lunedì 12 luglio 2010

SARATAN - Antireligion


Informazioni
Gruppo: Saratan
Anno: 2010
Etichetta: My Kingdom Music
Contatti: http://saratan.metal.pl - www.myspace.com/saratanband
Autore: Mourning

Tracklist
1. Extinguishing The Hope
2. Antireligion Pt. 1
3. Dead Inside
4. My Demise
5. Reject Adonai
6. Pray For The Rest
7. Destroy Yourself
8. Crave Suicide
9. Antireligion Pt. 2

DURATA: 33:20

Avevamo lasciato i polacchi Saratan due anni fa con un debut, "Cult Of Vermin" dalle discrete potenzialità ma ancora immaturo, si ripropongono con "Antireligion", nel 2010 che n'è degno e più elaborato successore.
Le influenze oltre oceaniche sono state mantenute, se i Testament si fanno ancora vivi solamente in alcune linee vocali, il sound si è decisamente irrobustito puntando più verso Slayer, realtà europee come i Kreator e act della loro scena nazionale quali Alastor o Virgin Snatch.
E' un thrash che per quanto ancora soffra di quella forma derivativa è cresciuto sia come composizione che impatto, cosa che già dall'opener "Extinguishing The Hope" vien fuori chiaramente.
Adesso sfruttano brani più groove come "Dead Inside", inseriscono ritornelli catchy come avviene in "My Demise" di per sé pezzo pestato e tutto fuorché definibile commerciale, è proprio il chorus a dargli quella caratteristica di facile fruibilità in più.
Semplice quanto bello l'intro di basso che da vita a "Pray For The Rest" dove i Metallica ci mettono la zampino e i due capitoli che danno titolo al disco "Antireligion Pt. 1-2." diversi per intensità e modo di presentarsi.
Il primo è arrembante, blastato, violento, il secondo posto in conclusione dai tratti orientaleggianti, ha la voce della suadente Emilia Bardan ad adornarne l'andare inizialmente, punterà a seguire su una ridondante aggressività che lo condurrà alla fine interrotto solo da una breve fase puramente thrashy.
L'evoluzione sta, anche se lentamente, prendendo il largo, i brani scorrono meglio, la voce di Jarek è più intellegibile e definita, ha migliorato anche il modo di approcciare le canzoni e il suo basso per quanto non faccia nulla di particolare ben si presta come supporto alla batteria di Wiektor.
Dal canto suo il batterista offre una discreta prestazione dietro le pelli, alle volte potrebbe dare una svolta scegliendo soluzioni più varie ma la prestazione a impatto sembra aver dato i propri frutti.
Il riffing di Adam possiede una discreta costruzione e risulta più elaborato rispetto al recente passato, ha le caratteristiche thrash richieste per fare un salto in avanti e quando si cimenta come solista se la cava discretamente.
Capita però che venga messo in ombra dalla presenza di guest importanti come Vogg (Decapitated), Jacek Hiro (Decapitated nei live, Sceptic, Virgin Snatch) e Daniel Kesler (Redemptor) che in fase di solo fanno la parte dei leoni, non che non si apprezzino tali inserimenti ma perché non cimentarsi lui stesso?
La produzione curata agli Hertz studio sorregge bene la prestazione dei Saratan in toto, si è passati dalla scarna del primo "Cult Of Vermin" a una più curata, non perfetta ma che ha sicuramente dato una marcia in più al lavoro con l'unica pecca d'aver creato un suono forse troppo conosciuto.
Il trio polacco è comunque maturato, ha una strada precisa che sta perseguendo e il che è un bene, gli amanti della scena da cui provengono e delle formazioni citate all'inizio della recensione diano loro una possibilità, le coordinate sonore da cui prendono orientamento non dovrebbero crearvi delusione.

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