lunedì 5 luglio 2010

CIRCLE OF CHAOS - Black Oblivion


Informazioni
Gruppo. Circle Of Chaos
Anno: 2010
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: www.myspace.com/circleofchaosofficial
Autore: Mourning

Tracklist
1.Chaosmatic
2.Derailed
3.Predator
4.The Void
5.Tales
6.What May Come
7.Black Oblivion
8.Crowned In Filth
9.Still Waiting
10.Flag Of Our Fathers

DURATA: 39:31

I Circle Of Chaos sono una band svedese di recente formazione, prendono vita nel 2008 dopo che Steffan Lundstrom (batteria) e Hg Hogstrom (chitarra ritmica/solista) abbandonano il precedente progetto dal nome Abused.
Si uniscono a loro il cantante Antonio Da Silva ex dei Subcyde e presente anche nella line-up dei Barbus e il bassista Thomas Jonsson.
A registrazione del full quasi completata entra a far parte della line-up anche Allan Lundholm ex Convulsion avendo così a disposizione una seconda ascia per la fase ritmica.
Il primo album autoprodotto è intitolato "Black Oblivion", il sound del combo di Stoccolma è moderno, carico di groove, un death metal melodico ben suonato e composto che prende spunto da più realtà che credo ormai sia inutile ripetere perché vi veranno in mente da subito ascoltando.
La cosa bella del disco è che pur rientrando nel calderone del mdm per come ormai viene definito (e vi si trova davvero di tutto al proprio interno) ha degli episodi marcatamente heavy come "Predator", "Crowned In Filth", o "Flags Of Our Fathers" che perfettamente s'incastrano in una tracklist che vede "The Void" marcatamente Edge Of Sanity (ci deve essere un perché se mi rimanda mentalmente a "The Spectral Sorrows") tranne che per quel chorus ultracatchy comunque ben inserito nel contesto del brano e "Still Waiting" con una spiccata vena opethiana iniziale e conclusiva che sfocia nello svolgere in una canzone prestante e dinamicamente varia.
Il tutto scorre senza intoppi, leggero e alquanto gradevole, s'incontreranno altri episodi interessanti come la pimpante "What May Come" e lo strumentale che da nome al platter "Black Oblivion" una pausa distensiva e rilassante spezza ritmo.
La prova complessiva dei musicisti quanto quella vocale è più che discreta, ciò che ci viene proposto, pur rimanendo nel campo del nulla di nuovo, si lascia ascoltare trovando più volte la chiave per creare interesse.
Registrato agli A.R.T Studios e col mastering eseguito agli Unisound di Dan Swano (saranno le scelte fatte per il suono del rullante e in alcune occasioni e certe nei brani a ricondurmi quindi alle opere di uno dei maestri della scena death nazionale in questione), "Black Oblivion" si candida a essere un album consigliato agli sfegatati del made in Sweden, lasciando sempre una porta aperta a chi si volesse cimentare in un simile e metallico on air che male non fa.

Aristocrazia Webzine © 2008. Design by :Yanku Templates Sponsored by: Tutorial87 Commentcute