Informazioni
Gruppo: Rattenfänger
Titolo: Epistolae Obscurorum Virorum
Anno: 2012
Provenienza: Ucraina
Etichetta: Dark Essence Records
Contatti: Nessuno
Autore: Mourning
Tracklist
1. Coelo Affixus Sed Terris Omnibus Sparsus - Intro
2. Grimorium Verum
3. Victa Lacet Virtus
4. Nunc Scio Tenebris Lux
5. Allegoria De Gula Et Luxuria
6. Clausae Patent
7. Deest Remedii Locus, Ubi, Quae Vitia Fuerunt, Mores Fiunt
8. Regno, Regnavi, Regnabo
DURATA: 42:00
A quanto pare anche l'Ucraina ha la sua all-star band, nata recentemente con il nome di Rattenfänger, verosimilmente ispirato dalla letteratura tradizionale tedesca e nello specifico dal "Pifferaio Magico Di Hamelin". La formazione è alquanto interessante, i musicisti che la compongono sono: Roman Saenko (chitarra e voce), Thurios (chitarra), Krechet (basso) e Vlad (batteria e tasterie), tutti quanti coinvolti (o lo sono stati in passato) in progetti notissimi quali Drudkh, Old Silver Key, Blood Of Kingu, Astrofaes, Dark Ages, Hate Forest e Kladovest. Le premesse sono quindi delle migliori, ma a noi importa della musica e quindi cos'avranno combinato questi signori?
Gli ucraini inaspettatamente non propongono un album Black, non ci sono atmosfere Post né Dark Ambient, ma un disco Death Metal vecchia scuola, orientato a disseminare al proprio interno delle fiorenti sezioni di stampo Doom. In pratica immaginate uno scenario di fine anni Ottanta o primi anni Novanta nel quale i maestri Celtic Frost si combinano con i Winter, gli Asphyx e i Darkthrone viscerali di "Soulside Journey", aggiungete una brezza nera e affascinante che conduce all'unica nota odierna che mi viene in mente, i Tryptikon (comunque appartenenti al signor Tom G. Warrior), a seguirne la scia, e sarà un po' come giocarsela sempre in casa.
Il disco è marziale, decisamente scarno e diretto in alcune delle sue sezioni principali, non lascia appiglio a coloro che cercano evoluzioni o chissà quale tipo di variante tecnica all'interno dei brani, proseguendo in maniera stentorea, nera e profonda; ascoltate l'abisso di "Nun Scio Tenebirs Lux" e il 2012 vi sembrerà distante almeno due decadi.
Le ambientazioni sono cupe, estremamente minacciose sia nella loro versione più animosa — contenuta in episodi come "Grimorium Verum", il regnante mid-tempo "Victa Lacet Virtus" e lla conclusiva "Regno, Regnavi, Regnabo" — che in quella pachidermica e pestilenziale della già citata "Nun Scio Tenebris Lux" e dell'accoppiata sordida e sprezzante formata da "Allegoria De Gola Et Luxuria" e "Clausae Patent". I Rattenfänger dimostrano di essere totalmente a proprio agio sguazzando nelle torbide acque dell'old school senza compromessi.
Non trovo quindi difetti a "Epistolae Obscurorum Virorum" — il titolo "Lettere Degli Uomini Oscuri" dovrebbe far riferimento alla raccolta di testi satirici che supportava la visione dell'umanista Johann Reuchlin apparsi in quel di Hagenau fra il 1515 e il 1519 — che, pur essendo un'incarnazione sonora a noi nota, evidenzia la maturità compositiva e le scelte indovinate di chi con la musica ha a che fare da tempo e ne conosce ormai sin troppo bene le dinamiche. Lo stesso si può dire della produzione abbastanza pulita, capace però di mantenere viva la sensazione morbosa di morte che le canzoni trascinano con sé.
Il cantato gutturale di Roman infine è pesante come un macigno e la scelta di utilizzare il latino medioevale per narrare i testi è intrigante, potrebbe addirittura diventare un motivo di confronto e ricerca per carpirne il significato o soltanto per verificare la correttezza linguistica: come non ricordare infatti le mirabolanti imprese dei Dark Funeral e del loro "maccheronico" stupro nei confronti della poetica lingua morta, perpetuatosi nel tempo e dai risultati particolarmente ilari? Sarà così anche per i Rattenfänger? Scopritelo.
Debutto con i controfiocchi per la formazione est-europea, vi suggerisco di entrarne in possesso, "Epistolae Obscurorum Virorum" è ciò che ogni assiduo fruitore della vecchia guardia desidera ricevere all'orecchio, pertanto buonissima la prima!