Anno: 2009
Etichetta: Great Dane Records
Autore: Mourning
Tracklist:
1. ...To Perform
2. Invisible Disease
3. Feed This Hate
4. One Race: All Racist
5. Our Victory
6. And Then... To Kill Myself
7. Neuronal Interference
8. Facing The Storm
9. Inescapable Decision
10. Skilfully Perverse Mechanism
1. ...To Perform
2. Invisible Disease
3. Feed This Hate
4. One Race: All Racist
5. Our Victory
6. And Then... To Kill Myself
7. Neuronal Interference
8. Facing The Storm
9. Inescapable Decision
10. Skilfully Perverse Mechanism
DURATA: 45:20
Suonano brutal e vengono dalla Svizzera, hanno dieci anni di carriera alle spalle e dopo vari problemi di stabilità di line-up i DarkRise sotto l'ala della Great Dane Records pubblicano il loro terzo maturo lavoro dal semplice titolo "Built".
Si perchè c'era da ripartire, ricostruire e dare un'impronta netta tanto da scegliere di registrare in uno degli studios che sono sinonimo di qualità per il death in Europea: gli "Hertz" conosciuti per l'operato svolto per nomi altisonanti come Behemoth e Vader ma che recentemente hanno visto passare da lì molte delle nuove (e non) leve.
Infatti la prima cosa che si nota è come la produzione sia curata anche se non perfetta, mette in risalto la buona tecnica dei ragazzi sia come riff maker sia in fase solistica e dona visibilità a un basso che dinamicamente si muove usando anche lo slap per cercare soluzioni diversificate.
L'unica magagna (se così la si può definire) è il sound della cassa sin troppo sparato e plastificato, un lavoro più denso e di spessore avrebbe dato una marcia in più.
"Built" in compenso è una vera mazzata sin dalle note iniziali, ha come apice un terzetto di brani composto da "Invisible Disease", "And Then...To Kill Myself" e la perla "Neuronal Interference", dove la vena brutale e la sincopatia meshugghiana si fondono dando forma a una macchina da guerra pronta a mettervi sotto al suo passaggio.
Il resto del platter non è della qualità delle tre citate ma si staglia tranquillamente al di sopra della media, facendosi ascoltare anche se in più casi il deja vù è quasi naturale non che questo sia per forza una pecca, perchè se è vero che questo risulta essere a discapito della personalità c'è da dire che la solidità che il disco evidenzia nel suo svolgere è un pregio di non poco conto.
La voce di Luc si destreggia bene, sia nelle parti più acide sia in quelle più profonde e con Nicolas completa un'accoppiata chitarristica di tutto rispetto, cosa che vale altrettanto per le basi fornite da Will al basso e Guido dietro le pelli, riescono a farsi valere e lasciare il segno.
Non avremo un capolavoro nel nostro stereo ma "Built" è un album capacissimo di farvi sbatacchiare dimostrando d'avere le qualità giuste per piacere a chi segue il genere con passione, date loro una possibilità e chissà che non vi sorprendano.