lunedì 8 febbraio 2010

FFERYLLT - Dance Of Druids



Informazioni
Gruppo: Fferyllt
Anno: 2009
Etichetta: Stygian Crypt
Autore: Mourning

Tracklist:
1. A Celtic Tale
2. Night Of The Woodgod
3. Following Skadi
4. Dance Of Druids
5. Autumn's Gold
6. Warriors Of Ireland
7. Éîëëü
8. Winds Of Trondheimsfjorden
9. Gjallarhorn
10. LAI LAI HEI (Ensiferum cover)
11. Inis Mona (Eluveitie cover)

DURATA: 53:35



Album di debutto per questa formazione russa dedita al Folk/Metal, la band si muove sui classici stilemi che rievocano il sound celtico arricchito dagli orpelli che strumenti come violini, mandolini, flauti, cornamuse ecc.. sanno fornire in maniera dinamica e divertente.
La musica si presta al ballo e nelle sue parti più evocative a compagnia suadente, rilassa l'animo trascinando all'interno di foreste pullulanti d'esseri che ogni giorno tesson le trame di un regno che va oltre l'immaginario umano.
Ed è in questo frangente che gli strumenti popolari assumono un'importanza fondamentale nello sviluppo del sound, il riportare alla mente certe scene fantastiche per la sola chitarra seppur suonata e arrangiata a dovere è compito arduo, tocca quindi alla schiera già citata, alla seducente voce di Yanina Zelenskaya e al buon growl di Andrew Awdik il compito di dar manforte e sostanza.
I cinquanta e passa minuti che costituiscono "Dance Of Druids" scivolano via tranquillamente, alternando passaggi etnici, allegri e danzerecci vedi la titletrack ad altri altisonanti e solenni come in "Autumns Gold" o ancora narrativi rievocando racconti epici come in "Warriors Of Ireland" o "Winds Of Trondheimsfjorden", senza che manchi il riferimento alla divinità del caso "Night Of The Woodgod".
Tutto ciò che è racchiuso nel disco ricalca terreni già battuti più volte da altri act più conosciuti ai quali gli stessi Fferyllt rendono omaggio con la scelta di concludere l'album e impreziosirlo se volete con due cover di Ensiferum "Lai Lai Hei" e Eluveitie "Inis Mona".
Impeccabili dal punto di vistra strumentale seppur la drum-machine risulti talvolta statica rispetto all'evoluzionismo dei brani, la band si dimostra capace e conoscitrice profonda dello stile, non cadendo nell'errore del creare un anonimo platter fotocopia cimentandosi talvolta riuscendovi nel dar vita a una riproposizione dallo spunto personale.
"Dance Of The Druids" non inventa ancora nulla nè porta una ventata di nuovo ma chi segue il filone si trova dinanzi una release di valore che ha nella concretezza e nel fervore esecutivo basi importanti per un futuro che potrebbe dar loro soddisfazioni, chi ben comincia è già a metà dell'opera.

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