lunedì 16 agosto 2010

DR. SLAGGLEBERRY - The Slagg Factory

Informazioni
Gruppo: Dr. Slaggleberry
Anno: 2009
Etichetta: Crash Music
Contatti: www.myspace.com/drslaggleberry
Autore: Mourning

Tracklist
1. Feed Me A Stray Cat
2. 13 Grades Of Filth
3. 8 4 5
4. Bastard Brew
5. Gone Devil

DURATA: 22:22

La formazione inglese dei Dr. Slaggleblerry nasce dall'idea di tre batteristi amanti delle sperimentazioni e dei riff pesanti, succede così che due di loro abbandonano il posto dietro le pelli e imbracciano le chitarre per dar vita un progetto che vede al suo interno dal jazz al metal estremo passando per un comune denominatore primorde: il rock.
"The Slagg Factory" è il terzo capitolo sempre in versione ep che la band ha rilasciato nell'anno e mezzo che ne ha contraddistinto una continua e perseguita evoluzione.
Le influenze percettibili sono le più disparate: Meshuggah, Primus, Psyopus, Zorn e i suoi Naked City, Gordian Knot, in pratica un guazzabuglio di idee, cambi, sincopatia ed ecclettismo che evitando forzatura provano a essere il più naturale possibile.
L'opener "Feed Me A Stray Cat" è una schizoide rappresentazione di ciò che la genialità di Claypool e soci sarebbe capace di trasportare in note se appesantita e correlata da un drumming granitico, "13 Grades Of Filth" da ripetizioni incessanti del riff, vorranno mica distruggerci il cervello? Una rotazione pressante, greve, dove le melodie inserite da una delle due chitarre serpeggiano facendosi strada sino al nostro orecchio.
Con "8 4 5" un po' di quiete, solo apparente in realtà perchè se l'inizio prospetta un brano andante su un prog-rock delicato di lì a poco chitarre in down-tuned stile Meshuaggah faranno la loro comparsa macinando crani, via che seguirà anche "Bastard Brew" che oltre ad essere ricca di riff taglienti come lame ha una sezione melodico cantilenante stile ambulanza impazzita che manda fuori di testa.
Il viaggio si chiude con "Gone Devil" nient'altro che quello che si è ascoltato sino a questo momento racchiuso in un una canzone.
I Dr. Slaggleberry sono una di quelle realtà che si propongono con classe e una tecnica affinata dinanzi a un pubblico che ha come miti le band in antecedenza tirate in ballo, il che farà scattare il solito gioco dei paragoni fra gli uni e gli altri.
In definitiva l'unica cosa che mi viene spontaneo da consigliare è d'avvicinarsi a questo lavoro senza lasciarsi trasportare dai nomi di riferimento, prendendolo per la schizofrenica e adrenalica dose di vitalità che è.
Hanno talento, le prospettive di miglioramento e quindi la possibilità di creare una propria distinta personalità ci sono tutte, attendendo quindi un lavoro che li consacri divertitevi con "The Slagg Factory".

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