lunedì 3 maggio 2010

ANTARES PREDATOR - Twilight Of The Apocalypse


Informazioni
Gruppo: Antares Predator
Anno: 2010
Etichetta: Battlegod Productions
Autore: Mourning

Tracklist:
1. Downfall
2. Bbq Epilogue
3. Wastelands
4. As Dragons Roam The Sky
5. Sacrament
6. Mark 13
7. Orion
8. Through The Deep
9. Twilight Of The Apocalypse
10. Death

DURATA: 45:40

Nati per volere di Øyvind Winther dei Keep Of Kalessin a fine anni novanta, gli Antares Predator vengono da alcuni definiti death/black da altri black/thrash, per il sottoscritto si potrebbero racchiudere sotto l'etichetta comune: extreme metal.
Il debutto "Twilight Of The Apocalypse" naturale successore dell'ep "Banquet Of Ashes" trae spunti infatti sia da act quali Behemoth e gli stessi Keep Of Kalessin, sia da sonorità che evocano certe scelte dissonanti degli ultimi Satyricon.
Di buono c'è che la formazione non si limita nel clonare o solo seguire le orme già impresse dalle suddette realtà, trovando nel guitar working di Winther e nella prova vocale di Steffan Schultz (Harm, ex-Scariot) le armi migliori da poter sfruttare per dare quella dinamica discontinua ma espressiva che fa intravedere una personalità crescente.
Non giocano al so fare di più quindi sono bravo, dosano le apparizioni dei synth sfruttati come tappeti di puro accompagnamento, il che li rende gradevoli e affini allo svolgimento musicale in corso, concentrandosi sull'aspetto ferale delle canzoni.
I brani vantano passaggi ficcanti e tirate veloci, battenti ma calibrate sia nell'esecuzione che nella durata in modo da non divenire una forzatura tesa solo all'estremizzazione del sound.
Non ci sono tracce che spicchino in maniera evidente su altre, è un platter che si muove compatto, un insieme di discreto valore che per certi versi o questione melodica mi ha lasciato i migliori ricordi con l'accoppiata "Mark 13"/"Sacrament".
Per i fruitori abituali di metal estremo nulla di nuovo all'orizzonte, certo la qualità in sé della prova fa sperare in un'ulteriore evoluzione e ampliamento dell'ambito caratteriale proprio, il che porterebbe gli Antares Predator a un livello decisamente più elevato di gradimento.
Un album che si staglia di poco al di sopra delle media, da consumare a volume sparato lasciandosi trascinare dal tiro delle canzoni.

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