lunedì 28 marzo 2011

F.I.N. - Des Visions Dombres Et De Tristesses

Informazioni
Gruppo: F.I.N. (Funeral Inconscientemente Natural)
Anno: 2010
Etichetta: Satanarsa
Contatti: www.myspace.com/doomfin
Autore: Mourning

Tracklist
1. The Winds Of Delirivm
2. Diosa Solemne Canto
3. Conversation With The Asteroid 181
4. In The Mist (Alice)
5. El Ciclo De La Impotencia E De La Conciencia
6. A Torment Soul
7. Dusk, Wine And Shadows (Live At Doom Voice Conversation II)
8. La Rose De Mon Sepulcre
9. Ausencia

DURATA: 1:16:56

Dopo aver prodotto un solo full, "La Esperanza Que Nunca Se Pierde... Es La De Morir", la creatura di doom postmoderno (così amano definirsi questi cileni) dei F.I.N. vede pubblicato nello stesso anno, il 2010, sotto la produzione della russa Satanarsa Records un best of, "Des Visions Dombres Et De Tristesses" che raccoglie materiale proveniente da ep e split.
Sono "Cosmo-Creation Of The Lost Souls" (2008), "Layil" (2008), "El Ciclo De La Impotencia De la Conciencia" (2009) e "Architects" (2010) i lavori da cui attinge questa compilation, alle tracce estratte da queste release vengono aggiunte tre nuove canzoni composte dopo l'uscita del debutto, le collocano a chiusura del platter omaggiando nel booklet ognuna con una definizione precisa (v'invito a leggere le brevi note, il book è appena quattro facciate).
L'opera è alquanto interessante, personalmente non conoscevo assolutamente questa particolare realtà e vi posso assicurare che è tutto tranne che un viaggio easy listening quello che è stato preparato.
E' difficile anche definire quale sia il filone più adeguato alla musica, drone? ambient? non so, la proposta è largamente diluita ma elaborata, ridondanze cicliche, suoni teatrali, atmosfere che tendono a rarefarsi e assumere forma nebulosa in un men che non si dica, è decisamente ampia la gamma di soluzioni con cui si dilettano, com'è altrettanto ben provvista la sacca contenente il lato emotivo di cui si fanno pesantemente carico.
Oltre un'ora e un quarto di musica che dividerà di sicuro gli ascoltatori, chi li riterrà troppo dispersivi e forse privi addirittura di spessore per scelte azzardate fatte di virate che vanno a parare al di fuori di qualsiasi classico stile, altri (come il sottoscritto) li tratteranno come artisti ispirati, evidentemente vogliosi di guardare oltre e abili nel fornire in note rumori, sensazioni o semplici sospiri con una volontà che si dibatte nella costante affermazione di un sentimento a discapito di un altro.
Un best of che ha il valore di un disco vero e proprio per due motivi fondamentali: a) non credo che sfortunatamente (o fortunatamente a seconda dei punti di vista) questi ragazzi abbiano un seguito così grande da ridurre una prova simile a una mera mossa commerciale, b) quando un album ti toglie positivamente la voglia di farne un track by track trasportandoti per la sua intera durata al di fuori dal mondo che ti circonda facendoti dimenticare di esserne parte e proiettando la sua natura nel tuo pensiero, beh ha fatto centro.
Vorrei dilungarmi ancora scrivendo di come sia ben prodotto, di come la versione live di uno degli inediti, "Dusk, Wine And Shadows", obbiettivamente suoni bene eppure non riesca a intrigare completamente, ma che motivo c'è di allungare il brodo? Nessuno.
L'unica cosa che mi resta da fare è consigliarvi d'ascoltare "Des Visions Dombres Et De Tristesses", una via di fuga che non garantisce solo momenti alti e soavi, sente la necessità anche d'inquietarvi prima che giungiate a quella porta con la scritta "Exit", provateli, chissà che qualche malato di mente come me non li gradisca.
Alla fine dei conti un viaggio al di fuori dei classici on air che accompagnano le nostre giornate quale danno potrà mai arrecarvi?

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