mercoledì 16 maggio 2012

BONG - Mana-Yood-Sushai


Informazioni
Gruppo: Bong
Titolo: Mana-Yood-Sushai
Anno: 2012
Provenienza: Inghilterra
Etichetta: Ritual Productions
Contatti: myspace.com/landbong
Autore: Mourning

Tracklist
1. Dreams Of Mana-Yood-Sushai
2. Trees, Grass And Stones

DURATA: 46:14

Bastano due brani per mandare in estasi un ascoltatore? Se i pezzi portano il marchio Bong è decisamente possibile. La formazione anglosassone a un solo anno dal pregevolissimo "Beyond Ancient Space" torna a farci sognare con "Mana-Yood Sushai" e ai più attenti il titolo dell'album avrà sicuramente fatto scattare la molla letteraria, tale nome è infatti ricollegabile in maniera diretta agli scritti di Lord Dunsany e precisamente a "The Gods Of Pegana", testo che a quanto pare fu d'ispirazione per personaggi ormai leggendari quali J.R.R. Tolkien e il maestro di Providence H.P. Lovecraft.
La figura di Mana-Yood-Sushai è fondamentale nel racconto in quanto divinità prima, la creatice diretta delle altre e che dopo esser caduta in un lungo sonno, risvegliatasi, distrusse ciò che aveva messo in piedi per realizzare un nuovo corso.
La musica dei Bong come si collega a tale elementare, dominante e decisiva figura? Si immerge nella natura della quale questa forma d'essere dovrebbe venire intrisa alimentandola con inquietudine e sensazioni altalenanti che vanno dall'angoscia al trip da strafatti per un lungo e intenso percorso segnato indelebilmente da un'onda ciclica che vede a supporto l'andamento orientaleggiante offerto dall'utilizzo dello shahi baaja nei quasi trenta minuti d'apertura affidati a "Dreams Of Mana-Yood-Sushai", una vera pera di lisergia musicale.
Non contenti la dose d'acido viene rincarata in versione eufemisticamente "ridotta" di dieci minuti nella seconda "Trees, Grass And Stones", i suoni cavalcano un'onda emotiva lievemente differente, gli aspetti più scuri e rituali vengono sostituiti da una inflessione ipnotico/contemplativa che tende all'autodistruzione, sembra che da un momento all'altro si debba risvegliare chissà quale evento catastrofico.
I Bong si espandono, necessitano di spazio e di possedere un reticolo immaginario nel quale intrappolarvi durante l'ascolto, sono bravi nell'irretire la mente conquistandola con il drone/doom loro marchio di fabbrica, non c'è nessuna invenzione in questo nuovo lavoro, solo l'ennesima riprova di quanto questo combo di Newcastle sia oggi più che mai fra le migliori fonti d'espressione di tale particolare stile.
"Mana-Yood-Sushai" è dedicato a coloro che senza fretta vorranno immergersi ancora una volta nelle acque torbide del sound dei Bong, se amate lo stoner/doom o preferite ritmiche ancor più sostenute, dimenticatevene, qui non ne troverete traccia, se invece gli Om sono stati e sono ancora adesso il vostro pane quotidiano, beh, in questo caso la familiarità di certe soluzioni ve li farà (se ancora non l'avesse fatto) amare come pochi.

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