Informazioni
Gruppo: Chakrun / Seas Of Stones
Anno: 2010
Etichetta: Cosmic Mother Records
Contatti: www.myspace.com/seasofstone - www.myspace.com/chakrun
Autore: Mourning
Tracklist
Chakrun
1. Pleurotus
2. Biolumineszenz
Intermezzo
3. Seas Of Stones
4. Inevitable The Drought
5. Errantry
DURATA: 40:47
In Europa quando si parla di rock dove in mezzo vi sia psichedelia, sound desertico e trip annessi due nazioni per motivi sia storici che qualitativi spiccano da sempre: Inghilterra e Germania.
Nell'ultima decade anche l'Italia sembra essersi risvegliata da quel torpore post seventies che c'aveva gambizzato producendo un'involuzione che negli anni Ottanta e Novanta aveva dato alla luce un nulla di fatto o quasi per vari motivi, fra cui l'assenza purtroppo di un supporto decente per realtà nascenti che s'approcciassero a tale stile.
Fatto sta che comunque le regine continuano a sfornare formazione dopo formazione senza fermarsi, è così che per puro caso mi sono imbattuto nello split che vede come protagonisti giovani act alla prima prova ufficiale: Chakrun & Seas Of Stones.
Entrambi teutonici, provenienti da Lipsia e Dresda hanno rilasciato in questo 2010 un lavoro contenente cinque brani che fra alti e bassi mostra comunque come ci siano delle doti tali da renderli piacevoli all'ascolto.
L'apertura spetta ai Chakrun, post-rock progressivo con tinte psichedeliche che si appoggia a ritmiche stoner e fascino seventies per arrivare a colpire il centro, purtroppo la mira è ancora leggermente fuori fase.
Le tracce a loro affidate mostrano passione e conoscenza dello stile ma si limitano a un lavoro basilare, in certi frangenti sterile, privo di contatto emotivo (se non a tratti) dovuto non tanto alla ciclicità del riffing, perché quella può essere una dote non da poco se saputa sfruttare, quanto alla poca sintonia delle scelte scontatelle caratterizzanti ad esempio la prima "Pleurotus" che portano al semplice risultato di dar vita a un deja vù gradevole ma di poca presa.
Risalgono decisamente la china con "Biolumineszenz", il sound si fa più definito e profondo nelle sue movenze post, affonda meglio il colpo pigiando i tasti giusti, la chitarra solista scorre melodicamente intima tracciando una scia che viene accompagnata da una base che denota un minimo di personalità quando muta animandosi, facendo venire a galla la parte più rocciosa e distorta.
In tutti e due gli episodi il guitarworking di scuola Josh Homme del periodo Kyuss è evidente riferimento, la scelta delle note e l'impostazione riportano alla mente gli anni in cui folleggiava con Garcia, Reeder e Bjork regalandoci un capolavoro dopo l'altro ma qui non siamo purtroppo a quei livelli.
Il terzo brano "-" pare essere un intermezzo che vira verso altri lidi sonori, è infatti in zona Neurosis che ci troviamo, ipnotico, avvolgente si pone da reale spartiacque dato che è scoccata l'ora dei Seas Of Stones e cambieranno timbro e registri a nostra disposizione.
Compatti e dotati di un riffing massiccio, la band parte in quarta con "Inevitable Is Drought", anche in questo caso la presenza del post rock è palese ma incastonata in un quadro generale molto più duro e infervorato che riesce a esprimere le proprie sensazioni sfruttando sia la vena dei già nominati Neurosis che a quelle di Isis e Kylesa.
Le fasi che staticamente hanno parvenza controllata e malinconicamente quieta sono di passaggio per la ripresa delle operazioni in modo corposo e possente, ciò avverrà anche nella successiva e conclusiva "Errantry".
La canzone nei suoi undici minuti e mezzo di durata scorre lenta e placida per poi irrobustirsi alzando un bel muro di chitarre dopo i primi due, la voce si scaglia contro irrequieta, un sentore di tristezza crescente col passare dei secondi ne delineerà il mood che, non avendo altro modo per sbattersi, verrà fuori alternando attimi di pacifica riflessione ad altri di concitata ed espressiva emotività addolorata.
Fra ombre e luci lo split ci da come dati definitivi: Chakrun ancora in fase di crescita e ricerca di se stessi, buone potenzialità ma da rivedere l'esposizione dei brani che tende al monotono, Seas Of Stones realtà al contrario già matura e capace di farsi sentire con le giuste e dovute scelte sia dal punto di vista del suono sia da quello emotivo.
Consiglio l'ascolto di questo lavoro agli appassionati della psichedelia e del sound moderno in genere, in entrambi i casi tutte e due le formazioni sono da seguire perché dopo un solo sforzo si ha esclusivamente una minima base di giudizio, che il tempo potrebbe stravolgere.
Fiducia e supporto è ciò che serve loro per guardare avanti.
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lunedì 30 agosto 2010CHAKRUN / SEAS OF STONES - Split |
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