lunedì 4 febbraio 2013

SALOME - Terminal

Informazioni
Gruppo: Salome
Titolo: Terminal
Anno: 2010
Provenienza: Virginia, U.S.A.
Etichetta: Profound Lore
Contatti: non disponibili
Autore: Istrice

Tracklist
1. The Message
2. Terminal
3. Master Failure
4. Epidemic
5. An Accident Of History
6. The Witness
7. The Unbelievers

DURATA: 66:06

Ho sempre avuto un debole per le band che annoverano al loro interno gentil pulzelle. Di più, hanno sempre avuto un ascendente irresistibile sul sottoscritto le frontgirl più estreme, quelle in grado con la loro dolce ugola di trapanarti i timpani. Potete immaginare il gaudio e la curiosità quando, ormai un lustro fa, venni a conoscenza dell'ingresso nella line-up degli Agoraphobic Nosebleed di tale Kat Katz, minuscola cantante semisconosciuta proveniente dalla Virginia, già militante in un altrettanto ignoto progetto di nome Salome. Sciolti i segugi ed effettuate le doverose ricerche scopro che: A) i Salome sono una band sludge con all'attivo un full ("Salome") di pregevole fattura; B) la biondina è istruttrice yoga, è vegana, è piccina piccina ed in generale è lontana anni luce dagli stereotipi estetici legati a certi ambienti musicali; C) ciò nonostante ha uno scream che ti pettina, viscerale, acuto, per certi versi femmineo, ma al tempo stesso disumanamente violento.

Una meraviglia insomma. Roba da patrimonio dell'umanità. Roba da campagna del WWF "Proteggiamo gli ultimi esemplari di Kat Katz dal rischio di estinzione". Campagna riuscita a metà a dire il vero, perché se la collaborazione con gli ANb prosegue ancora oggi, i Salome hanno avuto vita troppo breve, essendosi sciolti poco tempo dopo l'uscita del disco oggetto di questo articolo, secondo full della loro carriera, l'unico prodotto da una etichetta discografica di livello, la Profound Lore nella fattispecie.

L'originale band nata in Virginia, un terzetto composto da voce, chitarra e batteria, suona uno sludge/doom pesantissimo, dai ritmi dilatati e contaminato dalla noise più fastidiosa. Due minuti e mezzo di rumori di fondo accolgono l'ascoltatore, "The Message" contiene tutto ciò che troveremo proseguendo, riff enormi, urla strazianti della Katz, inserti noise, cambi di tempo, ed in generale un songwriting vario ed ispirato che non fa mai pesare la lunghezza dei brani. Ad essere sinceri i diciassette minuti di riverberi distorti di "An Accident Of History" avrebbero potuto anche essere dieci, o magari ancora meglio cinque, però si può sorvolare.

Tutto l'album trasuda disagio e dolore emotivo, trasferiti all'ascoltatore mediante un muro sonoro gigantesco senza soluzione di continuità, ma tra le canzoni più ispirate non si possono non citare "Master Failure", traccia in cui Kat esprime tutto il suo male di vivere, mostrando la lapalissiana verità secondo cui ad ogni tentativo può seguire solo un fallimento, essendo la vita sofferenza, e la titletrack "Terminal", brano dall'intensità senza eguali in cui ad un meraviglioso riffing in downtempo viene alternato un inserto centrale più sciolto e potente, reso ancor più disturbante dal canto malato e volutamente fuori ritmo della Katz.

Il disco si snoda per oltre un'ora, granitico, monumentale, e si chiude con "The Unbelievers", pezzo in cui il tempo stesso sembra fermarsi e ripartire con la musica, tra costanti rallentamenti e accelerazioni, rumori e frequenze si compenetrano con il ruggito della chitarra, mentre la Katz prosegue il suo sermone di morte e depressione fra urla strazianti e growl dall'oltretomba, finché il riff portante ed ossessionato non viene travolto da un'ultima ondata di noise. Il cerchio si chiude, l'orecchio maciullato viene ricondotto al punto di partenza. Ed è un vero dispiacere che la band abbia conosciuto una morte prematura, ma forse, visto il contenuto ed il senso di "Terminal", in qualche misura è giusto così.

P.S. Nel 2013 uscirà il nuovo disco dei sopra citati Agoraphobic Nosebleed, in cui Kat Katz milita tuttora. In una recente intervista hanno dichiarato che il lavoro sarà diverso dal solito e consisterà in quattro dischi, uno per ogni membro della band, in cui ciascuno svolgerà di volta in volta un ruolo da protagonista. Chissà che nel disco dedicato a Kat Katz non si possa ritrovare qualcosa di affine a quanto proposto dai Salome. Sarebbe una gradita sorpresa.

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