lunedì 11 febbraio 2013

SHADOWS IN THE CRYPT - Beyond The Grave / Cryptic Communications


Informazioni
Gruppo: Shadows In The Crypt
Titolo: Beyond The Grave / Cryptic Communications
Anno: 2011-2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Autoprodotto / Horror Pain Gore Death Productions
Contatti: facebook.com/shadowsinthecrypt
Autore: Mourning

Tracklist "Beyond The Grave"
1. Winter Mountain
2. Division Of The Soul
3. The Stand
4. Reign Of Eternal Darkness
5. Lights Of Black
6. Haunted In Dreams
7. Mystical Lunar Horizon
8. Beyond The Grave
9. Forever

DURATA: 43:14

Tracklist "Cryptic Communications"
1. Beneath Threatening Skies
2. The Vengeful Gathering
3. Embracing The Forbidden Arts
4. Hymnal Choirs Perishing
5. Baphomental Affliction
6. As Shadows Cover
7. Cryptic Communications
8. Revolutionary Genocidal Madness
9. Disgracing The Pulpit

DURATA: 43:20

Gli Shadows In The Crypt sono una realtà giovane, nascono nel 2009 per volontà di Lawrence Wallace (ex Serpent Ov Old), colui che è a tutti gli effetti la mente della situazione, e in due anni cambiano più volte elementi, tant'è che i due album sinora pubblicati ("Beyond The Grave" e "Cryptic Communications") presentano due line-up alquanto differenti.
Il primo rilasciato nel 2011 tramite autoproduzione vedeva il gruppo come un trio composto da Wallace nel ruolo di chitarrista e addetto alla programmazione della drum-machine, Christian Simms all'altra chitarra e dietro al microfono e Stephen Corridean (Schatz), ex di Wykked Witch ed Evil Divine nonché fondatore dei Serpent Ov Old, al basso.
La proposta insita in "Beyond The Grave" è primordiale, schietta, arricchita con una natura Thrash che palesemente percorre tracce come "The Stand" e la successiva "Reign Of Eternal Darkness", che non si risparmia, lanciandosi in velocità in maniera schietta e diretta in "Division Of The Soul" e "Lights In Black" tanto da immettere continuamente nell'aria fragranze old school.
La band non da adito a soluzioni considerabili come vie intermedie, il rimando a tanti grandi nomi quali Mayhem, Emperor (spogliati dell'eleganza e maestosità sinfonica) e Horna per il modo bastardo di esporsi, pur non passando di certo inosservato, e non sono i soli, non è di certo un ostacolo per l'ascolto.
Fra un assolo sparato in stile Slayer e uno alla Morbid Angel, tesi a innalzare il fattore adrenalinico o mortifero, oltre a una serie di riff "tremolanti" si arriva però alla conclusione non incrociando grossi intoppi e con la scelta indovinata di alleggerire il carico sul finire inserendo le due strumentali, "Mystical Lunar Horizon" e "Forever", così quanto lo è la produzione ruvida e tutt'altro che perfetta. Esclusivamente la batteria non mi convince, a causa dei suoni "sottili", ma in fondo "Beyond The Grave" nella sua imperfezione è semplicemente Black Metal.
Nel 2012 non c'è più Simms, sostituito da due elementi: Lockhart alla chitarra (e seconda voce) e Necrodemius Hammerhorde alla voce (Decieveron, Serpent Ov Old, ex Crucifier e Infernal Hatred); il batterista stavolta è in carne e ossa, la figura preposta a percuotere le pelli ha per nome Jesse Beahler (Jungle Rot, Nightfire ed ex Insatanity).
Ci saranno stati miglioramenti grazie a questi nuovi innesti? La risposta ci viene fornita da "Cryptic Communications".
Questo secondo disco riparte dalle basi del debutto, è ancora un evidente viaggio nel retrò sound a farci visita, si torna a fare un salto negli anni Novanta con assalti all'arma bianca, riff che sprigionano sentori epici e momenti affidati a pure rasoiate, una serie di soluzioni che tende leggermente a ripetersi nel corso della scaletta, ma la noia è evitata grazie a una durata non troppo estesa dei brani che quindi elude il problema.
Non c'è nulla di trascendentale che sposti l'ago della bilancia a favore o sfavore degli Shadows In The Crypt, per quanto concerne l'aspetto compositivo abbiamo ancora una volta a che fare con del rude, vendicativo e robusto Black che confeziona delle buone canzoni come "The Vengeaful Gathering", "Baphometal Affliction", "As Shadows Cover" e "Revolutionary Genocidal Madness".
In questo secondo atto sono i dettagli a fare la differenza, la prestazione vocale è più varia, la voce passa dal raschiare a una sorta di growl che sembra voler sprofondare nelle viscere terrene ed è gradevole la coralità epica che si ritaglia uno spazietto in "Embracing The Forbidden Arts; altrettanto lo sono gli assoli adesso maggiormente rifiniti, ma che comunque non rinunciano alla frenesia primordiale che li contraddistingueva in "Beyond The Grave", mentre il drumming, pur non ottenendo neanche stavolta un trattamento di favore dalla produzione (autenticamente sporca e imperfetta), gode del tocco umano e lo si percepisce. Sono questi i piccoli tasselli che permettono a "Cryptic Communications" di raggiungere, seppur per poco, un livello qualitativo superiore.
Credo abbiate compreso che gli Shadows In The Crypt la parola "novità" non vorrebbero neanche sentirla pronunciare, sia questo un bene o un male lo deciderete voi, ciò che posso fare adesso è consigliarne l'ascolto agli appassionati della vecchia scuola dato che a loro si rivolgono, i rimanenti continuino la propria ricerca guardando altrove.

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