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lunedì 20 settembre 2010HEAVEN GREY - Falling MistInformazioni Gruppo: Heaven Grey Anno: 2010 Etichetta. Autoprodotto Contatti: www.myspace.com/heavengrey Autore: Mourning Tracklist 1. The Way Back Is Gone 2. Zudusi dziviba (Lost Life) 3. Following 4. Driz (Soon) 5. Prom (Away) 6. Regret 7. Life 8. Upe (River) 9. It’s Time DURATA: 52:33 Nati nel lontano 1993, i lettoni Heaven Grey hanno purtroppo una produzione striminzita, l'ultimo disco è "Falling Mist", pubblicato in questo 2010 a ben dodici anni di distanza da "Northwind", fatica datata '98, è il segnale della rinascita effettiva del progetto. Dopo aver passato momenti grigi intorno al 2000 e aver subito due gravi lutti che hanno reso deficitaria anche la componente line-up, i membri rimanenti hanno nel 2007 ripreso in mano le redini della situazione riattivandosi e riuscendo tramite autoproduzione a regalarci questo nuovo album. La proposta è un gothic/doom che trae ispirazione per certi versi dai Paradise Lost della svolta che va da "Shades Of God" a "Draconian Times", così come dagli Amorphis a partire da "Eclipse" e dai Sentenced, è infatti presente oltre alla classica matrice melancolica del genere una forte componente dal gusto rock che s'insinua nelle tracce che vantano sia l'uso della lingua inglese sia della lettone senza che il cambio di idioma incida negativamente sulle canzoni. Le tracce godono di un'alta fruibilità grazie a strutture non troppo complicate dove il riffing creato da Vyacheslav Nikitin e Vladimir (Dr. Alien) Beluga tendenzialmente semplice ma molto d'impatto fa la parte del leone accompagnato dai synth di Olga Klubova che amplificano la profondità del sound come si evince da brani quali l'opener "The Way Back Is Gone" (stranamente nei giri di chitarra c'è qualche ombra Megadeth) e "Following", spirito libero che si assimila con facilità. In "Driz" poi fanno capolino gli ormai defunti Sentenced mentre in "Life" vien fuori la vena operistica data dalla partecipazione come guest di Eugenia Petrova che si amalgama benissimo con la voce scura di Ervins (Verons) Francs e qui i ricordi dei primi anni Novanta affiorano prepotenti e struggenti più che mai risultando cosa alquanto gradevole. Se si può imputare a un disco come "Falling Mist" di non inventare nulla, è anche vero che la qualità e le emozioni che un platter simile riesce a esprimere e a donare a chi ascolta non sono di poco conto, forte di una prova complessiva che si completa nel quadro descrittivo con l'operato di un batterista, Oleg Badulin, praticamente perfetto sia come motore puro, sia come elemnento dinamico con cui coopera un bassista, Andrey Rivars, le cui linee ricercate s'incastrano adattandosi ai tasselli mancanti del puzzle per dare forma a una figura solida. Un suono che pur vivendo di una produzione cristallina ricalca quello degli anni d'oro, sensazioni e atmosfere di un periodo che purtroppo non ha possibilità di repliche, se è questo quello che cercate nel gotico e non una parata modaiola, gli Heaven Grey e "Falling Mist" fanno assolutamente per voi. |
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