Informazioni
Gruppo: Ur
Titolo: Ur
Anno: 2013
Provenienza: Germania
Etichetta: Autoprodotto
Contatti: facebook.com/ur.doom.band
Autore: Mourning
Tracklist
1. Aurochs
2. Condor
3. Megaloceros
DURATA: 41:08
Gli Ur sono una nuova realtà appartenente all'ambito sludge-doom atmosferico proveniente dalla Germania che nasce dalla passione di altre due realtà già passate su Aristocrazia: parlo dei Chakrun e dei Seas Of Stone, recensite dal sottoscritto al tempo dello split condiviso. Il nome della band deriva da un gigantesco tipo di bestiame ormai estinto (dalla copertina non avrei escluso Uri, la divinità longobarda della neve e della caccia) e che a quanto pare, data la mole e il carattere tutt'altro che docile, sembra sposarsi bene col suono di questi musicisti.
Le movenze scelte per i tre capitoli del loro omonimo debutto sono lente, maceranti, psichedeliche e lugubri. La sensazione è pari a quella di chi raschia costantemente il fondo, circondato da un nero avvolgente e vigoroso che assume una connotazione più decisa e minacciosa nell'attimo in cui fa il suo ingresso il growl profondo, come nella prima traccia "Aurochs". Nella successiva "Condor" invece l'inquietante forma di epicità presente si tramuterà in agonia e disperazione dovute alla pesantezza pachidermica aggiuntiva, innestata dalla cattiveria e dalla dissestante flemma di stampo doom-death. Questa discesa perpetua è interrotta da un'improvvisa e dilaniante quiete post-metal, nella quale la strumentazione mantiene un profilo basso e crea un'atmosfera malinconica, nell'attesa del ritorno di quel sentore epico precedentemente evidenziatosi. A chiudere il trittico giunge "Megaloceros", canzone strumentale che — mantenendo la presa emotiva scura e alimentando l'incubo sinora raffigurato dalle sue sorelle — pone la parola fine al disco, lasciando un retrogusto di malsano che rimarrà in circolo per molto tempo dopo lo scoccare dell'ultima nota.
La produzione è più che buona, la strumentazione è distinguibile in toto e il basso, soprattutto, viene più volte messo in evidenza, dando alle corde pulsanti l'importanza che meritano.
"Ur" è tragicamente affascinante, un interessante segnale inviatoci da una formazione che potrebbe far breccia nel cuore degli appassionati fruitori di questo mondo particolare e a suo modo strettamente elitario. A essi consiglio caldamente non solo l'ascolto, ma l'acquisto dell'album, mentre agli Ur auguro vivamente di non rimanere autoprodotti ancora per molto, speriamo che un'etichetta attenta dia loro fiducia. In bocca al lupo ragazzi!utatela.