Informazioni
Gruppo: Curse Of Samsara
Titolo: Curse Of Samsara
Anno: 2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/CurseOfSamsara
Autore: Mourning
Tracklist
1. Possession
2. The Curse
3. Signs Of Evil
4. Grave Hill / Depositum
5. Pleasures Of Death
6. Rise From The Ashes
DURATA: 43:09
I Curse Of Samsara sbucano dal nulla, la formazione di Philadelphia ha in formazione musicisti probabilmente noti nella scena locale per i trascorsi nelle band thrash The Dark Lords Of Stonehurst, Bitchslicer e in quelle sludge Hellblock 6 e Pennsylvania Connection, ma l'unica uscita sfornata sotto questo nome risulta essere l'omonimo debutto nel 2012. Si gettano quindi all'attacco senza girarci troppo intorno, cos'avranno combinato?
"Curse Of Samsara" racchiude sei tracce di death/thrash che potremmo definire classicamente influenzate dalla mistica presenza di Chuck Schuldiner, il rimando alle sonorità dei Death (in primis) è palese sia nell'ambito strumentale sia nella prestazione dietro al microfono di Anthony "Antman" Montone. Non sono di certo i primi ad aver attinto da quella fonte e non saranno probabilmente neanche gli ultimi, quello che è importante segnalare è come sia stata recepita la lezione del passato, le tracce dimostrano infatti di possedere una costruzione interessante sia per ciò che concerne le serie di riff che le melodie sviluppate e la discreta abilità nell'ammorbidire atmosfere grevi con l'indovinata introduzione di chitarra pulita/acustica. Sono belli ad esempio i frangenti che interessano la parte pre-conclusiva di "The Curse", nella quale l'allentamento della tensione corrisponde a un momento solistico affascinante, così come una stranamente e diversamente "sognante" "Gravehill / Depositum", canzone dai toni più scuri, dolciastri e con la breve apparizione della voce femminile che intona una sorta di cantilena; non vi conduca però fuori strada, è un cameo, nulla di particolarmente melenso e si sposa bene con l'incedere atmosferico del pezzo.
La musica è anni Novanta, gli stereotipi moderni delle alte velocità, degli iper-tecnicismi, della situazioni forzatamente di presa e delle produzioni che suonano finte sono tenuti alla larga, le canzoni anche dopo vari giri nel lettore mantengono la capacità di farsi ascoltare, vuoi in parte proprio per la natura che le lega a quella figura storica per chiunque ami il death metal, vuoi perché i cambi tempo e di stile sono ben fatti e la situazione rimane viva. Brani come "Possession" o "Pleasure Of Death" te li godi semplicemente e alla fine eviti anche di farti troppe domande o paranoie sulla derivazione o meno da "genitori" importanti.
Vi consiglio di visitare il sito ufficiale della band, ho avuto modo di leggere i testi da lì e ognuno di essi è accompagnato da una raffigurazione grafica molto bella che ne incarna il senso; nella stessa piattaforma avrete inoltre la possibilità di acquistare il cd o il vinile di "Curse Of Samsara" direttamente nella sezione merchandise.
Operazione nostalgia? Sì, fa sempre piacere avere nelle orecchie un sound capace di riportare indietro le lancette dell'orologio di una ventina d'anni o giù di lì, in tal senso potremmo pensare ai Curse Of Samsara come a una formazione che si sta ancora forgiando e giustamente inizia a farlo prendendo spunto dal passato, in questo momento va benissimo così, un pizzico di personalità in più però permetterebbe loro non di bypassare, ma quantomeno di alleviare lo stato di "già sentito", acquisendo quel "quid" che adesso manca per considerarli una sorpresa a tutti gli effetti.
Le basi ci sono, il tempo per realizzarsi non manca, per ora pensiamo a offrir loro la possibilità di suonare nello stereo, più in là vedremo.