lunedì 26 luglio 2010

SAEL - The Sixth Extinction


Informazioni
Gruppo: Sael
Anno: 2010
Etichetta: Pictonian Records
Contatti: www.myspace.com/moonlitmutilation
Autore: Mourning

Tracklist
1. Being Judas
2. Priest Of Nothingness
3. The Venom
4. Mantra Of The Fourth Age
5. Inner Wrath
6. I Searched For The End Of The Spiral
7. The Sixth Extinction

DURATA: 46:41

I Sael sono una formazione alquanto interessante, già dai nomi che compongono la line-up della formazione teutonico/transalpina riscontrerete la presenza di musicisti di valore appartenenti o ex di band di tutto rispetto quali: Order Arcanum, Secrets Of The Moon, Reverence, Quintessence e Asmodee per citarne solo alcune.
"The Sixth Extinction" è l'album di debutto del combo, arriva a distanza di sette anni dal demo "Moonlit Mutilation" e a tre dall'ep "Ocean", entrambe le prestazioni avevano lanciato segnali positivi confermati dal lavoro sostanzioso adesso in commercio.
Altro passo importante fu per l'ensemble la partecipazione a un tributo agli Ulver in cui diedero l'anima a "Hymne VI - Wolf & Passion" non facendo rimpiangere l'inarrivabile versione originale che Garm e soci composero nell'ormai lontano 1996 seppur rilasciata ufficialmente solo l'anno successivo.
E' dunque ora di parlare di questo "The Sixth Extinction", un disco poco istintivo, progressivo, dal tratto avanguardistico ma che si concede libertà esclusive per sfoggi di violenza controllata, il platter possiede al suo interno una varietà di soluzioni che forzano o diluiscono la presa alimentandosi con sferragliate sfoggianti l'irruenza del thrash e momenti espansi, seppur dai ritmi mai completamente azzerati, dal forte sentore atmosferico richiamanti alla lontana il doom.
Le chitarre infuriano gelide configurando melodie taglienti e costantemente in agitazione che vengono sorrette e sfamate dalla cattiveria delle basi perennemente operanti su dinamiche che cercano e pretendono variazione, purtroppo si nota dopo un paio d'ascolti che le tracce vantanti a pieno titolo queste caratteristiche sono unicamente le tre iniziali: "Being Jesus", "Priest Of Nothingness" e "The Venom" dove con la spregiudicatezza di chi ha tanto da dare i Sael mettono in terra tutte le carte a loro disposizione.
La preparazione tecnica della band non è in discussione, così come l'esecuzione dei brani, ci s'immerge e andando avanti si avrà un calo dal punto di vista del feeling espresso dalle canzoni, "Mantra Of The Fourth Age" detiene ancora quel taglio scuro e freddo degno dei precedenti episodi non riuscendo però a conquistare con le melodie, cosa che si ripercuoterà anche nelle successive "Inner Wrath" o "I Searched For The End Of The Spiral" dove gli istanti che facciano riemergere il valore qualitativo della triade posta in capo non mancano ma non ne garantiscono la continuità.
I quarantesei minuti trascorrono ed è il turno della titletrack, conclusione dell'album, di venire incontro alle nostre orecchie, la traccia apre leggermente la morsa che ci stringeva con le sue sfuriate e si attesta su tempi maggiormente lenti e improntanti a infondere un marchio profondo.
La voce di Serge si esalta ancor più maligna e graffiante, le cadenza doomica ne acuisce la violenza portando a termine il platter con una dirompente onda d'urto inaspettata che dilaga mietendo vittime e scemando col passare dei secondi.
I Sael hanno messo su un lavoro che dal punto di vista prettamente formale ha davvero poco o nulla di cui farsi rimproverare, il sound e la strumentazione in genere non hanno problemi nell'esecuzione e nella riproduzione delle canzoni, anzi come per i compagni di label Annthennath (anche se in maniera meno vistosa) il basso non solo è presente e non svolge il mero ruolo di accompagnatore ma si diletta a far sentire la propria vitalità.
Mancano in parte o meglio dire "traballano" quell'aria che "trasporti" e le melodie "chiave" che sappiano ficcarsi in testa affascinando l'ascoltatore, in una proposta del loro tipo diventano caratteri di fondamentale importanza.
Alti e bassi in "The Sixth Extinction", un album che gli amanti della progressione in ambito black farebbero comunque bene ad ascoltare dato che di spunti interessanti ne contiene, Iconoclast & co. sono sicuramente da seguire, appuntatevi questo nome.

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