domenica 27 maggio 2012

NEXHYMN - Black Horizon


Informazioni
Gruppo: Nexhymn
Titolo: Black Horizon
Anno: 2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: myspace.com/nexhymn
Autore: Mourning

Tracklist
1. Decaying Monument
2. Undetermined Supplication
3. Repacious Tempest
4. Black Horizon
5. Exquisite Plague
6. Death Emotion

DURATA: 22:10

7. Decaying Monument (bonus video)
DURATA: 4:46

I Nexhymn sono in giro dal 2008 ma solo adesso nel 2012 questa realtà vien fuori del tutto con l'ep "Black Horizon".
Per quanto ne so, e le notizie che girano non sono poi tantissime, tale formazione dovrebbe essere l'evoluzione, si spera finale, di ciò che era rimasto dei Throat Culture poi divenuti Throcult e della quale fece parte il chitarrista Ivan Alcala in qualità di axeman e cantante.
Non è però lui che risiede dietro il microfono, la scelta è ricaduta su di una donna dalla vocalità growl possente e decisamente mascolina, sarebbe difficile identificarla come tale se non se ne conoscesse il sesso, la prestazione di Holly Wedel (ex Torrid Flesh) è di sicuro conforto per coloro che si approcciano con remore a una qualsiasi release targata come female-fronted, qui non ci sono ringhi e miagolii, solo disperazione e collera tramutate in un "vocione" pesantissimo e ricolmo d'odio.

Su cosa si muove cotanta "dolcezza"? I sei pezzi di "Black Horizon" sono delle mattonate, pure e semplici picconate, che totalmente prive di compromessi, pur mettendo in mostra una più che discreta preparazione tecnica, si scatenano e si lanciano sull'ascoltatore avvinghiandolo a sé con un fattore dominante comune: la violenza.
Mettiamo subito in chiaro le cose, qui per chi cerca innovazione o chissà quale progressione nel sound non c'è proprio trippa per gatti, il sound è a metà strada fra la rocciosa pulizia del "made in Poland", grazie a una produzione a dir poco perfetta, e la blasfema espressione death metal del versante statunitense, tanto dalla Florida quanto dal panorama di New York, i nomi non li cito perché sarebbe inutile tirare in ballo divinità ultranote. A queste due fazioni si può aggiungere l'aggressività dei vecchi Krisiun e la risultante sono pezzi come l'opener "Decaying Monument", "Undetermined Supplication" e "Rapacious Tempest" capaci di scalfire il cuore dell'ormai navigato fruitore di tali sonorità.

Molto buona la prestazione di Pete Gonzales (Satan's Host), la batteria è sfrontatamente arrembante ma evita l'incedere monocorde con cambi di tempo e varianti sul tema non eccessivi però ben incastrati fra loro, arma non da sottovalutare.
"Black Horizon" è sicuramente un più che discreto biglietto da visita e dato che i Nexhymn sono ancora catalogabili all'interno dell'infinita schiera di band autoprodotte, potrebbe valere loro, e glielo auguro, l'attenzione da parte di label del settore, il materiale sul quale mettere in piedi una proposta convincente c'è tutto.
Attendendo quindi riscontri futuri per avere la certezza che tanta bontà non sia solo un fuoco di paglia, consiglio ai deathster incalliti l'ascolto ed acquisto di questa prima prova, il possedere "Black Horizon" diverrebbe un ottimo modo per non dimenticare l'esistenza di questa formazione nel marasma di act che ogni giorno nascono e muoiono in una scena che continua a espandersi e si sa: solo chi vale (o spende di più col "pay to play", gente da eliminare) alla fine rimane dentro.

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