Gruppo: Thy Flesh Consumed
Anno: 2009
Etichetta: Diminished Fifth
Autore: Mourning
Tracklist:
1. Siege Engine Of Unreligion
2. The Disciplined Scorn
3. Blood Drenched Creation
4. The Demolition Of Thought
5. Ordinance Subservience
6. Devout Heathen
7. Hasten The Apocalypse
8. Sacrilege And Clarity
9. Thralldom Of The Crowning Mania
1. Siege Engine Of Unreligion
2. The Disciplined Scorn
3. Blood Drenched Creation
4. The Demolition Of Thought
5. Ordinance Subservience
6. Devout Heathen
7. Hasten The Apocalypse
8. Sacrilege And Clarity
9. Thralldom Of The Crowning Mania
DURATA: 41:37
Band matura e che si può considerare ormai una realtà solida arrivando al traguardo del quarto full.
"Unrepentant" infatti è l'ennesima prova maschia e priva di fronzoli che il combo canadese ci regala, mostrandosi in buona forma e con una voglia di colpire che trasuda odio.
Le influenze nel loro sound affondano nelle lezioni impartite da maestri come Angelcorpse, Incantation e Immolation tanto per citarne solo tre, sfruttando e aggiungendo spunti grind e black che infonderanno abrasività e malignità alla proposta.
Non è un disco che si fa pregare o abbia bisogno di chiavi di lettura particolari, quaranta e poco più minuti d'incontrastata violenza priva sì di elucubrazioni e contorsionismi tecnici ma che non rinuncia a una buona forma canzone, sfrutta dei pattern di batteria che bastonano a dovere e un riffing che per quanto alle volte sembri risultare un ascolto statico, cresce e acquista piglio con l'aumentare degli on air, insieme hanno il compito preciso di elaborare una bomba macina note che vi scartavetrerà le orecchie.
La costruzione dei brani per quanto semplice e incentrata quasi in toto sulla furia acquisisce vantaggio dalle scelte oculate nei cambi di tempo che ne diminuiscono il fattore monocorde e ne accrescono la scorrevolezza.
I picchi del disco risiedono nella coppia formata dal massacro di "Blood Drenched Creation" e dalla malvagia "Ordinance Subservience" con a seguire "Devout Heathen" e "Sacrilege And Clarity" pronte a offrirvi i loro incazzati servigi, basterebbero queste a stordirvi per una bella ventina di minuti.
L'album vanta una buonissima prova del singer che dietro il microfono fa la parte del leone, corrosivo come un acido, a differenza di alcuni suoi colleghi riesce nel miscelare in modo corretto le varianti vocali (growl/scream) dando valore e risultante più che degna allo sforzo complessivo.
Non ci troviamo davanti a un disco epocale ma una genuina prestazione che non fa sconti a nessuno, un pugno diretto in pieno volto che piacerà di sicuro a chi ha un occhio di riguardo per la frangia più estrema del metal.