lunedì 8 ottobre 2012

BLAND VARGAR - Notturno 11


Informazioni
Gruppo: Bland Vargar
Titolo: Notturno 11
Anno: 2012
Provenienza: Emilia Romagna, Italia
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: blandvargar.bandcamp.com - facebook.com/blandvargar
Autore: Bosj

Tracklist
1. Preludio
2. Noir
3. Bivium

DURATA: 24:57

Qualcuno ha voglia di black metal? Di quello vero, quello duro, freddo, graffiante, non sempre velocissimo ma totalmente, completamente, incontrovertibilmente cattivo? Magari, perchè no, vogliamo trattarci bene e cerchiamo qualcosa che non abbia dalla sua solo furia e malvagità, bensì anche qualcosa di più, quella vena intimista, intrinsecamente esistenziale? Signore e signori, diamo il benvenuto ai Bland Vargar.
I quattro musicisti emiliani si presentano con una prima prova che è quasi un manifesto: al di là dell'introduttiva "Preludio", da poco più di un minuto, i due pezzi successivi, vero e proprio "cuore" del lavoro dei Nostri, si attestano intorno agli undici, dodici minuti ciascuno, eppure scorrono via che è un piacere, tanto che mi ritrovo a scrivere queste righe forse al nono, decimo ascolto filato di "Notturno 11". Tra reminiscenze dei primi Agalloch, degli Ulver degli anni d'oro, dei Negura Bunget che furono e degli immancabili Wolves In The Throne Room, tanto per fare i nomi più facili, "Noir" e "Bivium" sono due tracce che, pur nella loro profonda diversità, si fanno portatrici della stessa urgenza artistica, degli stessi umori e delle stesse sensazioni. La prima, una ricerca di sé ("da un abisso / a uno più profondo / mi sono svegliato / mentre cadevo / più in basso, oltre, il nulla") scandita da una maggior velocità, da una furia primigenia; la seconda, più lenta nella prima parte, più posata, ragionata, un'affermazione della propria essenza ("sono folgore, sono tempesta / sono le fronde e l'eterna pioggia / sono l'acqua che scorre / sono l'acqua che scorre contraria") su note esplicitamente debitrici della oggi definita "cascadian scene". Il tutto, come accennato, ponendo grande attenzione all'aspetto testuale, rigorosamente nella lingua di Dante (tuttavia nel booklet abbiamo anche le traduzioni in inglese) con costrutti latineggianti e addirittura una citazione dal sempreverde "Dune".
Aggiungiamo poi che, in piena tradizione agallochiana, all'acquisto del demo la band allegherà un rametto di nocciolo appenninico, e credo che ci si possa fare un'idea abbastanza precisa della proposta dei Bland Vargar.
Vorrei poter dire tanto altro, purtroppo il materiale di cui parlare è questo, quindi speriamo arrivi presto una produzione più corposa.

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