lunedì 23 agosto 2010

DEMIURG - Slakthus Gamleby


Informazioni
Gruppo: Demiurg
Anno: 2010
Etichetta: Cyclone Empire Records
Contatti: www.myspace.com/demiurgofficial
Autore: Mourning

Tracklist
1. Life Is A Coma
2. Death Grasp Oblivion
3. Travellers Of The Vortex
4. The Cold Hand Of Death
5. Cold Skin
6. From Laughter To Retching
7. Slakthus Gamleby
8. World Burial

DURATA: 39:16

Demiurg, monicker importante per band stellare? Direi di sì, il progetto messo in piedi da elementi all star del panorama death metal made in Europe seppur con alti e bassi (il precedente "The Hate Chamber" un po' l'amaro in bocca me l'aveva lasciato) torna a farsi vivo.
Rogga Johansson, Dan Swano, Ed Warby, Johan Berglund e la voce femminile di Marjan Welman formano un combo di quelli che solo per i nomi all'interno dovrebbe risultare a dir poco devastante, inutile il solo citare gli act dove militino o abbiano militato.
Cosa si può pretendere da questa gente? Iniziamo col dire che dove c'è Dan all'interno, volente o nolente, il suo carisma si percepisce non poco, il death metal di stampo progressivo che scandisce i quasi quaranta minuti del nuovo "Slakthus Gamleby" è figlio degli Edge Of Sanity e del movimento svedese in generale, si uniscono quindi oltre una sana propensione per il thrash, l'uso violento del groove, melodia e una prestanza e sviluppo compositivo che da sempre caratterizzano uno dei paesi che ha dato i natali al death metal.
Otto tracce di cui onestamente non mi sento di skipparne una sola, è vero però che ce ne sono due o tre all'interno che fanno la differenza puntando i piedi sia per il valore della proposta, sia per la consistenza prorompente con la quale si presentano.
Da menzionare quindi nell'ordine: l'opener "Life Is A Coma" un solido e classico brano di swedish style con tutte le varianti annesse e connesse dove la voce di Marjan s'innesta stupendamente dando quel tocco catchy malinconico spezzato dalla violenta ripartenza, insieme alle successive "Death Grasp Oblivion" e "Travellers Of The Vortex".
Soprattutto la seconda fa testo, i ritmi si dilatano e fanno la loro comparsa anche le voci clean maschili che nelle fasi corali ricordano gli Alice In Chains.
L'atmosfera greve e pressante ne acuisce la già massiccia presenza, si allenterà la morsa in un breve passaggio dal sentore melancolico prima che le ritmiche cariche di groove e intarsiate dalle melodie di chitarra conducano il pezzo al suo finire.
E' strano come l'eccellenza musicale sia racchiusa nelle tracce d'apertura di questo "Slakthus Gamleby", ciò che verrà a seguire sarà una conferma costante ma che non aggiungerà nulla più a quanto tali episodi c'hanno regalato.
Il livello si manterrà alto e prolifico dal punto di vista dei cambi di tempo e delle soluzioni usate non abbassando la guardia e quindi si potrebbero sottolineare il bell'assolo inserito in "The Cold Hand Of Death", l'uso di synth che evoca "Crimson II" in una spinta e ficcante "Cold Skin" e la coinvolgente interpretazione di Marjan in "From Laughter To Retching".
Ogni canzone ha una caratteristica per cui valga la pena metterla su più volte e godersela, il percorso continua con la titletrack, altra prestazione solida che divide il suo animo fra impeto istintivo e groove tenendo le ultime cartucce in serbo in una "World Burial" con il peso d'atmosferico adatto a portare a termine il lavoro.
Prodotto tanto per cambiare agli Unisound di Swano, "Slakthus Gamleby" è un esempio di come il death metal progressivo dovrebbe essere, privo di quelle ostentazioni neoclassiche e quelle gare fra chitarristi a chi suona più note.
Il sound è e rimane legato al death che è quello che più importa, una prova sopra le righe che consacra definitivamente questo progetto a solida realtà.
Scrivere ancora dei singoli e di quanto l'apporto di ognuno sia stato essenziale per la riuscita di questo lavoro sarebbe fuorviante al cospetto di una prestazione complessiva fantastica.
Non posso far altro che consigliare agli appassionati di death metal, a chi ha una mentalità un po' più aperta e a chi naturalmente segue i suddetti artisti ormai da tempo di far girare a ripetizione quest'album: è un bel centro pieno.

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