lunedì 20 agosto 2012

VIBRAVOID - Gravity Zero

Informazioni
Gruppo: Vibravoid
Titolo: Gravity Zero
Anno: 2012
Provenienza: Germania
Etichetta: Sulatron Records
Contatti: myspace.com/vibravoid
Autore: Mourning

Tracklist
1. Gravitation Zero
2. No Silver Bird
3. Photosynthesis In Darkness
4. Travelling Without Moving
5. Eruptions Of The Green Sun
6. Shotgun Wedding
7. Get Out Of Here
8. The White Ship
9. Brainplane
10. La Vie En Düsseldorf
11. Radiation Zero

DURATA: 58:52

Il tempo viaggia inesorabile, qualcuno è mai riuscito a fermarlo? Nell'arte per fortuna tutto è possibile, chiedetelo ai Vibravoid. Avevamo già incrociato in passato i tedeschi con la quinta uscita "Minddrugs" recensita nel 2011, tornano a farci visita con il sesto album "Gravity Zero", un collage di suoni e sensazioni totalmente fuori dall'orbita 2012.
Il passato è il futuro della band e lo spiattella con undici brani (la versione in cd in mio possesso contiene due tracce in più rispetto a quella in lp) capaci di fondere psichedelia acida e space classica degli anni Sessanta e Settanta, sferzate di stoner, kraut ed elettronica, in pratica è un delirio floreale e allucinato ciò che per un'ora colorerà la vostra mente.
Rispetto al precedente lavoro si nota sin da subito una scelta differente nella ripartizione del minutaggio, l'opener e titletrack gorgogliante esploratrice cosmica si distende per ben tredici minuti mostrando affinità elettive con il sound degli statunitensi Farflung e gli storici The 13th Floor Elevators, dopo di lei però la durata diviene costantemente più contenuta, efficacemente ridotta, si vedano la cover degli Hooterville Trolley's "No Silver Bird" nella quale gli umori sixties esplodono contaminati da una visione spaziale più "moderna", la via di mezzo fra i Doors e gli Hawkwind "Photosynthesis In Darkness", ovviamente "stoned", che si fa notare per la sua pesantezza e per l'ottima prestazione del basso a tutto "fuzz" e "Travelling Without Moving" (non è la cover dei Jamiroquai) che potrebbe (o dovrebbe) chiedere d'eseguire un test di paternità ai signori Pink Floyd, mi sa che il parto è avvenuto un po' prima del '70 e una capsula del tempo l'ha inserita magicamente in questo "Gravity Zero".
Non siamo neanche a metà tracklist e i Vibravoid hanno già immesso tante di quelle tossine atmosferico-galattiche da stordire una mandria di bufali inferociti, continuiamo quindi a prendere randellate cosmiche ed è il turno di "Eruption Of The Green Sun" che con il suo suono da "mettete fiori nei vostri cannoni" inebria e prosegue la via anni Sessanta sinora calcata.
Superata la brillante esecuzione della seconda cover, "Shotgun Wedding", strumentale di Eddie Cochran, musicista fonte d'ispirazione per il movimento rockabilly, vivacizzata dalle onde spaziali, è il turno dell'accoppiata che ci offre l'occasione d'imbatterci nelle due facce della proposta teutonica: il lato nerboruto e roccioso di "Get Out Of Here" e quello meditativo e fantastico di "The White Ship", dedica non di certo velata al maestro di Providence H.P. Lovecraft.
Se recensissi il vinile con "Brainplane" dovrei dire addio a "Gravity Zero", brano condito da dissolvenze improvvise e divagazioni astral-noise, per fortuna non conclude la storia, ci sono infatti ancora le due bonus track: "La Vie En Düsseldorf" che ci lascia galleggiare ancora un po' infilando all'interno del sound rock-space anche connotazioni disco seventies e "Radiation Zero", la seconda traccia per lunghezza con i suoi dieci minuti d'estensione, nella quale i Vibravoid sembrano divertirsi in una prestazione "totally free", il sapore della jam session libera da schemi, come del resto è la visione musicale svolazzante di questi artisti, ci conduce stavolta al finale del platter.
Ok, tutto il materiale non è nuovo, qualche pezzo è stato precedentemente pubblicato in 7" e compilation ormai sold-out quindi non reperibili e di sicuro farà piacere a chi ama questa formazione avere la possibilità di ascoltarli e inserirli nella propria collezione, per quanto invece concerne il resto del disco devo ancora rincarare la dose d'apprezzamento espressa? Amate davvero il mondo psichedelico e fantasioso del quale fanno parte i Vibravoid? Se la risposta fosse sì, "Gravity Zero" dovrebbe essere già vostro.

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