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lunedì 15 febbraio 2010ABORYM - With No Human InterventionInformazioni Gruppo: Aborym Titolo: With No Human Intervention Anno: 2003 Provenienza: Italia Etichetta:Code666 Records Contatti: aborym.it Autore: M1 Tracklist 1. Antichristian Codec 2. With No Human Intervention 3. U.V. Impaler 4. Humechanics-Virus 5. Does Not Compute 6. Faustian Spirit Of The Earth 7. Digital Goat Masque 8. The Triumph 9. Black Hole Spell 10. Me(n)tal Striken Terror Action 2 11. Out Of Shell 12. Chernobyl Generation 13. The Alienation Of A Blackened Heart 14. Automatik Rave'olution Aborym DURATA: 64:51 Le macchine infine ebbero la meglio ed imposero il proprio dominio sulla Terra. La guerra era iniziata nel 1999 ma pochi se ne accorsero, "Kali Yuga Bizarre" il nome della prima epica battaglia in cui era ancora l'uomo ad imporre la propria legge, poi fu la volta di "Fire Walk With Us" e tutti si illusero che il viaggio nel cyberspazio elettronico non avrebbe avuto conseguenze... "With No Human Intervention" segna il passaggio ad un livello superiore nello scontro, la violenza si è fatta cinica, inumana, fredda e precisa, industrial black metal? Alien-black-hard/industrial? Le macchine hanno prevalso e per l'uomo non c'è stata via di scampo... Abbiamo poco tempo per respirare, esattamente i trenta secondi di "Antichristian Codec", prima di essere assaliti dalla furia senza compromessi e dal rigore spietato della title-track: la drum-machine impone ritmiche folli e forsennate, l'onda d'urto delle chitarre spazza via tutto con una precisione chirurgica, così come avviene in "U.V. Impaler" e "Humechanics-Virus". Non di sola violenza vive però questo disco: "Faustian Spirit Of The Earth" è uno dei brani più complessi per struttura e andamento, "Digital Goat Masque" presenta uno stacco melodico inaspettato e l'epica "The Triumph" un assolo pauroso. Sono presenti inoltre episodi decisamente alieni al metal come ad esempio la "danzereccia" "Chernobyl Generation" dai toni Ebm (sonorità poi riprese da Nysrok nei suoi Alien Vampires) o "Does Not Compute" ad opera di Matt "OCD" Jarman della industrial black metal band britannica Void, pezzo industrial/noise che si inserisce perfettamente nel concept generale. Non manca infine un richiamo al glorioso passato grazie alla presenza di "Me(n)tal Striken Terror Action 2", secondo episodio e autocitazione dal brano più thrashy dell'esordio "Kali Yuga Bizarre". La prova di tutte le personalità coinvolte, ospiti compresi, è di livello eccellente: gli effetti utilizzati sono innumerevoli e stranianti, le vocals di Attila sempre acide, degne di uno sciamano hi-tech, Bard "Faust" inaugura la sua collaborazione con Aborym direttamente dalla cella dove stava ancora scontando gli ultimi giorni di prigionia per i crimini commessi durante gli albori dell'Inner Circle, registrando via telefono alcune spoken words, scrivendo alcuni testi e dando il titolo al disco, mentre il nucleo storico (che lavorerà insieme per l'ultima volta e poco a poco sarà smantellato) composto da Fabban, Nysrok Infernalien e Seth Teitan 131 si conferma ancora una volta una sicurezza. Decisamente curato anche l'aspetto grafico del digipack, con un booklet completo di testi e foto piuttosto esplicite e una traccia video contenente una sorta di videoclip del brano "With No Human Intervention". L'unica pecca rintracciabile in questo album può essere considerata la durata importante che supera l'ora di musica, quasi sessantacinque minuti di assalto più o meno continuato, mai monotono ma comunque davvero una bella mazzata non facile da "incassare". Tirando le somme possiamo dire che Aborym si sia fatto ancora più estremo ed "alieno" da ogni tocco umano, radicalizzando in un certo senso le coordinate del precedente "Fire Walk With Us" pur differendone: il secondo disco di Malfeitor Fabban e soci infatti rimane più "spaziale" (vedi "White Space" o "Sol Sigillum") e meno spietato per quanto estremamente violento, un trip allucinante dove si sono incontrati black metal e sonorità elettroniche EBM. L'entrata in pianta stabile di Bard "Faust" per le registrazioni di "Generator" permetterà poi al gruppo di mutare nuovamente pelle, confezionando un disco più dinamico e differenziato grazie al drumming del nuovo entrato. Con Aborym comunque non potete sbagliarvi: quattro dischi, quattro capolavori. Per uccidere si deve odiare. Chi uccide i falsi vive in eterno. |
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