lunedì 12 aprile 2010

UNDERDARK - In The Name Of Chaos

Informazioni
Gruppo: Underdark
Anno: 2010
Etichetta: Psycho Records
Autore: Mourning

Tracklist
1. Preludium Proelium
2. Gospel of Netherworld
3. World Reframed
4. The Path
5. Monument Of Hypocrisy
6. In The Name Of Chaos
7. Manifestation Of Denial
8. Black Accomplishment
9. Rebirth
10. God Killing Coup De Grace

DURATA: 34:09



Formazione polacca con membri di Cryptic Tales, Embrional, Nocturnal e Bleeding Art in line-up, per quanto il nome possa risultare nuovo l'esperienza di chi si pone dietro il monicker Underdark fa presagire qualcosa di valido e in effetti è così.
"In The Name Of Chaos" è una creatura bella quanto variegata, vive dell'umore classico del death metal più arcigno ma possiede al suo interno divagazioni strumentali che rimembrano i famosi innesti di band come At The Gates ("The Red In The Sky Is Our" con Jasper Jarold e il suo violino) e la classicità ricercata da act innovativi e brutali allo stesso tempo come gli Scrambled Defuncts (ascoltare i richiami alla classica accentuati).
Gli Underdark puntano molto su un lavoro di riffing a dir poco magistrale sia per quanto riguarda la composizione che lo sviluppo delle melodie e della solistica con le sei corde a farla da padrone.
Vi è una continua ricerca anche dal punto di vista atmosferico che nelle parti incalzanti quanto in quelle più "delicate" evidenzia una insana dedizione allo sviluppo di questa prerogativa.
La sezione ritmica è precisa e possente, un orologio che scandisce le varianti in maniera netta e che in brevi ma importanti attimi trova il tempo di rendersi protagonista.
Si passi per tinte heavy, momenti rilassati e sfuriate vere e proprie, i brani non perdono tensione trascinando.
"Gospel Of The Netherworld", "Rebirth", "Manifestation Of Denial" (solo per citarne tre) sono una summa di quanto potrete ascoltare in un album che come debutto è da definirsi non valido ma di più.
Come tutte le cose belle non è privo di difettucci, quello che si nota maggiormente è la voce, la timbrica si pone alla grande sulle basi ma viene purtroppo alle volte risucchiata dal lavoro di fraseggio chitarristico un po' troppo in primo piano.
Gli Underdark hanno fatto un bel centro al primo colpo, death emozionale ma non privo di piglio e velocità, un connubio fra potenza e colpi assestati di fioretto.
Da evitare per i puristi, consigliato a chi ha voglia di ricercare qualcosa che non sia sempre la solita copia swedish o un ritorno all'old school.

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