lunedì 20 settembre 2010

NO HOPE - Big Block Damnation


Informazioni
Gruppo: No Hope
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/nohopedoomcore
Autore: Mourning

Tracklist
1. Through Sad Eyes
2. No Difference
3. M-Lady
4. Aglophobia

DURATA: 29:41

E' vero che la perseveranza in alcuni casi è una qualità fondamentale, i ragazzi dei No Hope ne hanno avuta non poca, attivi dal 1993 hanno dovuto attendere il 2001 per rilasciare il primo lavoro "Bleeding Wounds" bissato due anni dopo con l'ep omonimo ma ne son passati ben sette prima che venisse alla luce quest'ultimo "Big Block Damnation" confermando quanto la passione sia il traino che porta avanti il progetto.
E' uno sludge/doom riconducibile per molti punti e atmosfere a gente come gli Eyehategod, intenso e con picchi dilanianti e strumentalmente sofferti, incarna a piento titolo il messaggio che il monicker della band porta avanti, un'assenza totale di speranza.
E' il sound paludoso infatti ad accoglierci, l'opener "Through Sad Eyes" affonda le propie radici nel sud degli Stati Uniti nutrendosi di Crowbar ma non emulandoli, lenta e rocciosa, dotata di un riffing che scuote le viscere, è il passo iniziale adatto a introdurre il mondo ancor più accentuatamente doom della successiva "No Difference" dove le tonalità divengono lamentose, un'espressione di dolore costante, la vena più classica da in questo caso una mano a tirare fuori quelle sensazioni opprimenti che riescono a tenere alta la tensione di un brano che, pur durando quasi nove minuti e privo di varianti eccessive, mostra con un finale in crescendo ritmico di poter assestare un colpo netto e significativo.
"M-Lady" ne prosegue ideologicamente il percorso, è indirizzata su canoni neri con le chitarre che scavano solchi profondi e la voce che in alcuni frangenti si avvicina sempre più nel ricordare Kirk Windstein, non sono alla ricerca di un non già sentito i No Hope, dimostrano di conoscere il genere e d'approcciarlo con una naturalezza e voglia primordiale il che verrà confermato anche nella conclusiva "Anglophobia" caratterizzata inizialmente dal suono del rullante con l'aggiunta del riverbero/echo e un lavoro di noisy creato dai feedback di chitarra, la visione che il pezzo propone è più "squillante" (termine da prendere con le pinze) e sveglia rispetto alle precedenti chiamando in causa un sentore epico che nella propria possente declamazione tende a tenere sotto scacco l'ascoltatore.
Prodotto in maniera esemplare con mezzi personali della band, "Big Block Damnation" è un viaggio consigliabile a chi possiede sia la passione per il whisky sound, sia per l'orecchio che necessita o preferisce una prestazione di tipo cavernoso.
In attesa e speranza che i No Hope pubblichino un full questi trenta minuti di musica sono una buona premessa e il miglior modo per conoscere lo stato attuale della formazione, una chance a una prova simile è il minimo che si possa offrire.

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