Informazioni
Autore: Leonard Z
Formazione
Count David - All vocals, all Synth, Guitars
Ed eccoci qua con Count David, mente portante e polistrumentista dietro il progetto “L’Ordre Du Temple”. Benvenuto su Aristocrazia Webzine.
Grazie infinite a te per l’opportunità ed un caro saluto a tutti i vostri lettori.
Puoi presentare in breve il tuo progetto? Quando hai iniziato a dar vita a L’Ordre Du Temple e perché?
Dopo una lunga serie di vicissitudini relative a quella che è sempre stata la mia band più cara e, con ogni probabilità più promettente, ossia gli Eneth, che mi hanno impedito di poter mantenere costante, sia qualitativamente che quantitativamente, la produzione e l’attività live, presi la decisione di concentrare ogni mio sforzo solo ed esclusivamente nella composizione e nella registrazione. Ovviamente, se da un lato non mi è stato possibile dare vita ad una entità musicale solida e compatibile con le esigenze del mercato (periodicità delle produzioni ed esibizioni dal vivo), dall’altro lato mi sono sentito libero di muovermi in qualsivoglia direzione sonora e concettuale che di volta in volta mi sembrasse più opportuna.
L’Ordre Du Temple non è altro che la conseguenza di questa mia scelta, ovverosia uno dei vari capitoli facenti parte di un unicum creativo, forse il più profondo ed intimo essendone io l’unico interlocutore, ma che tuttavia non rispecchierebbe il suo reale significato se non fossero presi in considerazione anche gli altri episodi.
Nel 2008 è uscito il tuo primo full “In Hoc Signo Vinces” per la My Funeral Records. Cosa ha fatto sì che la label si interessasse al tuo lavoro? Cosa li ha colpiti?
Davide Redo, ossia il boss della My Funeral, è un una persona che da tanti anni offre il proprio contributo all’underground, italico e non solo, in un modo che definire esemplare è profondamente riduttivo. Non appena mi manifestò la sua intenzione di trasformare la sua piccola distro in una vera e propria label, nonché la volontà di iniziare l’attività producendo qualcosa di mio, sottoposi alla sua attenzione i brani che avevo da poco finito di registrare. Visto il suo entusiasmo, ritenni che collaborare con una persona di cui avevo stima e fiducia fosse la cosa migliore, e gli consegnai il master.
A due anni dall’uscita, sono fermamente convinto che sia stata la scelta migliore.
Qual'è il tema principale dell'album e quale è il messaggio che vuoi veicolare?
Con “In Hoc Signo Vinces” ho voluto esprimere, attraverso un linguaggio fortemente simbolico, alcune considerazioni in merito a determinate vicende, epoche e fatti, nonché al pensiero di alcuni uomini o dottrine che, a mio giudizio, erano stati poco o mal approfonditi dalla letteratura ufficiale ed, in alcuni casi, completamente disattesi o stravolti.
Suddetta analisi, iniziata tempo addietro attraverso altri progetti musicali, non poteva che partire da tutto ciò che l'Europa ha prodotto nei secoli che vanno dalle civiltà pre-romaniche al mondo rinascimentale, ivi compreso tutto ciò che ha avuto la propria genesi nel Cristianesimo.
Non vi è un vero messaggio veicolato nel disco: focalizzate alcune questioni, ho lasciato all’interprete volenteroso massima libertà.
Mi sembra che, dal punto di vista dei testi, il tuo lavoro sia molto distante dai normali cliché, andando invece a scavare tra eresie medioevali e rinascimentali. Perché questo interesse?
E’ una passione che coltivo da molto tempo, ed ho avuto modo di condividerla con le altre personalità con cui ho collaborato in questi anni. Le nostre ricerche sono state compiute con una certa cognizione di causa, spaziando dalla storia alla filosofia, dall'esoterismo all'alchimia, dalla teologia all'occultismo, sempre relazionandoci alle sacre scritture ed alle interpretazioni ufficiali e non ufficiali. Abbiamo compiuto viaggi, confrontato le nostre idee con quelle altrui, non abbiamo lasciato nulla al caso ed alla mediocrità.
Il tuo lavoro fonde in maniera personale il black e l'ambient. Ci sono gruppi che ti hanno influenzato?
Direi che per ciò che riguarda l’aspetto black metal, la scena tedesca ed austriaca hanno senza dubbio contaminato il mio modo di comporre, soprattutto nell’uso dei synth. Devo dire, tuttavia, che ho sempre avuto una grande passione per una band italiana, ossia i Crown Of Autumn, di cui auspico quanto prima il ritorno. Per ciò che attiene, invece, all’ambito atmosferico e folk, ti confesso che amo molto di più la musica minimalista di bands come i primi The Soil Bleeds Black piuttosto che le sonorità eccessivamente pompose e sofisticate di gruppi molto più quotati.
Alcune scelte da te fatte in fase compositiva e di scelta dei suoni mi ricordano da vicino i Summoning, in particolare i synth. Cosa ne pensi di questa band?
Hai perfettamente ragione. Beh, sarebbe come chiedere ad un qualsiasi gruppo black metal cosa pensa di Darkthrone, Mayhem e Burzum: rappresentano i cardini di un certo modo di fare musica, la cui influenza, per quanto si cerchi di personalizzare il proprio sound, finisce naturalmente per farsi sentire. Alcune ‘zine hanno criticato la mia musica per un eccessivo richiamo ai lavori della band di Protector e Silenius. Non posso negare che ciò sia vero, però critiche analoghe dovrebbero essere rivolte anche a tutti quelli che imitano i vari Darkthrone, Immortal e Marduk, che sono decisamente di più rispetto a chi trae spunto dai Summoning. Ed invece la loro è “attitudine”, il mio è plagio. Vai a capirli!
One man band... ce ne sono un sacco in ambito metal. Cosa ti ha spinto a non volere altri elementi nel gruppo? C'è qualche one man band che ti ha ispirato?
Come ti dicevo all’inizio, lavorare da solo mi ha permesso di essere libero di decidere, in ogni momento, sia in merito all’aspetto compositivo, sia a quello esecutivo, e soprattutto ha scongiurato quegli indugi, tipici delle bands, che compaiono ogni qualvolta si debba scegliere a chi affidare la produzione del disco.
Oltre a Diabolical Masquerade, per cui nutro profonda ammirazione, mi piace un gruppo austriaco chiamato Greifenstein, molto validi, e poi gli inglesi Balor e naturalmente gli italici Hesperia. Per ciò che riguarda invece la scena ambient e dark wave, oltre ai progetti più conosciuti della C.M.I. come Raison D’Etre, che adoro, stimo molto una band italiana che risponde al nome di L'Effet C'Est Moi.
A dire il vero sono pieno di demo-tape e cd-r di musicisti solisti, frutto di numerosi scambi avvenuti negli anni, ma non saprei quanti di loro siano ancora in attività.
Oltre a L'Ordre Du Temple sei anche la mente dietro altri gruppi, in particolare Eneth, Dolcinian e Legione del Sole Nucleare. E' difficile per te coordinare tutti questi lavori (che oltretutto hanno coordinate musicali molto differenti tra loro seppur rimanendo ancorati al black metal)?
Parlo al passato in quanto, come sai, attualmente la mia attività musicale è pressoché ferma, fatta eccezione per alcune collaborazioni ancora in fase embrionale. Beh direi di no, non è stato difficile, anche perché ho sviluppato i vari progetti in tempi diversi e, in linea di massima, non si sono quasi mai accavallati tra di loro. La tecnologia applicata all’home-recording consente, oggi, di fare ciò che un tempo sarebbe stato inimmaginabile, se non spendendo cifre da capogiro. Questo è un vantaggio, ma anche un dramma, poiché ha permesso a cani e porci di insozzare il mercato con prodotti inutili, abbassando drasticamente la qualità delle produzioni.
Manca una selezione alla base: myspace è gratis, e chiunque si sente legittimato a caricarci qualsiasi cazzata. Qualche foto notturna nel giardino dietro casa col viso dipinto, ed ecco fatto il gruppo black metal. Come pretendere che qualcuno si arrischi a spendere del denaro per acquistare un demo o un cd in un marasma del genere?
Il mondo del black metal è da sempre pieno di querelle, invidie, accuse di poca “trvezza” o di troppo “grimmezza” ecc... Cosa pensi del panorama black metal. Cosa salvi e cosa butti via in Italia e in Europa?
Il mio pensiero si è tramutato in azione, ed oramai, la questione non è più di mia competenza.
Come ti dicevo, tranne che per alcune collaborazioni programmate con musicisti che stimo, per ciò che attiene ai miei progetti, ritengo che il cammino concettuale iniziato tempo addietro sia giunto a compimento, ed allo stato attuale non ha più senso far uscire nuovi lavori.
Rimarrò attivo nell’underground, ma attraverso forme e canali diversi…
Grazie mille per l'intervista e per la tua disponibilità. Le ultime parole le lascio a te:
Il mio pensiero va a tutti coloro i quali, in questi anni, si sono dimostrati sinceri e leali con me. A loro va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.
Supportate l’underground più meritevole, specialmente quello italiano.
Non curatevi del resto.
Autore: Leonard Z
Formazione
Count David - All vocals, all Synth, Guitars
Ed eccoci qua con Count David, mente portante e polistrumentista dietro il progetto “L’Ordre Du Temple”. Benvenuto su Aristocrazia Webzine.
Grazie infinite a te per l’opportunità ed un caro saluto a tutti i vostri lettori.
Puoi presentare in breve il tuo progetto? Quando hai iniziato a dar vita a L’Ordre Du Temple e perché?
Dopo una lunga serie di vicissitudini relative a quella che è sempre stata la mia band più cara e, con ogni probabilità più promettente, ossia gli Eneth, che mi hanno impedito di poter mantenere costante, sia qualitativamente che quantitativamente, la produzione e l’attività live, presi la decisione di concentrare ogni mio sforzo solo ed esclusivamente nella composizione e nella registrazione. Ovviamente, se da un lato non mi è stato possibile dare vita ad una entità musicale solida e compatibile con le esigenze del mercato (periodicità delle produzioni ed esibizioni dal vivo), dall’altro lato mi sono sentito libero di muovermi in qualsivoglia direzione sonora e concettuale che di volta in volta mi sembrasse più opportuna.
L’Ordre Du Temple non è altro che la conseguenza di questa mia scelta, ovverosia uno dei vari capitoli facenti parte di un unicum creativo, forse il più profondo ed intimo essendone io l’unico interlocutore, ma che tuttavia non rispecchierebbe il suo reale significato se non fossero presi in considerazione anche gli altri episodi.
Nel 2008 è uscito il tuo primo full “In Hoc Signo Vinces” per la My Funeral Records. Cosa ha fatto sì che la label si interessasse al tuo lavoro? Cosa li ha colpiti?
Davide Redo, ossia il boss della My Funeral, è un una persona che da tanti anni offre il proprio contributo all’underground, italico e non solo, in un modo che definire esemplare è profondamente riduttivo. Non appena mi manifestò la sua intenzione di trasformare la sua piccola distro in una vera e propria label, nonché la volontà di iniziare l’attività producendo qualcosa di mio, sottoposi alla sua attenzione i brani che avevo da poco finito di registrare. Visto il suo entusiasmo, ritenni che collaborare con una persona di cui avevo stima e fiducia fosse la cosa migliore, e gli consegnai il master.
A due anni dall’uscita, sono fermamente convinto che sia stata la scelta migliore.
Qual'è il tema principale dell'album e quale è il messaggio che vuoi veicolare?
Con “In Hoc Signo Vinces” ho voluto esprimere, attraverso un linguaggio fortemente simbolico, alcune considerazioni in merito a determinate vicende, epoche e fatti, nonché al pensiero di alcuni uomini o dottrine che, a mio giudizio, erano stati poco o mal approfonditi dalla letteratura ufficiale ed, in alcuni casi, completamente disattesi o stravolti.
Suddetta analisi, iniziata tempo addietro attraverso altri progetti musicali, non poteva che partire da tutto ciò che l'Europa ha prodotto nei secoli che vanno dalle civiltà pre-romaniche al mondo rinascimentale, ivi compreso tutto ciò che ha avuto la propria genesi nel Cristianesimo.
Non vi è un vero messaggio veicolato nel disco: focalizzate alcune questioni, ho lasciato all’interprete volenteroso massima libertà.
Mi sembra che, dal punto di vista dei testi, il tuo lavoro sia molto distante dai normali cliché, andando invece a scavare tra eresie medioevali e rinascimentali. Perché questo interesse?
E’ una passione che coltivo da molto tempo, ed ho avuto modo di condividerla con le altre personalità con cui ho collaborato in questi anni. Le nostre ricerche sono state compiute con una certa cognizione di causa, spaziando dalla storia alla filosofia, dall'esoterismo all'alchimia, dalla teologia all'occultismo, sempre relazionandoci alle sacre scritture ed alle interpretazioni ufficiali e non ufficiali. Abbiamo compiuto viaggi, confrontato le nostre idee con quelle altrui, non abbiamo lasciato nulla al caso ed alla mediocrità.
Il tuo lavoro fonde in maniera personale il black e l'ambient. Ci sono gruppi che ti hanno influenzato?
Direi che per ciò che riguarda l’aspetto black metal, la scena tedesca ed austriaca hanno senza dubbio contaminato il mio modo di comporre, soprattutto nell’uso dei synth. Devo dire, tuttavia, che ho sempre avuto una grande passione per una band italiana, ossia i Crown Of Autumn, di cui auspico quanto prima il ritorno. Per ciò che attiene, invece, all’ambito atmosferico e folk, ti confesso che amo molto di più la musica minimalista di bands come i primi The Soil Bleeds Black piuttosto che le sonorità eccessivamente pompose e sofisticate di gruppi molto più quotati.
Alcune scelte da te fatte in fase compositiva e di scelta dei suoni mi ricordano da vicino i Summoning, in particolare i synth. Cosa ne pensi di questa band?
Hai perfettamente ragione. Beh, sarebbe come chiedere ad un qualsiasi gruppo black metal cosa pensa di Darkthrone, Mayhem e Burzum: rappresentano i cardini di un certo modo di fare musica, la cui influenza, per quanto si cerchi di personalizzare il proprio sound, finisce naturalmente per farsi sentire. Alcune ‘zine hanno criticato la mia musica per un eccessivo richiamo ai lavori della band di Protector e Silenius. Non posso negare che ciò sia vero, però critiche analoghe dovrebbero essere rivolte anche a tutti quelli che imitano i vari Darkthrone, Immortal e Marduk, che sono decisamente di più rispetto a chi trae spunto dai Summoning. Ed invece la loro è “attitudine”, il mio è plagio. Vai a capirli!
One man band... ce ne sono un sacco in ambito metal. Cosa ti ha spinto a non volere altri elementi nel gruppo? C'è qualche one man band che ti ha ispirato?
Come ti dicevo all’inizio, lavorare da solo mi ha permesso di essere libero di decidere, in ogni momento, sia in merito all’aspetto compositivo, sia a quello esecutivo, e soprattutto ha scongiurato quegli indugi, tipici delle bands, che compaiono ogni qualvolta si debba scegliere a chi affidare la produzione del disco.
Oltre a Diabolical Masquerade, per cui nutro profonda ammirazione, mi piace un gruppo austriaco chiamato Greifenstein, molto validi, e poi gli inglesi Balor e naturalmente gli italici Hesperia. Per ciò che riguarda invece la scena ambient e dark wave, oltre ai progetti più conosciuti della C.M.I. come Raison D’Etre, che adoro, stimo molto una band italiana che risponde al nome di L'Effet C'Est Moi.
A dire il vero sono pieno di demo-tape e cd-r di musicisti solisti, frutto di numerosi scambi avvenuti negli anni, ma non saprei quanti di loro siano ancora in attività.
Oltre a L'Ordre Du Temple sei anche la mente dietro altri gruppi, in particolare Eneth, Dolcinian e Legione del Sole Nucleare. E' difficile per te coordinare tutti questi lavori (che oltretutto hanno coordinate musicali molto differenti tra loro seppur rimanendo ancorati al black metal)?
Parlo al passato in quanto, come sai, attualmente la mia attività musicale è pressoché ferma, fatta eccezione per alcune collaborazioni ancora in fase embrionale. Beh direi di no, non è stato difficile, anche perché ho sviluppato i vari progetti in tempi diversi e, in linea di massima, non si sono quasi mai accavallati tra di loro. La tecnologia applicata all’home-recording consente, oggi, di fare ciò che un tempo sarebbe stato inimmaginabile, se non spendendo cifre da capogiro. Questo è un vantaggio, ma anche un dramma, poiché ha permesso a cani e porci di insozzare il mercato con prodotti inutili, abbassando drasticamente la qualità delle produzioni.
Manca una selezione alla base: myspace è gratis, e chiunque si sente legittimato a caricarci qualsiasi cazzata. Qualche foto notturna nel giardino dietro casa col viso dipinto, ed ecco fatto il gruppo black metal. Come pretendere che qualcuno si arrischi a spendere del denaro per acquistare un demo o un cd in un marasma del genere?
Il mondo del black metal è da sempre pieno di querelle, invidie, accuse di poca “trvezza” o di troppo “grimmezza” ecc... Cosa pensi del panorama black metal. Cosa salvi e cosa butti via in Italia e in Europa?
Il mio pensiero si è tramutato in azione, ed oramai, la questione non è più di mia competenza.
Come ti dicevo, tranne che per alcune collaborazioni programmate con musicisti che stimo, per ciò che attiene ai miei progetti, ritengo che il cammino concettuale iniziato tempo addietro sia giunto a compimento, ed allo stato attuale non ha più senso far uscire nuovi lavori.
Rimarrò attivo nell’underground, ma attraverso forme e canali diversi…
Grazie mille per l'intervista e per la tua disponibilità. Le ultime parole le lascio a te:
Il mio pensiero va a tutti coloro i quali, in questi anni, si sono dimostrati sinceri e leali con me. A loro va tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.
Supportate l’underground più meritevole, specialmente quello italiano.
Non curatevi del resto.