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lunedì 26 settembre 2011VRANOROD - Vranorod [Mourning]Informazioni Gruppo: Vranorod Titolo: Vranorod Anno: 2010 Provenienza: Serbia Etichetta: Le Crépuscole Du Soir Contatti: myspace.com/vranorod Autore: Mourning Tracklist 1. Cold Lights And Decadent Silhouettes 2. Tears Of Forest 3. Joy, Despair And Other Social Games 4. Invoking The Mountain Spirit 5. The New Centuries, The Greater Pain 6. The Eyes Don't See Your Future 7. Like A Watter On The Early Frost 8. Sunset In A Sunrise 9. Algiz DURATA: 44:55 Aristocrazia ha già avuto modo di conoscere il progetto Vranorod nel recente passato, la recensione di M1 descriveva proprio questo album di debutto omonimo nel periodo in cui, ancora sottoforma di autoproduzione, lo si trovava in free download direttamente tramite il Myspace della band. Di lì a poco i serbi, trovato il deal con la transalpina Le Crépuscole Du Soir, vedono rilasciata la versione cd che oltre a dare una maggior consistenza alla proposta grazie al supporto grafico ben elaborato, dai colori tenui e dal contrasto naturale/urbanistico evidenziato dalle scelte d'immagini rappresentanti fronte, retro e interno del booklet, offre circa dieci minuti di musica in più, la tracklist si è allungata grazie all'inserimento di due canzoni bonus : "Sunset In Sunrise" e "Algiz", nel book rappresentata dall'immagine raffigurante l'omonima runa. Le atmosfere intrise di grigio, la malinconia perdurante quasi a tessere un fitto velo a copertura rimangono con tutta probabilità le qualità migliori di un lavoro ancora immaturo, l'inserimento nel filone degli shoegazer Amesoeurs, Alcest, Lifelover potrebbe attrarre chi ha piacere nell'ascoltare prestazioni che provano a miscelare emozioni black diluite all'inverosimile con fraseggi post-rock talvolta sin troppo melensi, sino a qui nulla da ridire, i gusti son gusti per carità anche se in molti casi il troppo-stroppia. Come già accennato in passato dal mio collega, ci sono sbalzi notevoli che infieriscono sull'incedere del platter, il godersi l'elettronica discreta di "Tears Of Forest" viene praticamente annullato dall'eccessivo e disturbante uso fattone in "The New Centuries, The Greater Pain", l'elementarità di "The Eyes Don't See Your Future" stride con il noioso ciclo di suoni che si promette di colpire il nulla in "Joy, Despair And Other Social Games". E' un lavoro dispersivo, ok, a ogni bivio si può prendere una decisione diversa ma mantenere un filo logico che garantisca almeno una consequenzialità d'intento? I Vranorod devono ancora trovarlo. Le tracce sin qui a me sconosciute porteranno acqua al mulino? "Sunset In A Sunrise" è gradevole, dal retrogusto dolce-amaro, uno strumentale che nella parte acustica riesce a riscaldare e accarezzare, peccato però che improvvisamente muti natura puntando sull'elettronica, il cambio è inaspettato, efficace? Non so quanto, monotono e sin troppo lineare nel finale, precede "Algiz", altro episodio privo di voce che con delicatezza ci conduce alla conclusione. Neanche tali momenti sono riusciti a distogliere il mio pensiero dal fatto che ai Vranorod serva una registrata, il muoversi in un territorio che per quanto vario possa almeno far registrare il tentativo di "uniformare" il proprio stile compattandolo, fornendo quel bilanciamento fra l'espressività istintiva e una struttura lievemente più "ordinata" da cui potrebbero trarre buoni risultati. Non ci resta quindi che attenderne il successivo lavoro per constatarne o meno la maturazione. |
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