domenica 26 agosto 2012

CATACLYSM - Death Become Us


Informazioni
Gruppo: Cataclysm
Titolo: Death Become Us
Anno: 2011
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Freak Metal
Contatti: myspace.com/cataclysmdoom
Autore: Mourning

Tracklist
1. In The Dark Woods
2. Black Sabbath [cover Black Sabbath]
3. The Passage Of Death
4. The Unholy
5. Visions Of My Grave
6. Doom Spirit
7. Døden [cover Nortt]
8. A Journey's End
9. When The Sky Fades Away

DURATA: 01:02:08

Aaron Nedry (aka Dead Neadry) è uno di quei personaggi che ho imparato a conoscere ed apprezzare lavoro dopo lavoro, la sua passione per il doom e la voglia di lanciarsi in più progetti gli hanno fatto metter su dal nulla Akem Manah, Black Beings e i Cataclysm supportandoli anche nelle fasi post-studio con l'etichetta appositamente creata per loro, la Freak Metal.
In questo caso è dei Cataclysm che mi occuperò e precisamente della prima fatica in formato full intitolata "Death Become Us".
Si può dire tranquillamente che la mente di questo artista sia devota al sound doom in maniera costante: siano le lande funeree, quelle più pressanti del death/doom o quelle maggiormente inclini alle radici del genere, l'applicazione e la passione sono riversate nei lavori palesemente per arricchire e livellare anche quei limiti che potrebbero risultare evidenti.
L'album in questione è forse il capitolo discografico più classico sinora prodotto dalla mente di Aaron, si percepisce come il discendere nei meandri oscuri e perigliosi di questo stile stavolta venga influenzato dalla creatura sabbatica per eccellenza. Non è un caso quindi che dopo il passaggio atmosferico affidato alle cure dell'ingresso strumentale di "In The Dark Woods", sia proprio la cover di "Black Sabbath" del primo masterpiece dei quattro di Birmingham a capeggiare l'escursione nelle viscere dell'Ade e di conseguenza troverete similarità con le creature di quell'ondata che ne raccolsero immediatamente l'invito musicale, devo indicare quale siano?
Una qualità che accomuna spesso le sue uscite è quell'aura "ritual" che le pervade, anche in questo caso non manca, addentrandosi nella foresta nera di "The Passage Of Death" (originariamente intitolata "The Sea Shall Be Your Tomb", più lunga e con testo diverso contenuta nell'ep "The Savage Chaos"), atmosfericamente un po' Type 0 Negative nel chorus, e in "The Unholy" (anch'essa ripresa dal precedente lavoro e alla quale è stato modificato il titolo che inizialmente era "House Of The Unholy"), pronte a erigere cadenze costantemente grevi al pari di una fitta rete di chiome d'alberi sbarrando qualsiasi luccichio simile a una forma di luce.
È un suono che si è perso nelle ere, un ricordo lontano e ancestrale quello che propaga una sorta di epicità scarna e sbilenca, guidata da un'impostazione vocale effettata, resa galleggiante. Con "Vision Of My Grave", inno alla dimenticanza, si conclude il trio "dell'ammazziamo la speranza", ben servito su di un piatto tutt'altro che lucido.
Cicli su cicli si ripetono agguantando l'ascoltatore e tirandolo giù, "Doom Spirit" persegue la scia malsana delle precedenti ma per farci intendere che i Cataclysm non si allontanano mai dalla vera essenza dell'estremo della quale Nedry è fermamente seguace. Ci viene poi proposta non a caso una seconda cover devastante, "Døden", brano contenuto nell'aalbum del danese Nortt "Gudsforladt", uno che decisamente non ci va leggero, il black/doom degno delle esequie più tragiche e glaciali viene reso maggiormente affine alle sonorità meditabonde e tradizionali, non è male questa sua riproposizione.
Il ruolo di traghettatore che fu di Caronte sembra esser cucito a pennello per il personaggio interpretato dalla figura del mastermind, mentre lo strumentale "A Journey's End" e la successiva "When The Sky Fades Away" (nuova versione, terzo pezzo ripreso da "Savage Chaos", reso più esteso e al quale sono state modificate le parti di voce nel chorus) dalla conclusione parzialmente dronica chiudono il disco con il distacco terreno ormai avvenuto in modo completo: non c'è più cielo da guardare né stelle da ammirare, possiamo soltanto fissare gli ultimi chiodi apposti a chiudere la "scatola" che conterrà ciò che resta dell'uomo.
La famosa citazione di Socrate inserita nel booklet e unico scritto ad apparire al suo interno racchiude il pensiero di un artista al quale magari si potrà criticare qualche imperfezione strumentale o nella produzione di un disco come "Death Become Us", ma a cui va riconosciuto il merito di proporre sempre ciò che ama, con una particolare concentrazione e l'intento ben preciso di metterci del proprio:

To fear death, my friends, is only to think ourselves wise, without being wise: for it is to think that we know what we do not know. For anything that men can tell, death may be the greatest good that can happen to them: but they fear it as if they knew quite well that it was the greatest of evils. And what is this but that shameful ignorance of thinking that we know what we do not know.

Se in passato avete avuto modo d'ascoltare un qualsiasi lavoro partorito dalla mente di Dead Nedry trovandolo interessante, questi Cataclysm non faranno eccezione, per coloro i quali invece non avessero avuto l'occasione d'imbattersi nel mondo doom creato attorno alla sua figura, sarebbe un modo come un altro per entravi in contatto. In entrambi i casi l'ascolto di "Death Become Us" è consigliato.

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