lunedì 26 settembre 2011

EVANGELIST - In Partibus Infidelium


Informazioni
Gruppo: Evangelist
Titolo: In Partibus Infidelium
Anno: 2011
Provenienza: Polonia
Etichetta: PsycheDOOMelic Records
Contatti: www.myspace.com/evangelistdoom
Autore: Mourning

Tracklist
1. Children Of Doom
2. Funeral Mounds
3. Doommonger
4. Ulterior Gods
5. Cthulhu Rising
6. Confiteor

DURATA: 41:37

Doom di stampo classico/epico dalla Polonia? A memoria non ricordo band di questo tipo, il monicker Evangelist sotto tale punto di vista sembra essere una vera e propria boccata d'aria per una scena da sempre maggiormente devota al settore extreme.
Le influenze dai cui il combo trae ispirazione sono facilmente ricollocabili: i padri fondatori del genere Black Sabbath, l'act di Leif Edling, gli immensi Candlemass e guardando in direzione di giorni più recenti (ma neanche tanto) un'altra creatura svedese potrebbe saltarvi all'orecchio, i Grand Magus e perché no anche i tedeschi Seamount in cui milita il cantante americano Phil Swanson (Briton Rites, ex Hour Of 13 ed Atlantean Kodex).
"In Partibus Infidelium" è il primo platter della band e l'unica testimonianza di vissuto che personalmente abbia avuto modo di poter valutare, una prestazione alquanto interessante seppur fortemente legata ai canoni dettati dal passato, le sei tracce sprigionano un fascino particolare: la voce del singer stranamente "nevermoriana" in alcuni dettagli, la presenza "ingombrante" ma sempre gradita della figura di H.P. Lovecraft nella scelta delle tematiche ("Ulterior Gods" e "Cthulhu Rising") e una combinazione d'heavy che attinge sia dal panorama NWOBHM quanto dalla scia americana di Iced Earth, ascoltare "Ulterior Gods" e "Confiteor", quest'ultima davvero pregevole nelle fasi più emotive tanto da ricordare il mood di una decadente ballata.
E' un platter che pur attraversando, senza nessuna remora nel farlo, territori già battuti e ribattuti riesce a mettere a fuoco e centrare il suo obbiettivo, si fa apprezzare per le melodie ("Funeral Mounds"), per le venature Saint Vitus ("Children Of Doom"), per il suo essere semplicemente metal ("Doommonger"), per l'equilibrio che costantemente riesce a mettere d'accordo la riproposizione efficace e pregiata di pezzi tipicamente ancorati agli standard con altri che dimostrano con chiarezza la capacità d'inserire dinamiche e sviluppi utili a dare un'impressione lievemente più indicativa sul valore reale della formazione come avviene in "Funeral Mounds" e "Confiteor".
Forse gli assoli, ammalianti, seducenti e ben interpretati messi un po' più avanti nel mix avrebbero avuto una identificazione più netta e fornito un ulteriore quid in più, è ovvio che con i forse, i se e i però, non si va molto lontano, lungi da me infatti il pensiero di criticare una release ortodossa sì ma con un gusto qual è questo "In Partibus Infidelium".
Mi sento invece di consigliarne non solo un passaggio nello stereo bensì l'acquisto a chi in cuor suo riconosce d'avere una passione fervida per un genere che oggi più che mai sta rivivendo anni di pieno splendore.

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