lunedì 14 febbraio 2011

EARTHSHIP - Exit Eden


Informazioni
Gruppo: Earthship
Anno: 2011
Etichetta: Pelagic Records
Contatti: www.myspace.com/wearetheearthship
Autore: Mourning

Tracklist
1. Caught In A Storm
2. Sea Of Peril
3. Fever Pitch
4. A Line Dividers
5. Born With A Blister
6. Bleak
7. Grace
8. A Feast For Vultures
9. Soul Embedded
10. Exit Eden
11. ...As If She Were A Black Bird

DURATA: 38:52

Monicker nuovo di pacca ma che nasconde sorprese liete per gli assidui ascoltatori del panorama post-hardcore e per gli adoratori dei The Ocean, gli Earthship non sono altro che la creatura di Jan Oberg l'ex batterista del combo berlinese e che in questa nuova avventura viene affiancato dal compagno di una vita Robin Staps.
Non è un caso che il disco di debutto "Exit Eden" venga supportato dalla Pelagic Records, casa base di Staps e che il sound per certi punti sia accomunabile proprio a quello dei The Ocean, la differenza più evidente si nota in fase di drogaggio sonoro, mentre la formazione che ha dato vita all'accoppiata di album composta da "Heliocentric" e "Anthropocentric" l'anno passato ha un'influenza ridondante e massiccia di soluzioni tendenti a saturare il sound, gli Earthship si alcolizzano di southern e per southern intendo quello più zozzo, pesantemente stoner e sludge, aggiungete una vena progressiva, qualche taglio di stampo jazzy e avrete una idea delineatamente vaga di quello che potrete ascoltare in "Exit Eden".
Fate finta che gente come Crowbar, Mastodon, Iron Cobra, Baroness e Kylesa s'incroci dando vita a qualcosa di possente ma capace di sorprendervi con un colpo di fioretto improvviso, pezzi violenti e schietti come l'opener "Caught In A Storm" e "Bleak" si confrontano con l'appeal melodico e la gamma di varianti che fanno di "Sea Of Peril", "Fever Pitch", "A Line Dividers" e "A Feast For Vultures" delle hit dal piglio importante, sono fautrici di un cambio di passo e impostazione del colpo che risulta netto, prima di riversarlo sull'ascoltatore l'effetto viene diluito o intensificato assecondando l'umore cangiante del brano (fantastici i rimandi ai Faith No More che di tanto in tanto fuoriescono), questo fa sì che non vi sia il modo di carpire il momento in cui l'esplosione avrà il proprio avvento.
Diversa e azzeccata come posizione nella tracklist si espone la ballad "Grace", Patton, Anselmo e la psichedelia floydiana si convogliano in una canzone dal mood seventies sognante, è solo una goccia di rugiada in mezzo a una tempesta che non ha ancora avuto fine, a seguire riprenderanno le scorribande indiavolate con "Soul Embedded", verremo a contatto con il riffing ossessivo della titletrack e lo stile Patton che torna a far visita conducendoci sino al momento in cui l'outro strumentale "...As If She Were A Black Bird" chiuderà i giochi.
Jorg se la cava bene dietro il microfono e non è di certo una novità, i più attenti ricorderanno di sicuro la sua prestazione in "Ectasian/De Profundis", tecnica ed esperienza non sono delle qualità assenti nelle release che vedono artisti rodati come lui e Staps lavorarci su, c'è da centrare ed equilibrare il numero di soluzioni e di virate da eseguire, in certi momenti si rischia di perdere un po' il filo della situazione.
"Exit Eden" è un debutto che in linea di massima convince, il suono rude gli calza a pennello, gli appassionati del genere sono quindi avvisati, da ora c'è un nome in più da seguire e acquistare, con gli Earthship siete in mani sicure.

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