lunedì 20 maggio 2013

ACRANIA - An Uncertain Collision


Informazioni
Gruppo: Acrania
Titolo: An Uncertain Collision
Anno: 2012
Provenienza: Messico
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/acraniaofficial
Autore: Mourning

Tracklist
1. Treason, Politics & Death
2. Deceive The Pain
3. Now
4. A Praise To Madness
5. Revolution & Tequila
6. But Not Today
7. Speartooth
8. Vallarta Night
9. In My Land

DURATA: 40:54

Death metal e contaminazione sono due parole che per voi non potranno mai stare insieme? Lasciate immediatamente questo testo. Strumenti provenienti dal mondo jazz e ritmiche non classicamente metal all'interno dei brani vi fanno venire l'orticaria? Lasciate immediatamente questo pezzo (e sono due).

I messicani Acrania nascono più di una decade fa con il nome Necrofilia che abbandonano nel 2006 dopo aver prodotto un solo demo omonimo rilasciato nel 2004, sinora il cambio d'identità ci aveva consegnato l'ep "In Peaceful Chaos" nel 2007 e il primo disco "Unbreakable Fury" nel 2010. Il finire del 2012 ci ha invece regalato il secondo capitolo full "An Uncertain Collision". La formazione ha composto una serie di tracce veramente belle. All'interno di essa milita il batterista J.C. Chávez, membro anche dei Darkcreed (ce la daranno la gioia di produrre un bell'album prima o poi?), già presente nell'incarnazione precedente insieme ai compagni d'avventura storici: il chitarrista Félix Carreón Hernandez e il cantante-chitarrista Luis F. Oropeza R., mentree Alberto Morales è il bassista e Ignacio Gómez Ceja il batterista.

Non inizierò a tediarvi parlando d'innovazione, inventiva e chissà quale mirabolante presa per il culo, gli esperimenti di stampo ibrido esistono da una vita e i signori Atheist ne sono la prova vivente: chi non ha mai ascoltato "Samba Briza"? Venne inserita nel contesto technical death degli statunitensi, facendo storcere il naso a tantissimi all'epoca, eppure era davvero così fuori posto? Non direi. Bene, i centroamericani vanno decisamente oltre e proprio per questo la premessa fatta poche righe più su ha un valore preciso. Sarebbe tempo perso per un amante delle atmosfere alla Autopsy che non cerchi altro che quelle impattare con un lavoro che è schizzato, che impasta con assiduità un death dalle venature thrash e melodiche con la musica latina, anche jazzata, sfruttando notevolmente le capacità del percussionista Ignacio, supportato dall'ottima ritmica fornita da J.C. e Alberto con i fiati (flauto) e gli ottoni (sax, tromba, trombone) sempre pronti a inserirsi nelle esecuzioni. L'unico risultato sarebbe quello di alimentare sterili polemiche sull'essere "true" o meno.

Cosa mi piace? "An Uncertain Collision" ha la capacità di pavoneggiarsi e incazzarsi, di essere raffinato e grezzo, è elaborato e allo stesso tempo talmente coinvolgente da divenire ascoltabile anche per coloro che non sono abituati a sonorità particolarmente pesanti, tenendo in conto però che la prestazione vocale di Luis è tutt'altro che tenera, poiché si poggia sui pezzi sempre e comunque in maniera aggressiva. C'è parecchio su cui potersi soffermare, ad esempio un brano come "Now" ti lascia quasi perplesso, è a tal punto sconnesso ritmicamente che finisce per colpirti (decidete voi se in positivo o negativo), mentre le lunghe "But Not Today" e "In My Land" palesano il fatto che risultare orecchiabili non voglia per forza dire produrre roba da scolaretti, difatti gli attimi di pieno respiro in cui il flauto è accompagnato dal basso e dalle percussioni segnano il passo della seconda e sono qualcosa di elementare e sublime allo stesso tempo, così come lo è l'assolo di sax che si fa strada in "Deceive The Pain". E come non chiamare in causa la breve e indovinatissima strumentale "Vallarta Night" spogliata dell'essenza metallica, ma che ti fa sognare di trascorrere un paio di giorni in quella splendida località che è Puerto Vallarta? Ogni canzone in un modo o nell'altro può dire davvero la sua.

Ho apprezzato la scelta di non affidarsi a una produzione chirurgica nella pulizia, infatti per quanto i suoni siano più che discretamente delineati, "An Uncertain Collision" non soffre della sterilità causata dalla freddezza artificiale (prendendo tale aggettivo nella sua accezione più negativa in questo caso) che uccide molte delle uscite che tentano di esplorare i territori di confine (e oltre) degli stili. Mi sarebbe invece piaciuto un basso maggiormente esposto, il lavoro di Alberto è ragguardevole, ma ogni tanto sembra finisca inghiottito dal turbinio di suoni che si viene a creare.

Non mi dilungherò ulteriormente, gli Acrania per il sottoscritto sono stati una piacevole sorpresa e il minimo che posso fare è consigliare l'ascolto di questo album. Lasciate fuori dalla vostra testa i pregiudizi e godetevi la musica.

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