Informazioni
Gruppo: Finntroll
Titolo: Blodsvept
Anno: 2013
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Century Media
Contatti: finntroll.net
Autore: Istrice
Tracklist
1. Blodsvept
2. Ett Folk Förbannat
3. När Jättar Marschera
4. Mordminnen
5. Rösets Kung
6. Skövlarens Död
7. Skogsdotter
8. Häxbrygd
9. Två Ormar
10. Fanskapsfylld
11. Midvinterdraken
DURATA: 43:00
La verità è che Trollhorn non saprebbe comporre roba brutta nemmeno sotto minaccia, nemmeno se ci si applicasse con tutte le sue forze. Cambiano i Finntroll, cambiano le stagioni musicali, cambiano gli ascoltatori, ma la sostanza resta quella. A tre anni di distanza dall'ottimo "Nifelvind" (e due dal clamoroso "Varjoina Kuljemme Kuolleiden Maassa" dei suoi Moonsorrow), il leader dell'allegra combriccola di troll finnici fa ancora centro. E lo fa nonostante il mio cuore e il mio orecchio a un primo ascolto fossero rimasti poco impressionati, lo fa nonostante dell'aggressività e della cattiveria della creatura primigenia sia rimasto poco.
Sono passati quindici anni dalla venuta del "Rivfader", che con irruenza senza precedenti scendeva a mietere vittime fra gli agnelli cristiani, e di quei Finntroll è rimasta solo una cosa, la voglia di divertirsi e di divertire, di certo non c'è più quella carica primitiva che li contraddistingueva alle origini. Ed in fondo credo sia quello che al mio orecchio manca, e che fino ad ora era stata una costante, la hit veloce, quella violenta, quella lanciata a duecento kilometri orari, che nell'ultimo disco portava il titolo di "Solsagan".
"Blodsvept" si segnala invece per un passo diverso, più cadenzato, ciondolante, probabilmente uno dei passi più puramente hummpa che abbiano mai avuto, ulteriore evoluzione all'interno della loro ormai lunga carriera. Se questa volta manca il cambio di ritmo, l'assalto frontale, Trollhorn e soci rispondono con un set di canzoni molto più variegate del solito, dal respiro più ampio e articolato, dal sound complessivo sicuramente più orecchiabile e accattivante, senza mai cadere in soluzioni pacchiane.
È sempre ricchissima la lista di strumenti utilizzati, capitanata da un banjo sgangherato che tinge di western in "Skogsdotter", forse il pezzo migliore del lotto insieme alla successiva "Häxbrygd", brano horror, il cui organo sembra uscito direttamente da una pellicola di Dario Argento. Gli amanti del genere non potranno poi evitare di ballare sulle note finali di "Ett Folk Förbannat", apprezzeranno gli inserti melodici in stile "Midnattens Widunder", una costante in tutta l'opera, e più in generale le chicche sparse non sempre percepibili a un primo ascolto, nonostante la solita scintillante produzione.
Dopo anni di militanza sui palchi di tutto il mondo, tanta gavetta e tanto sudore, "Blodsvept" può essere percepito come il tentativo di proporre qualcosa di leggermente più orecchiabile per allargare il già nutrito gruppo di fedelissimi. Operazione complessa, ma a mio parere ben riuscita, merito, non stancherò mai di ripetermi, del talento infinito di Henri "Trollhorn" Sorvali, capace questa volta di addolcire il sound della sua creatura, senza però mutarne il paradigma fondamentale.
Un troll ubriaco dall'andatura incerta e dinoccolata, e comunque sempre pronto a colpire, non solo a festeggiare. Perché ancora una volta i Finntroll riescono nell'ardua impresa di piazzare sufficientemente in alto l'asticella, il giusto per rendersi nuovamente irraggiungibili dalla schiera di cloni generatasi negli ultimi dieci anni e a fornire, nel proprio orizzonte musicale, l'ennesima solidissima prova di supremazia.