Informazioni
Gruppo: Pest
Anno: 2008
Etichetta: Daemonworship Productions
Contatti: www.pest.se
Autore: Leonard Z
Tracklist
1. Blasphemy Is My Throne
2. Along The Path Of The Fallen
3. Towards Desolation
4. Circle Of Damnation's Fire
DURATA: 26:24
 Riedizione da parte della Daemonworship Production dell'EP del 2002 creato dal duo svedese Necro e Equimanthorn (vi ricorda niente questo nome? E se dicessi Bathory?) in arte Pest. A differenza di altre riproposte, questo mini è la fedele ristampa del primo "Blasphemy Is My Throne" senza altri pezzi aggiunti, ma con una cover diversa (le foto originali sono andate perdute). Per chi non conoscesse questo EP dico solo che comprarlo è un obbligo morale, perché queste quattro tracce rappresentano una fedele riproposizione del black metal più marcio e vero, seguendo il sentiero tracciato da band quali Bathory e Hellhammer. "Along The Path Of The Fallen" potrebbe essere una delle tracce di "Under The Sign Of The Black Mark" del maestro Quorthon, mentre "Circle Of Damnation's Fire" inizia con un riff che sembra nato dalla mente di Tom Warrior per "To Mega Therion" dei Celtic Frost. Brani copiati? Assolutamente no, ma generati dall'amore per il black metal delle origini e riproposti con riff assassini e originali. Ora andate a comprarlo, su!
Continua a leggere...
Informazioni
Gruppo: Spawn Of Evil
Anno: 2002
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/shratzim
Autore: Mourning
Tracklist
1. Enlightmen
2. Fallen Angel
3. Jerusalem
4. Lord Of The Flies
5. Pain Is All
6. Victim Of The Mind
7. Vows
8. We Are Here
9. My Own God
DURATA: 31:09
Il Medio Oriente è una terra particolare per motivi religiosi e usanze che non vanno granchè d'accordo con il mondo metal in genere fatto per molti solo di eccessi o per lo meno così lo si vuole rappresentare.
Non che qui in Occidente ce la passiamo alla grande dato che siamo frequentemente con la spada di Damocle vaticana piazzata fra capo e collo ma è sicuramente più facile riscontrare un'evoluzione e proliferazione di band continua che trovi poi riscontri, anche se in molti casi di minima rilevanza.
Gli Spawn Of Evil fanno parte della scena israeliana, scrissi di loro quando li citai in qualità di partecipanti alla compilation "From The Gates Of Jerusalem, Through The Gates Of Hell".
Il progetto della Raven Music teso a far conoscere le realtà locali mise in mostra la formazione death con una "Sane Men" contenuta nell'ep del 2007 "Twisted Normality" che m'indusse a ricercare gli altri lavori sin lì sfornati dal quartetto ed è così che ho scelto di scrivere del secondo demo "Shratzim".
Rilasciato nel 2002, il sound è alquanto diversificato e infarcito da varianti melodiche ricollegabili alla seconda fase dei Death di Schuldiner che noterete sin dalla prima traccia "Enlightmen" che per quanto tenda a estremizzarsi mantiene quella costante sezione di facile ascolto che la rende altamente fruibile.
E' cattiveria quella che vogliono mostrare e così episodi come "Fallen Angel" e "Lord Of The Flies" cambiano direzione puntando su ritmiche più classiche e arcigne, la costruzione dei pezzi è comunque priva ancora dell'appeal che i grandi act da cui prendono spunto hanno in dote pur possedendo una buona carica di base.
L'alternare scelte tecniche ad altre che tirano dritto per dritto è una costante che caratterizzerà anche la discreta "Jerusalem" dove un lontano ricordo sembra renderla affine in alcuni punti a "Individual Thought Pattern", c'è però una sorta di stallo che da "Pain Is All" a "We Are Here" che sembra non far scattare la molla come le iniziali, il quartetto scorre veloce e compatto con proprio l'ultima con accenni Deicide a tratti più che piacevole ma a lungo andare il gruppetto mostra il fianco evidenziando un calo qualitativo.
Si distacca da quel raggruppamento la conclusiva "My Own God" più efferata e slanciata, episodio che insieme ai primi tre citati è una di quelle da tenere in considerazione.
Per quanto ancora la prova degli Spawn Of Evil insita in questo "Shratzim" sia immatura, la band mostra dedizione e voglia da vendere che verrà elaborata nei lavori successivi seppur di breve durata.
Hanno fatto la scelta di mettere la discografia in free download e troverete il link direttamente sul myspace ufficiale, è un buon modo per venire a contatto con questa formazione, approfittatene.
Continua a leggere...
Informazioni
Gruppo: Nightwish
Anno: 2002
Etichetta: Spinefarm
Contatti: www.myspace.com/nightwish
Autore: M1
Tracklist
1. Bless The Child
2. End Of All Hope
3. Dead To The World
4. Ever Dream
5. Slaying The Dreamer
6. Forever Yours
7. Ocean Soul
8. Feel For You
9. The Phantom Of The Opera
10. Beauty Of The Beast
DURATA: 50:11
 "Century Child" è il disco che mi ha fatto conoscere ed amare i Nightwish, una delle band di punta del panorama metal finlandese. Guardando alla carriera del combo guidato dal tastierista Tuomas Holopainen esso si colloca in un periodo di maturità artistica, parliamo infatti del quarto album, in cui le sirene esplicite del mainstream ravvisabili in pezzi quali "Nemo", "Bye Bye Beautiful" e "Amaranth" sono ancora lontanissime eppure ogni singolo brano cattura l'ascoltatore senza però risultare banale o ruffiano.
Il power metal dei nostri (perchè di questo si tratta, guai a chi pronuncia una bestialità accostandoli al gothic!) è bilanciato fra l'approccio tastieristico del precedente "Wishmaster" (si veda ad esempio l'apertura di "Dead To The World"), la potenza e la velocità inisite nel genere stesso, la grandiosità delle partiture sinfoniche e pompose di Holopainen sempre però lontane dagli eccessi barocchi e i momenti più intimi e romantici, questi sì collegabili a certo gothic moderno, almeno a livello di "attitudine".
Muovendoci lungo la tracklist è impossibile non citare la maestosità e la potenza di una "The End Of All Hope", l'inaspettata aggressività di "Slaying The Dreamer" sia nelle liriche (eloquente il passaggio che recita: "You bastards tainted my tool / Raped my words, played me a fool") che in quello del riffing ai limiti del thrash e il duetto vocale nel classico tema "The Phantom Of The Opera", poco originale ma ben riuscito. In un disco dei finlandesi non possono poi mancare un brano intimo e romantico come "Forever Yours" che poggia interamente sulle spalle della Turunen e una suite tripartita dal titolo "Beauty Of The Beast" (altro topos!) in cui il gruppo da sfogo alla propria creatività tenendo però sempre in primo piano la forma canzone, per quanto complessa e ricca.
E proprio la presenza di un lotto di brani di grande spessore è la forza di "Century Child", capace di piacere per la sua intera durata e senza eccezioni. Volendo trovare un difetto a quest'opera va rintracciato nella prova vocale di un Marco Hietala che, complice un'impostazione vocale particolare, nei primi ascolti pare quasi stonare per quanto sforza la propria esecuzione, solo col tempo lo si riuscirà a digerire. Critica che non si può di certo muovere ad una Tarja praticamente perfetta, a proprio agio sia nel contesto lirico da soprano che in quello "non impostato" col quale giunge al cuore dell'ascoltatore emozionandolo (a questo riguardo consiglio a tutti i fan la visione del dvd "End Of An Era").
Da tutto quanto scritto non vi verrà difficile capire quanto apprezzi questo disco, evitando paragoni con il resto della discografia mi limito a consigliarlo caldamente agli amanti del metal melodico ma non ruffiano nel quale sono le canzoni a parlare.
Continua a leggere...
 Informazioni Gruppo: Dimmu Borgir Anno: 2002 Etichetta: Nuclear Blast Autore: M1
Tracklist 1. Tormentor Of Christian Souls 2. The Blazing Monoliths Of Defiance 3. The Insight And The Catharsis 4. Puritania 5. The Maelstrom Mephisto
DURATA: 25:04
"Alive In Tormen t" è l'ep contenente cinque brani registrati dal vivo che i Dimmu Borgir hanno registrato a Stoccarda nel 2001 nel corso del tour a supporto di "Puritanical Euphoric Misanthropia", ad appena un mese dall'uscita di quest'ultimo. Il supporto ottico, privo di copertina, si presenta sagomato in forma semi ovale a rappresentare una sorta di teschio e proprio per questa caratteristica la Nuclear Blast ne sconsiglia l'utilizzo negli stereo delle automobili.
Ad aprire le danze ci pensa "Tormentor Of Christian Souls", sin dalle prime note possiamo notare come i suoni di questo mini live non siano particolarmente ritoccati: la batteria di Nicholas Barker infatti si erge sul resto degli strumenti triturando indisturbatamente come se fosse una mitragliatrice pesante. Lo stesso vociare del pubblico compare molto raramente e unicamente nei momenti di pausa fra una canzone e l'altra, ad esempio dopo la conclusione di "The Blazing Monoliths Of Defiance", mentre le sempre pregevoli clean vocals di ICS Vortex o i momenti prettamente melodici di "The Insight And The Catharsis" pur faticando riescono ad emergere parzialmente dal resto. Anche per "Puritania" e "The Maelmstrom Mephisto" vale il medesimo discorso: "Alive In Torment" ci presenta il lato più grezzo e duro dei Dimmu Borgir, scevro dai vari accorgimenti architettabili in studio.
A conti fatti si tratta di un'uscita rivolta esclusivamente ad un pubblico di devoti aficionados, interessati a possedere qualunque lavoro a firma Shagrath & co. Va notato infine che stranamente a livello di testimonianze live su lunga distanza i norvegesi hanno preferito nel corso della carriera dedicarsi unicamente ai dvd (sono due quelli usciti, l'ultimo nel 2008) relegando i brani in formato audio dal vivo sempre in ep di durata ridotta come ad esempio "Godless Savege Garden" (che racchiude fra le altre una splendida cover di "Metal Heart" degli Accept).
Continua a leggere...
 Informazioni Gruppo: DoomSword Anno: 2002 Etichetta: Dragonheart Autore: M1
Tracklist: 1. Shores Of Vinland 2. Onward Into Battle 3. The DoomSword 4. MCXIX 5. For Those Who Died With Sword In Hand 6. The Youth Of Finn MacCool 7. Resound The Horn: Odin's Hail
DURATA : 50:11
Chi mi conos ce bene in ambito musicale o ha letto le mie recensioni su queste pagine dovrebbe sapere che il mio genere prediletto è il black metal, eppure una parte piccola ma significativa del mio cuore pulsa per le sonorità più epiche e proprio l'Italia negli ultimi anni può orgogliosamente rivendicare la presenza di ottimi esponenti quali Rosae Crucis, Holy Martyr, Wotan e Doomsword. "Resound The Horn" è il secondo album di questi ultimi, si compone di sette valorosi inni per un totale di cinquanta minuti di ascolto ed esce nel 2002 per Dragonheart. La ricetta musicale è tanto semplice quanto di grande efficacia, si tratta di un epic/doom fiero, dinamico, virile, senza cali di tensione lungo la tracklist ma soprattutto mai pacchiano: scordiamoci quindi certi eccessi dei Manowar, effetti speciali sotto forma di giganteschi arrangiamenti orchestrali o fiacchi ritornelli ripetuti allo sfinimento (chi ha detto Rhapsody?). Ogni singolo pezzo è una perla che meriterebbe un'accurata analisi, fra queste segnalo la sostenuta "For Those Who Died With Sword In Hand" che presenta anche un'apertura di stampo più heavy, "The DoomSword" per l'alone oscuro di derivazione Candlemass e la conclusiva "Resound The Horn: Odin's Hail" per l'immensa carica di pathos vichingo, caratteristica che si ritrova comunque in ogni nota e porta l'ascoltatore ad alzare virtualmente in alto il proprio corno ed intonare a squarcia gola le valorose strofe dei brani. Potrei dilungarmi ancora sottolineando la grande prova vocale di Deathmaster o illustrando le tematiche trattate nei testi ed invece non voglio togliervi il piacere della scoperta. Concludo dicendo solo che "Resound The Horn" è uno di quei dischi per cui personalmente mi è quasi impossibile trovare le parole adatte per descriverne al meglio l'apprezzamento, nella mia esperienza fu amore a prima vista, pardon ascolto: bastò infatti un singolo giro sul mio stereo per consacrare a vita i Doomsword fra i più grandi. E ancora oggi questo capolavoro non ha perso un briciolo di vigore, risvegliando sempre le stesse sensazioni della prima volta.
Continua a leggere...
Informazioni
Gruppo: Defleshed
Anno: 2002
Etichetta: Regain Records
Autore: Mourning
Tracklist
1. Hand Over Fist
2. Fire in the Soul
3. Friction
4. Warborn
5. Feed on the Fallen
6. Royal Straight Flesh
7. Back for the Attack
8. Blood Brigade
9. Pick Your Poison
10. Dangerous When Dead
11. Brakefailure
DURATA: 32:12
Defleshed, una delle realtà fra le più valide dell’orda made in Sweden, devastatori con il loro salutare death/thrash,un trio d’assoluta qualità che regalò una ventata di personalità con un sound ed una proposta che li rese facilmente riconoscibili creandosi un prorpio trademark.
Molto fu dovuto all’ottimo riffing proposto da Lars Löftven (coadiuvato solo nelle prime release da Kristoffer Griedl), dalla velocità spesso esasperata che Matte Modin riusciva ad imprimere ai pezzi con un drumming a dir poco terremotante e dalla vena ispirata di un Gustaf Jorde che con il suo modo di cantare è impossibile non identificare a primo ascolto.
La loro dote principale fu quella di coadiuvare violenza e approccio catchy tanto da rendere godibili ed orecchiabili anche i pezzi più estremi senza per questo svenderli.
“Royal Straight Flesh” da molti snobbato come il loro disco meno riuscito è il connubio perfetto di queste qualità.
Un album dove vi sono undici pezzi che rimangono in testa perchè oltre essere delle buone composizioni hanno quella vena da tormentone che ti permette di canticchiarle a più non posso.
Si aprono le danze con due fra le loro canzoni più riuscite “Hand Over Fist” e “Fire In The Soul” e già queste basterebbero non come presentazione ma invito a rimetterlo sù un pò di volte per goderselo come si deve.
Feeling, rapidità d’esecuzione , ritmiche thrash spaccaossa, Gustaf che incattivito sfodera la sua voce; uno spettacolo che purtroppo non avrà repliche live.
La titletrack “Royal Straight Flesh” mette in risalto (e come del resto non notarla) la perizia del combo nel creare un pezzo semplice ed accattivante all’inverosimile con un Modin che quando spinge sul pedale dell’acceleratore fa realmente paura.
Il chorus è uno di quelli da cantare sottopalco a squarciagola, e così potrebbe essere per brani come “Friction” o “Breakfailure”.
Altro punto a favore è una produzione che pur essendo pulita e rigorosamente studiata non risulta laccata e non sa di plastificato, al contrario impersonifica il sound svedese nella giusta maniera.
Una di quelle produzioni (così come tutte quelle di questa macchina da guerra) che mi sento di consigliare a chi ama il genere.
Continua a leggere...
Informazioni Gruppo: Darkspace Anno: 2002 Etichetta: Self Released Autore: Akh Tracklist 1. Dark -1.-1 2. Dark -1.0 DURATA : 25:05  Inutile presentare questo gruppo, chiunque abbia a cuore certe sonorita’ avra’ gia’ eletto questo terzetto elvetico, come “maestri” di questa fascia del Black Metal, dove l’oscurita’ ed il freddo delle sterminate ed infinite dimensioni dell’Universo prendono corpo in forme musicali senza precedenti. In questo loro primissimo vagito c’è a mio avviso il loro brano capolavoro, “Dark -1.-1″ che è un concentrato di glacialita’ cosmica e furia; dove gia’ tutte le caratteristiche dei Darkspace escono fuori dagli schemi cambiando completamente e rivoluzionando il modo di intendere il Black Metal. Solo il riff d’apertura merita di entrare di diritto nel gotha del genere, ma è tutto il pezzo che si snoda fra sensazioni alienanti e l’immensita’ dell’infinito cosmico, annichilendoti per bellezza e smarrimento. Nella seconda traccia, l’altro volto dei Darkspace, un brano di scurissimo Dark Ambient fuoriesce invadendo le menti di rumori privi di luce; nessuna via d’uscita vi viene offerta, perche’ nel Cosmo non si è che prede del freddo siderale perenne, ammantati da lunghezze impossibili da immaginare. L’arrivo di una chitarra ritmica salva l’ascoltatore dalla deriva infinita, per aumentarne il disagio al momento del distacco finale, per ripiombare in una desolazione a cui l’ascoltatore non era preparato, perdendosi per sempre nei meandri di questo “Oscuro Spazio”. D’ora in avanti l’Universo profondo sara’ una nuova frontiera. Per comprendere meglio quanto riportato, segnalo che il demo in questione è scaricabile gratuitamente al sito del gruppo:
Continua a leggere...
 Informazioni Autore: Black Mysticism Anno: 2002 Gruppo: Blasphemy Etichetta: Nuclear War Now / From Beyond
Tracklist 1. War Command 2. Blasphemous Attack 3. Gods Of War 4. Demoniac 5. Goddess of Perversity 6. Fallen Angel Of Doom… 7. Atomic Nuclear Desolation 8. The Desolate One 9. Desecration 10. Weltering in Blood 11. Blasphemy 12. Hording Of Evil Vengeance 13. Ritual
DURATA : 37:00
Band Canadese di assoluto culto, I Blasphemy vengono alla luce quando molti di noi erano ancora in fasce e per la precisione in quel 1984, anno foriero,assieme ai successivi due, di grandi novità e progetti per la scena metal in generale. Da sempre fautori di un war black metal apocalittico,anti umano,pro estinzione e totalmente dedito a quanto di più marcio,cacofonico e delirante esista sulla faccia del pianeta in ambito di musica estrema, i nostri sono comunque riusciti a ritagliarsi una notevole fetta nel panorama underground ,e non, costituendo una realtà a sé stante a cui molte band nel corso delle decadi hanno fatto riferimento e preso spunto! Dopo questa utile premessa passiamo ad analizzare il live ufficiale rilasciato dalla band nel 2002, anche se di un live album classico questo prodotto ha davvero poco..quello che mi ritrovo tra le mani di fatto assume più i connotati di una sorta di “best of” considerando sia il minutaggio elevato (circa 76 minuti) sia la scelta della Nuclear War Now di introdurre le stesse tracks proposte dal vivo (eccetto un paio in aggiunta come “Darknesss prevails” e “Nocturnal Slayer”) anche nella versione rehearsal presso gli studios della Ross bay, per un totale di 28 tracce di pura blasfemia e ferocia che farebbero sanguinare violentemente anche le orecchie degli ascoltatori più avezzi a sonorità estreme,malsane e purulente! La cosa assolutamente geniale in tutto ciò è che, paradossalmente, la versione live risulta maggiormente comprensibile ed appetibile, anche per la percepita presenza di un pubblico totalmente inferocito e scatenato che da una chiara idea di quale atmosfera malvagia e brutale possa regnare in un concerto dei canadesi,aumentando a dismisura proprio il desiderio di partecipare prima o poi ad una simile orgia sonora! Riguardo alla parte meramente tecnica (se di tecnica è possibile parlare nel loro caso..) entrambe le registrazioni si mantengono tutte sugli stessi stilemi..drumming a velocità folle e continuamente martellante, riffing sadico e perfido,vocals sboccate che sembrano opera di un selvaggio posseduto dal maligno (e contento di esserlo), basso pesante, sfrenato e minimale…in una parola Blasphemy a 360° e senza alcuna sorta di compromesso!!!!!!!!!!!
In conclusione questo prodottino è sicuramente degno di valore sia per i più accaniti sostenitori della band canadese (vi si trovano di fatto pezzi immortali quali “Fallen Angel of Doom”, “Goddess Of Perversity” etc..quindi se volete ascoltarli senza cambiare mille cd è il massimo) sia per coloro che ancora poco conoscono a riguardo della band e che desiderano accostarsi ad essa senza spendere un patrimonio per avere tutte le uscite e farsene un’idea (cosa sicuramente importante a tale scopo è la presenza di un booklet niente male con foto,biografia completa e uno splendido artwork ancora curato dal genio al nome di Chris Moyen)…se amate le sonorità fuori dagli schemi,se la vostra colazione preferita è pane rancido spalmato di scorie nucleari,se non riuscite a dormire senza la cartucciera perché avvertite la mancanza di qualcosa di rassicurante, se i vostri sogni sono popolati da schiere di Sturmgeschütz III ,questo disco è da avere!!!!!!!!!!!!!!!! Inutile aggiungere altro se non ROSS BAY CULT ETERNAL!!!!!!
Continua a leggere...
Informazioni
Gruppo: Naglfar
Titolo: Ex Inferis
Anno: 2002
Provenienza: Svezia
Etichetta: New Hawen Rec
Contatti: facebook.com/naglfarofficial
Autore: M1
Tracklist
1. Of Gorgons Spawned Through Witchcraft
2. Dawn Of Eternity [cover Massacre]
3. Emerging From Her Weepings
4. When Autumn Storms Come
5. The Brimstone Gate
DURATA: 27:31
 Se guardassimo a questo ep del 2002 unicamente dal punto di vista della qualità dei brani in esso contenuto, si potrebbe rivelare come un capitolo degno di nota nella carriera dei Naglfar, soprattutto se escludessimo dal ragionamento "Dawn Of Eternity", cover originariamente concepita dai Massacre e che qui si discosta dal classico stile del gruppo.
"Of Gorgons Spawned Through Witchcraft", posta in apertura e antipasto a "Sheol" (2003), esordisce sulle note di un pianoforte per poi sfociare in un brano crudo e tagliente. "Emerging From Her Weepings" mostra tutta la classe posseduta da Nilsson e soci, rivelandosi intensa e dinamica: peccato sia una riproposizione più curata e con un arrangiamento leggermente diverso rispetto all'apparizione su "Vittra". Gli ultimi due pezzi invece, apparsi anche su "Diabolical", provengono dal 7" "When Autumn Storms Come" del 1998, e sono altri due ottimi esempi del Naglfar sound con linee melodiche che si inseriscono nelle fitte trame swedish black e un Jens Ryden in grande forma.
Se la qualità non manca di certo in questo ep, i motivi di interesse verso "Ex Inferis" sono limitati alla sola presenza di brani in versione differente da quanto apparso sui vari full, un discorso quindi che può interessare solo i die-hard fan collezionisti. A meno che non siate all'oscuro dei Naglfar e vogliate iniziare la scoperta trovandolo a prezzo più che stracciato.
Continua a leggere...
|