Informazioni
Gruppo: Perishing Humanity
Titolo: The Monument Of Lies And Hypocrisy
Anno: 2012
Provenienza: Ucraina
Etichetta: Metal Scrap Records
Contatti: myspace.com/wastelandmusicua
Autore: Mourning
Tracklist
1. Gate 248
2. Interminable
3. Overcome Myself
4. Bloody-Red Product
5. Martyr
6. Left To Die
7. The Shape Of My Fear
DURATA: 20:55

Non stiamo parlando di efferatissimo grind ma bensì di una mistura che di tratti grind ne possiede così come possiede l'attitudine "core" dell'ultima ora, per intenderci quella dove i break-down ci sono eccome pur senza avere una cadenza irritevolmente continua per fortuna e alimentandosi perlopiù d'influenze che spaziano dall'area floridiana malevola dei Morbid Angel a quella newyorkese brutale dei Suffocation. Vista così sembrerebbe un'operazione tutt'altro che disdicevole no?
E in effetti il quartetto non suona né interpreta male la commistione di flussi sonori sopraelencata, quello che non comprendo è perché affidarsi a una versione così breve e farla girare in qualità di full-lenght, togliendo infatti l'opener "Gate 248", unicamente posta a svolgere il ruolo di intro, abbiamo sei pezzi che proprio per la durata "striminzita" e la compattezza con la quale infieriscono sull'ascoltatore riescono a girare nel lettore più volte senza troppi problemi, pur cadendo inevitabilmente nella trappola del già sentito e finendo troppo presto.
Il songwriting è discreto, buone accelerazioni prendono corpo con decisione lasciando però dei valichi percorribili utilizzando dinamiche meno terremotanti, apportanti morbosità. I Perishing Humanity se la cavano poi tecnicamente ed è dimostrato in più di una circostanza da quei due o tre brani che lasciano il segno come "Bloody Red-Product" e "Left To Die".
È un biglietto da visita invitante "The Monument Of Human Lies And Hypocrisy", la produzione permette l'intellegibilità della strumentazione in toto, la prestazione vocale è decisamente "nota" agli amanti della scena death con l'ormai più classico growl/scream modulato con risultati niente male ed è apprezzabile anche l'esecuzione/impostazione degli assoli che intersecano i brani, come avviene con quelli contenuti in "Interminable" e "Martyr", con questa seconda arricchita anche dalla presenza guest di Max Nabokov dei Prime Mover nel reparto vocale.
I punti dai quali ripartire per garantire in futuro uno stacco qualitativo ci sono tutti e le idee sembrano essere decisamente chiare, non ci resta che sperare in una conferma magari un po' più "estesa" nei contenuti per provare a capire quale ruolo potrebbero ritagliarsi all'interno di una scena continuamente in ebollizione com'è quella death.