lunedì 4 gennaio 2010

ORCRIST - We Come In War


Informazioni
Gruppo: Orcrist
Anno: 2009
Etichetta: Painkiller Records
Autore: Black Mysticism

Tracklist
1. We Come In War
2. From The Fog - Enshrouded Desolate Lands
3. Winter Might
4. Mother Of Infernal Night
5. Ode To The Wolf’s Torment
6. Breathless
7. The Silence

DURATA: 31:54

Ritorno col botto per i nostrani Orcrist che dopo 3 anni di silenzio, (split con i Beastcraft a parte), riaffiorano sulla scena con una line up rinnovata, eccetto ovviamente lo stesso Grav, batterista e fondatore della band, e un sound sicuramente rimasto ancorato alle origini ma contemporaneamente rivolto verso orizzonti più atmosferici, emozionali.
Rispetto al suo predecessore “Black Blood Raised” la prima cosa che spicca in questo ultimo full è la vena celata di malinconia che percorre come un filo sotterraneo quasi tutti i brani eccetto alcuni, merito soprattutto di Mane (Defixio) e dei suoi arrangiamenti/arpeggi suggestivi ed ipnotici che rendono la chitarra il muro portante di ogni brano su cui si innestano il resto degli strumenti; la scelta di utilizzare prevalentemente mid tempos e lo screaming aspro e tagliente di Sacrifice (Mourning Soul, Rovina) abbinata ad una metrica davvero azzeccata e ad una produzione pulita ultimano il tutto, conferendo ad ogni brano peculiarità e spessore senza nessun calo di tono nonostante l’intero disco presenti influenze e susciti sensazioni diverse.
Si passa difatti dalle note sognanti e tristi di brani come “Mother Of Infernal Night”, “The Silence” alla carica delle influenze black 'n’ roll di “From The Fog - Enshrouded Desolate Lands“, “Breathless” per poi assestarsi su pezzi come “Ode To The Wolf’s Torment“ o la stessa title track che commistionano sapientemente entrambi i mood!
A farla da collante troviamo ascendenti che vanno dal sound tipico dei primi '90 (questo per fortuna prevale nettamente) al feeling che si può rintracciare nelle ultime uscite dei Darkthrone come un ponte sonoro che, oscillando tra passato e “presente“ (almeno tale sarebbe secondo alcuni..chi ha detto Fenriz?!!), attraversa l’intera storia del genere.
In definitiva si tratta di un lavoro decisamente sopra la media, non si possono che apprezzare i risultati ottenuti che riflettono perfettamente sia la scelta ponderata e ben riuscita dei nuovi membri che hanno contribuito al meglio per la realizzazione dell’album, sia la maturità raggiunta dalla creatura di Grav nel corso degli anni. Unica nota di demerito che sento la coscienza di sottolineare è per l’artwork che, gusti a parte, rende davvero poco il contenuto del disco e il feeling che lo permea, rischiando di sminuirlo.
L’album in questione è anche disponibile su tape limitata a 50 copie come versione rehearsal nello split con gli Uruk – Hai uscito sempre nell’anno corrente.
Nella speranza che l’attuale line up, dati gli ottimi risultati, si mantenga nel tempo, consiglio a tutti coloro che mai hanno abbandonato la vecchia nera fiamma di fare vostro questo lavoro.

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