nella vecchia formazione degli Woe Of Tyrants, ha intrapreso dal 2005 una strada solitaria e personale dal punto di vista prima laico e poi cristiano, pubblicando dopo tre anni un album fatto in casa dal titolo "From The Ashes Of This World", il nuovo demo invece preannuncia un musicista più credente, con testi apertamente cristiani. Bell'inizio con "The Blade Reformed", qua spinge l'acceleratore hardcore punk per un piacevole crust/death dai toni duri, l'ottima sincronia anche nelle parti più veloci garantisce un ascolto scorrevole e mai impegnativo, "Winter Of The Redeemed" scopre ritmi e rallentamenti sapientemente suonati concludendo con un bellissimo urlo ribelle ed un breakdown che ispira mosh! Dustin Grooms continua in questo onesto demo con la terza e ultima traccia "Trial, Judgment, Deliverance" traccia lunga ma ben elaborata, alla quale sfugge una certa ripetitività in brevi passaggi, il difetto però potrà essere una lacuna per alcuni ed un piccolo neo per altri, amanti del metal di matrice punk non disprezzeranno affatto questo approccio. Attendiamo allora, chissà se ci aspetterà un full più aggressivo e profondo o un'altra vivace ma dura produzione! Continua a leggere... ENTITY - Promo 1997
A.A.V.V. - Abominations, Chaos And Bestial WarfareInformazioni Gruppo: Artisti Vari Anno: 2009 Etichetta: Infernal Kaos/Misanthropic Art Autore: Mourning Tracklist: Adokhsiny 1. Nuclear Warfare 2. Ritual Of Lust Wargoatcult 3. Cosmo-Colaspo Celestial 4. Isotopo Mesias 5. Devil Pig (Von Cover) Wicked (Swe) 6. Legion Of One 7. Gospel Of Sickness 8. Beast Nadimac 9. Metal Je Rat 10. Hirani Badu Da Te Ujede Land of Hate 11. Claustrophobic 12. From The Street 13. In The Hands Of Destruction DURATA: 44:47 Infernal Kaos e Misanthropic art producono questo Split a cinque dove vengono inseriti i nostri connazionali Land Of Hate, la band calabra si trova in compagnia degli svedesi Wicked già recensiti sul nostro portale con il loro demo, i guerriglieri spagnoli Wargoatcult, il black/death degli asiatici Adokhsiny e il thrash rozzo dei serbi Nadimac. Ce n'è davvero per tutti i gusti, si rimane sempre con il motore a giri elevati quindi di canti da collegiali non ne ascolterete, poco ma sicuro. L'apertura dei giochi viene affidata agli Adokhsiny che con una prova canonica del genere non dispiacciono, si muovono su coordinate ormai conosciute e che chi ama lo stile non troverà difficile apprezzare, di seguito i Wargoatcult risultano sicuramente molto più violenti. Il solo project di Necrotomb si presenta con un black death furioso, monotono in molti passaggi e alquanto scontato, il suo urlare a perdifiato è straziante, relegato a chi ascolta war metal e n'è uno sfegatato e ossequioso seguace. Fanno molto di meglio per fortuna i successivi Wicked e Nadimac che con le loro composizioni alzano il livello qualitativo e fanno centro soprattutto con brani come "Gospel Of The Sickness" carica di groove o l'incedere pesante di "Beast" per quanto riguarda i primi death/black e "Metal Je Rat" che in certi tratti par ricordare una "Deny The Cross" degli Overkill per i secondi, un thrash crossover adrenalinico da headbanging senza tregua. L'ultima formazione a dare il proprio contributo è quella dei Land, tre episodi estratti dal debut dell'anno appena trascorso "Neutralized Existence", tre salutari e sane mazzate di death/thrash spaccaossa con "Claustrophobic" sugli scudi a tenere ben alto il vessillo italico. Di questi split ne escono a centinaia ogni anno, non sono lavori che si possano ritenere fondamentali, danno la possibilità di far conoscere più realtà insieme e magari trovarne qualcuna che sia di vostro gradimento, se poi vengono assemblati con la giusta perizia diventano piccoli e preziosi dischi che si conservano con piacere. Continua a leggere... ISEGRIM - Dominus Inferus Ushanas
SAMMATH - Triumph In HatredInformazioni Gruppo: Sammath Etichetta: Folter Records/Apollon Records Autore: Mourning Tracklist: 1. Blood 2. Burn in the Fires of Hell 3. Interlude/Torment 4. Damnation 5. Blazing Storm of Steel 6. Triumph in Hatred 7. The Dead Lay Torn DURATA: 40:45 Quarto studio album per gli olandesi Sammath, da sempre dediti a un black ferale e battagliero, la creatura che vede in J. Kruitwagen il suo cardine essenziale è decisamente migliorata col passare degli anni, ha acquisito esperienza e dinamismo nel soundwriting limando le varie pecche disco dopo disco. "Triumph In Hatred" è un netto passo in avanti, la band per alcuni versi è accostabile ai belgi Enthroned per la qualità con cui sfrutta le parti più thrash, la furia dei Marduk era Legion dove fuoco e fiamme regnavano nelle note emesse dagli svedesi e uno spunto heavy/progressivo che potrebbe ricondurre agli Emperor. Un bel calderone che però non intacca una proposta personale riconducibile al combo soprattutto per chi li segue da tempo. I sette brani che compongono il lavoro si mantengono su ritmi sostenuti, blast beat a manetta, doppia cassa in mid tempos e chitarre che elargiscono riff possenti e affilati carichi di melodie graffianti. Nei Sammath una componente death primorde sembra essere fondamentale nella base per elevare i giri al regime preferito, questa permette loro di spingere, episodi come l'opener "Blood", "Blazing Storm Of Steel" o la stessa titletrack "Triumph In Hatred" sono delle badilate in pieno volto nelle quali assoli o accenti alla parte armonica marcatemente heavy non fanno che fornire un valore aggiunto. La formazione si è evoluta ma non ha per questo rinunciato a un approccio raw non smantellando la personalità e le doti da cui è nata e ha attinto in questi ormai tre lustri di carriera. Sono davvero piccoli particolari quelli che possono considerarsi negativi: una batteria che alle volte va un po' perdendosi nei momenti tendenti ad accelerazioni o che probabilmente se avessero puntato ad aumentare la carica death/thrash nelle tracce (influenza con cui si trovano a loro agio in maniera palese sia compositivamente sia come esecuzione) "Triumph In Hatred" sarebbe potuto magari essere più corposo e allo stesso tempo possedere un piglio maggiore in alcuni frangenti. La visione che unisce il classico black sparato a un riffing dal tratto progressivo fa dei Sammath oltre che una realtà ormai matura che ha bisogno sempre più di accrescere i propri confini musicali, una di quelle a cui si può dare una chance d'ascolto. Se vi sono piaciuti i precedenti lavori della band non farete nessuna fatica ad approcciarvi con "Triumph In Hatred", se invece la prima volta che avete incrociato il loro nome è proprio con questo disco avrete fra le mani il migliore che abbiano rilasciato sinora. Oltre la versione cd rilasciata dalla Folter Records, la Apollon Records ne ha stampata una serie in tiratura limitata vinile, per chi è collezionista può essere una motivazione in più per farlo entrare in casa. Continua a leggere... PORTALL - Code Black
Informazioni
Gruppo: Portall Anno: 2009 Etichetta: Under Her Black Wings Autore: Mourning Tracklist: 1. Left For Dead 2. Code Black 3. Silenced 4. Im Memoriam 5. Mind On Fire 6. Where Vultures Feast 7. I Prevail 8. Act Of Killing 9. Tongue Of The Snake 10. The Premier Plague DURATA: 42:54 I Portall sono una band olandese che nel duemilaquattro, dopo aver vinto una Metal-battle (competizione per formazioni emergenti), ebbe la possibilità di veder prodotto il primo ep "In The Absence Of Light". Questa vittoria e l'esperienza susseguente live che li portò a condividere il palco con act importanti quali Sinister, Vomitory e Legion Of The Damned fa avere loro la possibilità di firmare un accordo con la Under Her Black Wings (sublabel della Freebird Records) per l'uscita del debut album "Code Black". I tempi e i ragazzi sono ormai maturi per dar vita alla creatura full, il risultato che ne vien fuori è un disco carico di groove, compatto, moderno e nel complesso ben assemblato. Il sound per molti punti prende dai Machine Head prima era ("Burn My Eyes"/"The More Things Change...") intrisi della vena Vader più thrashosa, per quanto sia molto facile da ascoltare e assimilare, i brani hanno un appeal spiccato che permette loro di risaltare. Episodi come la titletrack "Code Black" o "In Memoriam" con aperture furiose e dotate di una carica groovy massiccia, "Mind On Fire" possedente un gran riffing e pattern di batteria centrati e ficcanti o una "Where Vultures Feast" con il suo piglio catchy che trascina all'impazzata conquistano l'ascoltatore. La prova dei singoli in toto è più che sufficiente, si trovano a loro agio nei momenti in cui la musica diventa più spessa e monolitica creando un giusto equilibrio con quelli dove l'attenzione si sposta su fraseggi melodici, non male infine gli assoli ben eseguiti e mai ostentati. L'album non ha cali vistosi, si regge bene dall'inizio alla fine e viene voglia di rimandare on air alcuni pezzi: è un segnale positivo. "Code Black" non sarà un capolavoro ma ci fa un grosso piacere regalando un bel po' di buona musica agli amanti del thrash, la proposta potrebbe essere ostica per i più conservatori, una possibilità datela prima di uscirvene con la solita storia del non suonano "Old School". Continua a leggere... D.A.M.N. - Forbidden AngerInformazioni Gruppo: D.A.M.N. Anno: 2010 Etichetta: Unexploded Records Autore: Mourning Tracklist: 1. Urt La Bu Tal 2. Lost In Lines 3. Close To The Border 4. Deathinfection 5. Hate 6. Ewigkeit 7. First Class Suicide 8. Forbidden Anger 9. Across The Street 10. Hall Of Fame DURATA: 48:04 Nuova uscita in casa Unexploded Records, l'anno scorso mi avevan fatto felici pubblicando il genuino debutto degli svedesi Born Of Sin, tocca adesso ai tedeschi D.A.M.N. vedere pubblicato il loro secondo lavoro "Forbidden Anger" sotto l'ala protettrice di questa buona label. Il territorio sonoro su cui la formazione si muove è un solido death/thrash di nuova generazione che combina impatto veemente ad aperture melodiche (mai ostentate per fortuna). Ridondanti, spessi come un mattone, i brani vengono intervallati da attimi ad ampio respiro o cavalcate martellanti in cui vengono assestati solos e variazioni alla struttura alle volte lineare ma incisiva che fa da leit-motiv portante al platter. Un'ondata groove che ha inizio con "Lost In Lines", se alle volte il richiamo e spunto tratto dallo stile svedese spunta fuori in maniera prepotente come si nota marcatamente nella successiva "Close To The Border", i D.A.M.N. non cadono nella becera scelta di sfruttare passaggi ultracatchy, pestando e spingendo ancor più sul pedale dell'acceleratore con "Deathinfection". Bisogna però mettere in luce che non ci troviamo dinanzi a una band di melodic d'ultima generazione che si spaccia per qualcosa che non è, convinta di suonar death metal. Sì è vero che gli Arch Enemy e la Gossow vi verranno magari in mente ma la differenza sostanziale fra le due formazioni sta in primis nella cantante, Antonie infatti non ha la vocetta da micio spaurito che Angela mostra quando growla, la ragazza forza di brutto graffiando, raschiando e quando serve scendendo di tono (non è certo Fisher ma non si può pretendere tutto dalla vita), mostrando di possedere anche una bella carica. Le linee vocali si prestano bene alle basi che continuano nella loro opera, infliggere colpi precisi e incalzanti, cosa che avviene sia con "Hate" e soprattutto con "Ewigkeit" forse la migliore come prestazione vocale, scream e growl vengono alternati senza problemi, indiavolati al punto giusto. Altro punto a loro favore è il riffato, le sei corde sono particolarmente ispirate, attive, vibranti e pronte a passare da una classica ritmica più thrashy a fraseggi death spinti ad altri ancora prettamente melo. "First Class Suicide" placa gli animi, un piacevole strumentale nel quale una bella esecuzione solistica si spande per la sua quasi totale interezza, semplice e armoniosa si pone il compito di rilassare prima che i tempi ed i modi tornino a divenire nettamente più pressanti e battenti con la titletrack "Forbidden Anger" che offre il lato migliore nei periodi dall'andatura cadenzata, "Across The Street" e la conclusiva "Hall Of Fame" non fanno che confermare quanto di buono fatto in precedenza. La produzione curata con Jacob Batten (Illdisposed) e Ziggy (Illdisposed, Behemoth, Mercenary) si presta agevolmente alla funzione richiesta, esalta infatti in toto i suoni grazie a volumi ben inquadrati e crea un feeling positivo con il disco, evitando la plastificazione che troppo spesso si rivela marchio negativo di chi ha un sound moderno. Suoni che in effetti potrebbero essere l'unico ostacolo per quelli che si approcciano a tale release e sono fedeli alla vecchia scuola, per i rimanenti non ci saranno problemi ad ascoltare "Forbidden Anger", non è un capolavoro sia chiaro ma un'onesta prova suonata con passione e sprazzi di personalità, possono ancora crescere e far meglio. Continua a leggere... NECROWRETCH - Rising From Purulence
BLASPHEMOPHAGHER - ...For Chaos, Obscurity And Desolation...Informazioni Gruppo: Blasphemophagher Titolo: ...For Chaos, Obscurity And Desolation... Anno: 2010 Provenienza: Italia Etichetta: NWN! Productions Contatti: facebook.com/pages/BlasphemophagheR-Official/174711162564339 Autore: ticino1 Tracklist 1. Intro / Descending Into Extermination 2. Chaos Obscurity & Desolation 3. Perverse Multiverse Of Damnation 4. Sign Of Blazar Storm 5. Vengenace From Nuclear Abyss 6. Altar Of Quantum Immortality 7. Fleshripping Terrordeath 8. Black Hole Abominations 9. Rites Of Eternal Horror 10. Ascending To Chaosthrone / Outro DURATA: 40:11 "... For Chaos, Obscurity And Desolation"... Leggendo il titolo, temo di trovarmi davanti a un'ennesima pubblicazione di White Metal. Mi rassicuro subito. La copertina di Paolo Girardi non lascia dubbi sul fatto che debba trattarsi di un disco di metal estremo e con tendenze oscure. Quando poi vedo il logo dei Blasphemophagher, mi si gonfia subito il pacco nei pantaloni. Possiedo già un demo, uno split e il primo LP "Nuclear Empire Of Apocalypse". Siccome nessuna registrazione mi deluse finora, sono un poco teso. Comunque non mi aspetto nulla di nuovo. Il gruppo è sempre stato fedele alla linea, migliorando passo dopo passo la propria tecnica. Yosuke della NWN! Productions annichilisce impietosamente da anni i timpani dei nemici dell'underground. Egli non solo produce dischi come questo, ma offre continuamente metal estremo a prezzi molto abbordabili. Pensate: dirige l'etichetta per passione, oltre a lavorare a tempo pieno come la maggior parte di noi. Ammetterete che coordinare il tutto non è una passeggiata. Ecco, il grande giorno è arrivato. Aprendo la buca lettere, trovo finalmente il pacchettino della NWN!. Come d'abitudine, smonto la confezione del CD per avere un'idea della sua fattura. Il libretto è privo di testi. Sembra che R.R. Bastard e compagnia bella vogliano costringere l'ascoltatore a concentrarsi sulla musica. L'introduzione alquanto lenta e oscura non è un buon augurio. Pochi secondi dopo, infatti, una raffica m'investe, obbligandomi a cercare rifugio al coperto. Dopo una quarantina di minuti il bombardamento a tappeto termina e io posso ritornare a concentrarmi sulla missione ricevuta. La prima impressione ottenuta dopo l'ascolto è che il gruppo utilizzi meno riff nei pezzi, rispetto al lavoro precedente. Trovo questo fatto positivo. Le tracce sono così più lineari, tirate e, dulcis in fundo, i musicisti non esauriranno tutte le idee in un colpo solo. La musica è nettamente più pesante e offre una sfilza di spunti che invitano a scuotere la testa al suo ritmo. Indossiamo le maschere antigas, allacciamo i bracciali irti di chiodi da venti, stringiamo le cinghie dei nostri caschi e gettiamo eroicamente i nostri cuori oltre la trincea. Soffriremo insieme una morte metallica e valorosa sul campo di battaglia intriso di sangue chiamato Blasphemophagher! Continua a leggere... HIBERNUS - Nostra Terribilis Hiems
BOMB OF HADES - Carnivores
PLANKS - Planks
BUDDHA SENTENZA - Mode 0909Informazioni Gruppo: Buddha Sentenza Titolo: Mode 0909 Anno: 2009 Provenienza: Germania Etichetta: Autoprodotto Contatti: facebook.com/pages/Buddha-Sentenza/261997021743 Autore: Mourning Tracklist: 1. Black Coal Funeral 2. White Crystal Party 3. Ride With The Devil 4. Saturn 5. Noise From The Death Factory 6. Kehakeeltekool 7. Sexual Omega 8. Ate Itself DURATA: 36:07 Vengono dalla Germania i Buddha Sentenza, non l'avrei mai detto quando ho inserito nel lettore il loro "Mode 0909". La musica che la formazione ha composto è un viaggio intenso e colorito, ricco di sfumature e che pare spandere odori e sensazioni trascinanti: un misto fra la psichedelia di classe dei Pink Floyd, lo space rock degli Hawkwind prima era e l'heavy accattivante e primordiale di Black Sabbath e Motorhead. Solo nelle parti più stoner asciutte sembrano avvicinarsi a band come i Kyuss e la loro calura californiana. Un cocktail altamente esplosivo quanto delirante: l'album offre una performance prettamente strumentale di alta fattura e adrenalinica quando spinge sull'acceleratore. Lo spirito desertico che aleggia nei brani è di tipo lunare, come se si stesse rimbalzando fra un cratere e l'altro del nostro satellite; i tocchi da pittura estrosa settantiana, come il piano inserito in "Noise From The Death Factory", sono dei graditi cadeau che innalzano il valore complessivo già alto, non sortendo altro effetto che far drizzare le orecchie a un ascoltatore desideroso d'immergersi in questo mare di suoni da cui essere inglobato. Le influenze, come nervi vivi e scoperti continuamente stimolati, fanno pulsare il cuore di "Mode0909", passando dai Pink Floyd in "Saturn" agli Emerson Lake & Palmer od Oblivion Express in "Kehakeeltekool", per non parlare dello spirito "on-the-road" senza sosta dall'amaro retrogusto bluesy di "Black Coal Funeral" e della più heavy "Ride With The Devil", un connubio fra psyco-hard rock e proto-heavy della prima metà anni Settanta. La conclusione poi arriva con la mistica "Ate Itself" dall'andamento orientaleggiante. C'è realmente poco da dire sulla prova dei singoli, è praticamente perfetta, evocativa, dinamica, capace di dare una forma distinguibile alla musica, vi verrà quasi spontaneo unire a ogni traccia una collocazione spazio-temporale precisa e personale. Per chi ama andare oltre con la mente, ricercare paesaggi che non esistono sul nostro Pianeta, vivendo una continua esperienza di trasporto condita da note che sanno incantare: "Mode0909" è per voi, senza ombra di dubbio. Continua a leggere... lunedì 15 febbraio 2010UNCREATION - Return To Chaos
MYSTERIUM INIQUITATIS - Elohim's Ascension
METE INFALLIBILI - Karma Catarsi
ABORYM - With No Human InterventionInformazioni Gruppo: Aborym Titolo: With No Human Intervention Anno: 2003 Provenienza: Italia Etichetta:Code666 Records Contatti: aborym.it Autore: M1 Tracklist 1. Antichristian Codec 2. With No Human Intervention 3. U.V. Impaler 4. Humechanics-Virus 5. Does Not Compute 6. Faustian Spirit Of The Earth 7. Digital Goat Masque 8. The Triumph 9. Black Hole Spell 10. Me(n)tal Striken Terror Action 2 11. Out Of Shell 12. Chernobyl Generation 13. The Alienation Of A Blackened Heart 14. Automatik Rave'olution Aborym DURATA: 64:51 Le macchine infine ebbero la meglio ed imposero il proprio dominio sulla Terra. La guerra era iniziata nel 1999 ma pochi se ne accorsero, "Kali Yuga Bizarre" il nome della prima epica battaglia in cui era ancora l'uomo ad imporre la propria legge, poi fu la volta di "Fire Walk With Us" e tutti si illusero che il viaggio nel cyberspazio elettronico non avrebbe avuto conseguenze... "With No Human Intervention" segna il passaggio ad un livello superiore nello scontro, la violenza si è fatta cinica, inumana, fredda e precisa, industrial black metal? Alien-black-hard/industrial? Le macchine hanno prevalso e per l'uomo non c'è stata via di scampo... Abbiamo poco tempo per respirare, esattamente i trenta secondi di "Antichristian Codec", prima di essere assaliti dalla furia senza compromessi e dal rigore spietato della title-track: la drum-machine impone ritmiche folli e forsennate, l'onda d'urto delle chitarre spazza via tutto con una precisione chirurgica, così come avviene in "U.V. Impaler" e "Humechanics-Virus". Non di sola violenza vive però questo disco: "Faustian Spirit Of The Earth" è uno dei brani più complessi per struttura e andamento, "Digital Goat Masque" presenta uno stacco melodico inaspettato e l'epica "The Triumph" un assolo pauroso. Sono presenti inoltre episodi decisamente alieni al metal come ad esempio la "danzereccia" "Chernobyl Generation" dai toni Ebm (sonorità poi riprese da Nysrok nei suoi Alien Vampires) o "Does Not Compute" ad opera di Matt "OCD" Jarman della industrial black metal band britannica Void, pezzo industrial/noise che si inserisce perfettamente nel concept generale. Non manca infine un richiamo al glorioso passato grazie alla presenza di "Me(n)tal Striken Terror Action 2", secondo episodio e autocitazione dal brano più thrashy dell'esordio "Kali Yuga Bizarre". La prova di tutte le personalità coinvolte, ospiti compresi, è di livello eccellente: gli effetti utilizzati sono innumerevoli e stranianti, le vocals di Attila sempre acide, degne di uno sciamano hi-tech, Bard "Faust" inaugura la sua collaborazione con Aborym direttamente dalla cella dove stava ancora scontando gli ultimi giorni di prigionia per i crimini commessi durante gli albori dell'Inner Circle, registrando via telefono alcune spoken words, scrivendo alcuni testi e dando il titolo al disco, mentre il nucleo storico (che lavorerà insieme per l'ultima volta e poco a poco sarà smantellato) composto da Fabban, Nysrok Infernalien e Seth Teitan 131 si conferma ancora una volta una sicurezza. Decisamente curato anche l'aspetto grafico del digipack, con un booklet completo di testi e foto piuttosto esplicite e una traccia video contenente una sorta di videoclip del brano "With No Human Intervention". L'unica pecca rintracciabile in questo album può essere considerata la durata importante che supera l'ora di musica, quasi sessantacinque minuti di assalto più o meno continuato, mai monotono ma comunque davvero una bella mazzata non facile da "incassare". Tirando le somme possiamo dire che Aborym si sia fatto ancora più estremo ed "alieno" da ogni tocco umano, radicalizzando in un certo senso le coordinate del precedente "Fire Walk With Us" pur differendone: il secondo disco di Malfeitor Fabban e soci infatti rimane più "spaziale" (vedi "White Space" o "Sol Sigillum") e meno spietato per quanto estremamente violento, un trip allucinante dove si sono incontrati black metal e sonorità elettroniche EBM. L'entrata in pianta stabile di Bard "Faust" per le registrazioni di "Generator" permetterà poi al gruppo di mutare nuovamente pelle, confezionando un disco più dinamico e differenziato grazie al drumming del nuovo entrato. Con Aborym comunque non potete sbagliarvi: quattro dischi, quattro capolavori. Per uccidere si deve odiare. Chi uccide i falsi vive in eterno. Continua a leggere... FRONTLINES - Demo II
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Gruppo: Frontlines Anno: 2009 Etichetta: Self-Released Autore: Mourning Tracklist: 1. All Within 2. Conquer 3. Contaminated 4. Wrath Of Man DURATA: 16:44 Secondo demo per la band finnica dei Frontlines, groove metal, molto spesso con questo termine s'identifica anche una totale mancanza d'innovazione e una totale devozione a un nome storico quanto altisonante della scena: Pantera. Sì è vero i ragazzi nelle quattro tracce di questo "Demo II" sono dei fedelissimi seguaci di quello che i texani riuscirono a comporre nel periodo post "Vulgar Display Of Power", è anche vero però che i brani oltre a essere composti ed eseguiti eccellentemente rispecchiano quella grinta e quella espressività che solo la formazione di Phil e il compianto Dimebag sapevano infondere nei pezzi. Hanno studiato bene la lezione quindi? Decisamente sì. Nel sound di un act nordeuropeo come il loro è sensazione strana ritrovare quella polverosa e ostinata rabbia che l'aridità di un territorio come il Texas donava al combo madre dello stile. "All Within" quasi death nel suo cantato che rasenta il growl, la solistica che si spande nei break in cui prende il largo nella già citata e in "Conquer" conducendole alla fine in una girandola di note che infoga, la pesante "Contaminated" e l'ancor più groovy e quasi sludgy in certi frangenti "Wrath Of Man" rappresentano una bella carta di presentazione. Gli assoli dove si spezza il filo della chitarra ritmica che scompare lasciando il compito d'accompagnamento alla base di basso e batteria mostrano la compattezza e l'inaspettata dinamicità che il drummer possiede, altra nota positiva è la prova dietro il microfono di un cantante che nelle parti più aspre non punta a strafare ma solo a fare il culo a chi ascolta. Demo che supera le più rosee aspettative, migliore anche di molte produzioni che hanno avuto a disposizione budget non di poco conto, se amate il groove e la scena che ha preso anima dai Pantera non fateveli scappare. Continua a leggere... LILYUM - Fear Tension Cold
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Gruppo: Lilyum Anno: 2010 Etichetta: Salute Records Autore: Mourning Tracklist: 1. Intro - Chaos From Order 2. Dissolution Is Imminent 3. Of Lead And Mercury 4. The Black Slumber 5. Fear Tension Cold 6. Obsessed 7. Hail Failure - The End Of A Sick Era 8. Salvation DURATA: 32:06 A distanza di pochissimo dal precedente "Ultimatum" i Lilyum ancora una volta sotto l'egida ala della Salute Records di Satanic Tony tornano a farsi vivi con un nuovo full-lenght dal titolo "Fear Tension Cold". Il progetto guidato dal mastermind Sergio Vinci ha avuto un'escalation continua, miglioramenti e rivoluzionamenti aventi inizio con un album che tutto era fuorchè black "Oigres". Nell'ultimo triennio si è davvero dato da fare supportato da personaggi che hanno offerto la loro partecipazione e che condivisero e condividono tuttora (Lord J.H. Psycho) questo cammino. Nel suo andare nettamente avanti non ha mai rinnegato la passione per il background musicale da cui prende ispirazione: l'epoca d'oro del black e i predecessori che fecero grande lo stile. Il sound guarda decisamente indietro, la scelta di chitarre zanzarose e ossessive, di tempistiche veloci senza respiro riportano la lancetta del tempo ai primi novanta quando picchiare malevolmente aveva davvero un senso. Il connubbio di rasoiate thrash e sfuriate black che si percepiscono indiavolate e nette nei brani come solo Aura Noir o i genuini Inferno sapevano fare, danno quell'accessibilità a delle tracce gelide e dai tratti criptici soprattutto legati alla prova maniacale di un Lord J.H.Psycho che si destreggia fra morbosità ed esaltazione dell'inumanità, lasciando che come un animale voracemente incattivito la sua voce si abbatta su di voi. Dallo scattare della prima nota legata all'intro "Chaos From Order" verrete risucchiati in un ciclone primordiale il cui occhio sarà costituito dalla dilaniante "Black Slumber" e dalla monumentale "Hail Failure - The End Of A Sick Era" di cui l'incedere malvagio e ammorbante emana un semplice e chiaro messaggio di annientamento: la fine ha inzio. Carpathian Forest e Darkthrone sono due delle band che sembrano richiamo evidente nell'opera ma ascoltando in profondità e con attenzione più volte il lavoro verrete a contatto con un'aura fortemente Celtic Frost che spinge dannatamente sotto la coltre zanzarosa. La produzione non ha nulla d'amatoriale essendo da sempre uno dei punti forti nelle prove dei Lilyum, è ben equilibrata, il drumming programmato nella giusta maniera sia per quanto riguarda i tempi medi sia per quelli più veloci sposandosi bene con il lavoro chitarristico, l'unico neo è quello del risultare un tantino freddo e palesare una sensazione di staticità apparente che scompare con il crescere degli ascolti. Amate il black metal? Avete bisogno della musica con cui siete cresciuti e che veniva prodotta ancora genuina e intrisa di passione? I Lilyum fanno per voi, "Fear Tension Cold" è un disco senza se e senza ma, da prendere e vivere per com'è. Continua a leggere... L'ORDRE DU TEMPLEInformazioni
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Autore: Leonard Z Formazione Count David - All vocals, all Synth, Guitars Ed eccoci qua con Count David, mente portante e polistrumentista dietro il progetto “L’Ordre Du Temple”. Benvenuto su Aristocrazia Webzine. Grazie infinite a te per l’opportunità ed un caro saluto a tutti i vostri lettori. Puoi presentare in breve il tuo progetto? Quando hai iniziato a dar vita a L’Ordre Du Temple e perché? Dopo una lunga serie di vicissitudini relative a quella che è sempre stata la mia band più cara e, con ogni probabilità più promettente, ossia gli Eneth, che mi hanno impedito di poter mantenere costante, sia qualitativamente che quantitativamente, la produzione e l’attività live, presi la decisione di concentrare ogni mio sforzo solo ed esclusivamente nella composizione e nella registrazione. Ovviamente, se da un lato non mi è stato possibile dare vita ad una entità musicale solida e compatibile con le esigenze del mercato (periodicità delle produzioni ed esibizioni dal vivo), dall’altro lato mi sono sentito libero di muovermi in qualsivoglia direzione sonora e concettuale che di volta in volta mi sembrasse più opportuna. L’Ordre Du Temple non è altro che la conseguenza di questa mia scelta, ovverosia uno dei vari capitoli facenti parte di un unicum creativo, forse il più profondo ed intimo essendone io l’unico interlocutore, ma che tuttavia non rispecchierebbe il suo reale significato se non fossero presi in considerazione anche gli altri episodi. Nel 2008 è uscito il tuo primo full “In Hoc Signo Vinces” per la My Funeral Records. Cosa ha fatto sì che la label si interessasse al tuo lavoro? Cosa li ha colpiti? Davide Redo, ossia il boss della My Funeral, è un una persona che da tanti anni offre il proprio contributo all’underground, italico e non solo, in un modo che definire esemplare è profondamente riduttivo. Non appena mi manifestò la sua intenzione di trasformare la sua piccola distro in una vera e propria label, nonché la volontà di iniziare l’attività producendo qualcosa di mio, sottoposi alla sua attenzione i brani che avevo da poco finito di registrare. Visto il suo entusiasmo, ritenni che collaborare con una persona di cui avevo stima e fiducia fosse la cosa migliore, e gli consegnai il master. A due anni dall’uscita, sono fermamente convinto che sia stata la scelta migliore. Qual'è il tema principale dell'album e quale è il messaggio che vuoi veicolare? Con “In Hoc Signo Vinces” ho voluto esprimere, attraverso un linguaggio fortemente simbolico, alcune considerazioni in merito a determinate vicende, epoche e fatti, nonché al pensiero di alcuni uomini o dottrine che, a mio giudizio, erano stati poco o mal approfonditi dalla letteratura ufficiale ed, in alcuni casi, completamente disattesi o stravolti. Suddetta analisi, iniziata tempo addietro attraverso altri progetti musicali, non poteva che partire da tutto ciò che l'Europa ha prodotto nei secoli che vanno dalle civiltà pre-romaniche al mondo rinascimentale, ivi compreso tutto ciò che ha avuto la propria genesi nel Cristianesimo. Non vi è un vero messaggio veicolato nel disco: focalizzate alcune questioni, ho lasciato all’interprete volenteroso massima libertà. Mi sembra che, dal punto di vista dei testi, il tuo lavoro sia molto distante dai normali cliché, andando invece a scavare tra eresie medioevali e rinascimentali. Perché questo interesse? E’ una passione che coltivo da molto tempo, ed ho avuto modo di condividerla con le altre personalità con cui ho collaborato in questi anni. Le nostre ricerche sono state compiute con una certa cognizione di causa, spaziando dalla storia alla filosofia, dall'esoterismo all'alchimia, dalla teologia all'occultismo, sempre relazionandoci alle sacre scritture ed alle interpretazioni ufficiali e non ufficiali. Abbiamo compiuto viaggi, confrontato le nostre idee con quelle altrui, non abbiamo lasciato nulla al caso ed alla mediocrità. Il tuo lavoro fonde in maniera personale il black e l'ambient. Ci sono gruppi che ti hanno influenzato? Direi che per ciò che riguarda l’aspetto black metal, la scena tedesca ed austriaca hanno senza dubbio contaminato il mio modo di comporre, soprattutto nell’uso dei synth. Devo dire, tuttavia, che ho sempre avuto una grande passione per una band italiana, ossia i Crown Of Autumn, di cui auspico quanto prima il ritorno. Per ciò che attiene, invece, all’ambito atmosferico e folk, ti confesso che amo molto di più la musica minimalista di bands come i primi The Soil Bleeds Black piuttosto che le sonorità eccessivamente pompose e sofisticate di gruppi molto più quotati. Alcune scelte da te fatte in fase compositiva e di scelta dei suoni mi ricordano da vicino i Summoning, in particolare i synth. Cosa ne pensi di questa band? Hai perfettamente ragione. Beh, sarebbe come chiedere ad un qualsiasi gruppo black metal cosa pensa di Darkthrone, Mayhem e Burzum: rappresentano i cardini di un certo modo di fare musica, la cui influenza, per quanto si cerchi di personalizzare il proprio sound, finisce naturalmente per farsi sentire. Alcune ‘zine hanno criticato la mia musica per un eccessivo richiamo ai lavori della band di Protector e Silenius. Non posso negare che ciò sia vero, però critiche analoghe dovrebbero essere rivolte anche a tutti quelli che imitano i vari Darkthrone, Immortal e Marduk, che sono decisamente di più rispetto a chi trae spunto dai Summoning. Ed invece la loro è “attitudine”, il mio è plagio. Vai a capirli! One man band... ce ne sono un sacco in ambito metal. Cosa ti ha spinto a non volere altri elementi nel gruppo? C'è qualche one man band che ti ha ispirato? Come ti dicevo all’inizio, lavorare da solo mi ha permesso di essere libero di decidere, in ogni momento, sia in merito all’aspetto compositivo, sia a quello esecutivo, e soprattutto ha scongiurato quegli indugi, tipici delle bands, che compaiono ogni qualvolta si debba scegliere a chi affidare la produzione del disco. Oltre a Diabolical Masquerade, per cui nutro profonda ammirazione, mi piace un gruppo austriaco chiamato Greifenstein, molto validi, e poi gli inglesi Balor e naturalmente gli italici Hesperia. Per ciò che riguarda invece la scena ambient e dark wave, oltre ai progetti più conosciuti della C.M.I. come Raison D’Etre, che adoro, stimo molto una band italiana che risponde al nome di L'Effet C'Est Moi. A dire il vero sono pieno di demo-tape e cd-r di musicisti solisti, frutto di numerosi scambi avvenuti negli anni, ma non saprei quanti di loro siano ancora in attività. Oltre a L'Ordre Du Temple sei anche la mente dietro altri gruppi, in particolare Eneth, Dolcinian e Legione del Sole Nucleare. E' difficile per te coordinare tutti questi lavori (che oltretutto hanno coordinate musicali molto differenti tra loro seppur rimanendo ancorati al black metal)? Parlo al passato in quanto, come sai, attualmente la mia attività musicale è pressoché ferma, fatta eccezione per alcune collaborazioni ancora in fase embrionale. Beh direi di no, non è stato difficile, anche perché ho sviluppato i vari progetti in tempi diversi e, in linea di massima, non si sono quasi mai accavallati tra di loro. La tecnologia applicata all’home-recording consente, oggi, di fare ciò che un tempo sarebbe stato inimmaginabile, se non spendendo cifre da capogiro. Questo è un vantaggio, ma anche un dramma, poiché ha permesso a cani e porci di insozzare il mercato con prodotti inutili, abbassando drasticamente la qualità delle produzioni. Manca una selezione alla base: myspace è gratis, e chiunque si sente legittimato a caricarci qualsiasi cazzata. Qualche foto notturna nel giardino dietro casa col viso dipinto, ed ecco fatto il gruppo black metal. Come pretendere che qualcuno si arrischi a spendere del denaro per acquistare un demo o un cd in un marasma del genere? Il mondo del black metal è da sempre pieno di querelle, invidie, accuse di poca “trvezza” o di troppo “grimmezza” ecc... Cosa pensi del panorama black metal. Cosa salvi e cosa butti via in Italia e in Europa? Il mio pensiero si è tramutato in azione, ed oramai, la questione non è più di mia competenza. Come ti dicevo, tranne che per alcune collaborazioni programmate con musicisti che stimo, per ciò che attiene ai miei progetti, ritengo che il cammino concettuale iniziato tempo addietro sia giunto a compimento, ed allo stato attuale non ha più senso far uscire nuovi lavori. Rimarrò attivo nell’underground, ma attraverso forme e canali diversi… Grazie mille per l'intervista e per la tua disponibilità. Le ultime parole le lascio a te: Il mio pensiero va a tutti coloro i quali, in questi anni, si sono dimostrati sinceri e leali con me. A loro va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine. Supportate l’underground più meritevole, specialmente quello italiano. Non curatevi del resto. JUGGERNAUT - ...Where Mountains Walk
A.A.V.V. - From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of HellInformazioni Gruppo: Artisti Vari Anno: 2008 Etichetta: Raven Music Autore: Mourning Tracklist: Cd1 1. Prey For Nothing - Cowardice 2. Belagror - Syndicate Of Evil 3. Crossfire - Heartbreaker 4. Acropolis - Divine Cycles 5. The Afterlife - Insanity 6. Shworchtsechaye - Chaotic Days 7. The Fading - One Step To Drama 8. Breorn - The Mechanismo Of A Prison 9. Vipress - Godblind 10. Gevolt - Tum Balalayka 11. Birth - Choice 12. M.I.A - Flood 13. Hate Corporate - Worms 14. Requiem For Dawn - Shake Before Use 15. Altharia - Death Won't Do Them Apart 16. After Gerv - Help Me Cd2 1. Arallu - The Seven Chosen Genii 2. Bartholomeus Night - Armageddon In The Making 3. Eternal Decay - Barricades Of Internal Mysticism 4. Mucous Scrotum - The Battle For A Black World 5. Smfh - Suicide By Seashore 6. Dagor Dagorath - Fate Of Slaves 7. Infernal Nature - Declaring War 8. Spawn Of Evil - Sane Man 9. People To Burn - Fatalities Count Went Up 10. Kna'an - The 12th Star 11. Immaterial - Tide Of The Empire 12. Epidemic - Than 13. Thy Mesmerized - Reptiles (Bonus Track For Brave Ears) DURATA: 2:05:10 La Raven Music label israeliana fondata da Yishai Schwartz compie nel duemilaotto il suo decimo anno d'attività. Lo stesso proprietario come fan del metal da un ventennio ormai, decide d'offrire agli ascoltatori una panoramica ad ampio raggio della scena nazionale con un doppio cd intitolato "From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of Hell". Ventinove artisti per ventinove brani che rappresentano in gran parte il panorama nelle sue variegate sfaccettature, troverete formazioni come i Crossfire o gli Acropolis dedite agli stili più classici, il modernista mix estremo dei Belagror, il melodic death e non death di The Fading, Birth, Hate Corporate e uno sludge act come i Breorn a farvi compagnia nella prima ora. Un primo cd vario e ben congeniato con alcune di queste band sugli scudi per composizione e piglio, non tutto quello che ascolterete sarà di alta qualità ma si respira un'aria di ribellione impressa nelle note di questi ragazzi che fa piacere, rende il tutto genuino e volitivo. Il secondo disco è quello dedito al reparto più estremo, lo fanno notare già con l'open act: gli Arallu, esecutori di un discreto black death che ha come controaltare il melodic black degli Eternal Decay, si torna a pestare poi con Mucous Scrotum e Dagor Dagorath, è ancora il black a farla da padrone prima che Spawn Of Evil, People To Burn, Kna'an e Immaterial spostino il tiro verso il death e il thrash metal. La chiusura spetta al black sperimentale dei Thy Mesmerized, anche questa seconda sessione vive di luci e ombre ma fornisce spunti interessanti per chi ha voglia di cercare andando oltre i normali confini prestabiliti per generi o "truismi" vari. Certo è che l'idea di Yishai è da valorizzare per la voglia di dar rilevanza a una nazione che anche con la musica cerca di bypassare la folta scia di sangue che si porta dietro da troppo tempo. Nel booklet vi è un piccolo passaggio esplicativo del pensiero dello stesso autore della compilation, esprime il parere personale sul senso del metal. Effettivamente quando si parla del genere lo si fa tirando in causa spesso sensazioni estreme legate alla paura, alla morte, al dolore, alla crescita spirituale. Tirare in causa da testi che inneggiano a guerra, mitologia o alla naturale lotta interiore o quella contro una conformizzazione della propria persona è cosa abituale dato che sono temi che scorrono nella vita e storia dell'uomo. Cit: "Io penso che se adesso cantate di terrore e vivete nell'Europa Settentrionale perdete d'autenticità, come una band israeliana che canti di troll e vichinghi., come band israeliana che canta di troll e vichinghi, non è stupido? Le band come quelle norvegesi che cantano di terrore, guerra e campi di battaglia e poi hanno "troppa paura" di venire in Israele a suonare per i loro fans? Cosa ancor più stupida, non credi?" E' solo uno stralcio di un discorso ben più ampio e che avrei riportato in toto ma che preferirei andaste a ricercare ma che si basa sul giudizio che la massa spesso impone erroneamente secondo canoni prestabililiti mentalmente a seconda del filone che si segue e che com'è facilmente immaginabile ha sicuramente più storia nelle lande Europee ma che forse andrebbe rivalutato in termini non solo musicali ma di credibilità legata a fattori anche odierni. Fino a quando il Metal e l'arte in genere riusciranno a infondere alla gente passione e voglia d'esprimersi trovando personaggi come Yishai a impersonarle anche le scene considerate minori avranno un motore su cui poter intelaiare un discorso serio e produttivo. Vi dovesse capitar sottomano questo doppio "From The Gates Of Jerusalem Through The Gates Of Hell" concedetegli un po' del vostro tempo e avrete materiale in mano che susciterà il vostro interesse. Continua a leggere...
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