Informazioni
Gruppo: Pitchshifter
Anno: 1992
Etichetta: Earache
Contatti: www.myspace.com/pitchshifterband
Autore: Leonard Z
Tracklist
1. Gritter
2. Deconstruction
3. New Flesh P.S.I.
4. Bastardiser
5. Dry Riser Inlet
6. Tendrill
DURATA: 56:58
Questo EP fotografa un periodo particolare del Death Metal: siamo nel 1992, anno d'oro per il genere, da ricordare non solo per assoluti capolavori quali “Tomb Of The Mutilated”, “The IV Crusade” e simili, ma anche per un tentativo di contaminazione del genere con suoni industriali.
I Pitchshifter sono tra i gruppi che cercano di unire l'elettronica con l'estremismo del metal, insieme a band quali i Meathook Seed di “Embedded” e i Fear Factory di “Soul Of A New Machine”. Per quanto riguarda i nostri, il presente lavoro è, a mio avviso, il loro prodotto più riuscito (ancor più del debut “Industrial”). Quello che troviamo nel dischetto sono sei pezzi fortemente influenzati dai Godflesh in cui si uniscono growl, chitarre taglienti e ripetitive, batteria elettronica e una altissima dose di campionamenti che fanno di questo cd una vera perla del genere. Ritmi soffocanti, mai troppo veloci, guidano le canzoni che hanno un tono crudele e oppressivo. Il bellissimo video del pezzo “Deconstruction” è presente in alcune re-release del prodotto e mostra perfettamente la carica aggressiva e deumanizzante del pezzo e la violenza della performance live dei membri del gruppo, che dal vivo, di supporto ai Carcass nel tour di “Heartwork”, sconvolsero la platea nella loro data fiorentina! Un EP da avere anche per conoscere alcune ibridazioni del Death Metal, che però non hanno dato, alla lunga, i frutti sperati. Questo sarà infatti l'ultimo lavoro prettamente ancorato al Death Metal della band. I Pitchshifter si sposteranno poi su lidi dove l'elettronica la farà da padrona incontrastata, perdendo l'aspetto “estremo” presente in questo “Submit”. D'altra parte anche le altre band del periodo come i Meathook Seed (progetto parallelo di Harris dei Napalm Death) non hanno seguito la stessa scia stilistica, e anche i Fear Factory... be', ascoltate l'ultimo lavoro e poi ditemi se non sono diventati il patetico clone di se stessi.