lunedì 28 novembre 2011

FAD'Z KLAUS - FZK

Informazioni
Gruppo: Fad’Z Klaus
Titolo: FZK
Anno: 1993
Provenienza: Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: cesare.nuzzi[at]basisgroup.it - infomontechristo[at]yahoo.com
Autore: Akh.

Tracklist
1. Aladar
2. Have You Ever?
3. Light Years
4. Aladar (live bonus track)
5. Have You Ever (live bonus track)

DURATA: 12.52

Chi di voi vecchi metallari non conosceva un gruppo di giovani amici che avevano tirato su una band?
Chi non ne è rimasto affascinato, dal suono degli ampli in uno scantinato, dal sudore e dalle risate per i brani che non tornavano, ma che comunque avevano un incredibile charme, chi non ha desiderato ardentemente che riuscissero a tirar fuori quei brani e che fossero trasformati nella fatidica demo cassetta?

Beh... sono stato un giovane metallaro pure io e per me quel gruppo erano i Fad’Z Klaus; un nome che dirà qualcosa a veramente troppa poca gente, eppure anche a distanza di quasi venti anni i loro pezzi toccano corde della mia sensibilità ancora fresche, sarà perche’ volevo loro un gran bene, sarà perchè Cesare (Nuzzi - chitarra ritmica, basso e voce) e Alex (Scaturro - chitarra ritmica e solista) avevano un talento esagerato, sarà perchè riuscire a miscelare Carcass, Confessor (questi due soprattutto per l'influenze nelle dinamiche di batteria), Metallica, Megadeth, e udite udite... Voivod, in chiave estremamente personale e alternativa non è roba che mi sia capitato di ascoltare spesso nei seguenti lustri...

Apre il demo la leggendaria "Aladar" (sì, proprio il ragazzino del cartoon cecoslovacco a cui piaceva esplorare l'universo con la sua astronave gonfiabile) con il suo giro di basso che rimane scolpito in mente immediatamente per la sua fluidità acida su cui si appoggiano le robuste asce, la drum machine (eh sì... questi signorini erano avanti anni luce alla faccia dei poveri metallini dell’epoca) picchia durissima e nonostante la spigolosità dello strumento hanno passaggi dinamici variegati e ricchi di sfumature, la doppia cassa ha dei disturbi di distorsione per quanto è stata spinta (ma ricordiamoci che questa è l’era del rinomato Tascam 4 tracks e del doppiaggio allo stereo) ma il godimento è assicurato comunque.
Il riffing è acido sia in certi accordi che nelle melodie scelte in chiave solista e pur un gusto al limite dell’astrale (cosa assolutamente inusuale per il Thrash) riesce a essere al contempo serrato e violento, fino allo sprigionarsi di breaks arpeggiati ricchi di tensione e nervosismo che erano la base per le ripartenze ritmiche del gruppo, su cui tornare a scuotere forte i nostri capoccioni.
La seguente "Have You Ever?" tende a ribadire il concetto su cui i nostri giocano ovvero asprezza e dinamismo ritmico a disposizione di un Thrash al fulmicotone in cui la potenza dei 'tallica si va ad unire ai Megadeth più aspri ed ai visionari Voivod, fra stop and go azzeccatissimi e riff brillanti, fino allo sfociare nello splendido lead di Alex di ispirazione friedmaniana, che si va ad innestare su ritmiche frenetiche e dal grande impatto sonoro.
L’ultima "Light Years" è il pezzo più "peso" della tape pur mantenendo lo stile inconfondibile dei Fad’Z Klaus, un minuto e quaranta di energia in cui tirar fuori gli ultimi sprazzi di adrenalina.

Il peccato vero è che non siano state inserite le vecchie canzoni come ad esempio la stupenda "Herrenrasse" o "Seems Like", ma che siano state riproposte solamente le tre songs in questione lasciando indietro anche la "nuova" ("Acquafresh") in cui lo spirito voivodiano epoca "Angel Rat" è aumentato ulteriormente arrivando quasi ad essere psichedelica.
Le due bonus tracks ci portano nel garage prove del gruppo (il mitico Lab!!!) dove oltre alla versione totalmente umana della batteria troviamo finalmente la voce di Cesare tagliente al punto dal sembrare quasi flangherata, aumentando la sospensione visionaria delle canzoni, come assistere musicalmente al "Pasto Nudo" di William S. Burroughs.

Una cassetta che mi venne regalata dal gruppo in persona, cosa c’è di strano?
È una cassetta demo che non è mai uscita e i Fad’Z Klaus non hanno mai visto attribuirsi gli elogi che meritavano più che abbondantemente, per la loro proposta fuori dagli schemi eppur restando maledettamente metallici e duri.

Se fossi in voi cercherei di contattare Cesare, il vero leader e cuore pulsante del gruppo, e lo inviterei a ritrovare quelle cassettine e trasformarle in files da condividere; questo perchè i Fad’Z Klaus avevano (e secondo me hanno tuttora) tutte le carte in tavola per non essere solamente un personale culto, ma un culto per tutti.

Un nome nel cuore: Fad’Z Klaus

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