domenica 19 agosto 2012

VESPERIAN SORROW - Stormwind Of Ages


Informazioni
Gruppo: Vesperian Sorrow
Titolo: Stormwind Of Ages
Anno: 2012
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: The Path Less Traveled Records
Contatti: myspace.com/vesperian
Autore: Mourning

Tracklist
1. Sanguis Vitam Est
2. Stormwinds Of Ages
3. An Empire To Mourn
4. Casting Dawn Into A Shadow
5. Crown Of Glass
6. Legacies Befallen
7. Eye Of The Clock Tower
8. Oracle From The Ashes
9. Relics Of the Impure
10. Death She Cried
11. Of Opiates And Accolades

DURATA: 57:24

Il nome Vesperian Sorrow mi ha sempre fatto pensare a un progetto che sa d'incompiuto, la band è nata nella prima metà degli anni Novanta, ha sinora all'attivo tre album dal più che discreto valore e mancava dalle scene con un un parto full da ben sei anni. Era quindi probabile attendersi un ulteriore miglioramento rispetto al piacevole "Regenesis Creation", il tempo preso sarà stato quello adeguato per attuarlo?
Purtroppo uno dei mali che a mio parere affligge la composizione degli statunitensi è l'eterna girandola di cambi che ha coinvolto la line-up, che nel 2010 ha visto abbandonare anche il chitarrista JZD, ancora presente in questo "Stormwind Of Ages" rilasciato originariamente come autoprodotto e ora supportato dalla The Path Less Traveled Records garantendo al disco una distribuzione quantomeno degna.
La proposta del combo texano è tutt'altro che innovativa, è sempre stata anzi derivativa, impossibile non scorgere all'interno del sound e delle strutture richiami evidenti a formazioni che han fatto del symphonic il proprio regno, si amino o si odino è infatti innegabile che Cradle Of Filth e Dimmu Borgir siano macchine ormai rodate e ispirazione per molti. Oltre a queste due compagini però si palesano anche le presenze di act quali Catamenia e perché no i nostrani Opera IX. Abbiamo a che fare quindi con un album che si divide fra impatto, atmosfere gotiche e frangenti nei quali il mood diviene più evocativo ed etereo.
Tralasciando l'opener "Sanguim Vitam Est" che si pone come invito a intraprendere l'ascolto, la prima nota positiva viene regalata dal terzetto di brani "Stormwind Of Ages", "An Empire To Mourn" e "Casting Down Into A Shadow" i quali esaltano e dimostrano la preparazione tecnica del combo; nelle prime due appare in veste di chitarrista solista Carl August Tidemann (Winds e Arcturus) mentre la terza è arricchita dalla voce femminile di Erika Tandy (Autumn Tears, Hod ed ex Ignitor) che incrocerete di nuovo in "Eye Of The Clock Tower" e "Death She Cried".
È invece decisamente inspiegabile come la produzione sia l'aspetto che produce un effetto negativo sulla potenza dei pezzi: prendete "Crown Of Glass", la canzone è devastante per quanto riguarda l'assetto ritmico, l'operato di Kristoph dietro le pelli e di Justin M. al basso è tecnicamente di buonissimo livello e offre un dinamismo e una propulsione adeguati ai cambi ambientali, peccato però che venga in parte messa in scarsa luce proprio dal lavoro svolto dietro il mixer che penalizza soprattutto le linee di Justin.
Un terzetto costituisce la parte centrale della tracklist e vede susseguirsi "Legacies Befallen", nella quale Don Donni duetta con Jon Zig dei Sarcolytic, apparso precedentemente anche in "An Empire To Mourn; "Eye Of The Clock Tower" dalla spiccata essenza retrò, dove sembra di essere tornati indietro al biennio 1996-1997 (ricordate quali dischi uscirono al tempo in questo settore?); infine "Oracle From The Ashes" con la sue melodie suadenti ma intrise di quella sottile vena malefica che non guasta.
Qui si evidenziano i momenti più alti di un platter che a seguire non riuscirà a ripetersi dato che "Relics Of The Impure", imbastardita death e con a supporto la presenza vocale di Jason Mc Master (Dangerous Toys, Watchtower e Broken Teeth), così come "Death She Cried" (forse un po' troppo catchy e morbida rispetto alle altre) non convincono appieno.
In "Of Opiates And Accolades" si palesa invece protagonista più che mai il tastierista Subverseraph, il musicista ha dimostrato di saper accompagnare e rendere eleganti e atmosfericamente intriganti gli episodi con il proprio apporto, divenendo sicuramente una delle figure chiave della prova. "Stormwind Of Ages" chiude infine i battenti .
Difetti o meno, derivazione o meno, se penso alle ultime prove di Dani Filth e soci quanto a quelle di Shagrath e compagni di merende, il mio giudizio non può che pendere positivamente a favore di questi americani. "Stormwind Of Ages" non rivoluzionerà nulla né tantomeno aggiungerà qualcosa a un genere ormai stantio da anni, però si lascia ascoltare e se non fosse per un paio di errori banali e qualche minuto di troppo, il risultato sarebbe anche potuto essere migliore.
Consiglio pertanto agli appassionati di symphonic di dare una chance a questo parto dei Vesperian Sorrow, trovandolo a un prezzo discreto potrebbe anche divenire un papabile acquisto.

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