Informazioni
Gruppo: Godwatt
Titolo: Senza Redenzione
Anno: 2013
Provenienza: Italia
Etichetta: Auoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Godwatt/136926363033903 - godwatt[at]hotmail.com
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Cicatrici
2. Venus
3. Senza Redenzione
4. Scheletro
5. Il Male
6. Sulphurea
7. Tra I Tuoi Dei
8. Oltre Il Buio
9. Verme
10. Spectro
DURATA: 46:43
Sono sempre molto felice di poter parlare positivamente di un gruppo nostrano e sono ancora più felice quando il suddetto gruppo è inserito all'interno di certi stili musicali che mi fanno sempre sbavare copiosamente, primo tra tutti lo Stoner. Passo a presentarvi dunque il nuovo album dei Godwatt, trio laziale precedentemente conosciuto con il nome Godwatt Redemption sotto cui erano già stati rilasciati altri due dischi negli anni scorsi, "The Hard Ride Of Mr. Slumber" e "The Rough Sessions".
Il cambio (o meglio, la mutilazione) del nome ha segnato una svolta molto importante nella carriera dei ragazzi che nel nuovo parto intitolato, appunto, "Senza Redenzione" hanno deciso di esprimersi esclusivamente in lingua italica. "Cicatrici", "Scheletro" e "Oltre il Buio" sono pezzi ottimi per esemplificare la proposta: abbiamo nelle orecchie uno Stoner Rock dalle vivide sfumature metalliche che pesca a piene mani dai soliti riferimenti obbligati quali Kyuss e Fu Manchu, ma anche da compagini più "dure" come Earthride e Orange Goblin. Come accennavo prima, la scelta di avvalersi unicamente della lingua madre è stata assolutamente decisiva, in quanto impreziosisce l'intero apparato con tocchi di spiccata identità personale in cui i nostri si muovono in maniera evidentemente molto agevole.
Episodi come "Venus", "Tra I Tuoi Dei" e "Verme" evocano tutto il carico dell'aria afosa di Palm Desert che viene scurito e appesantito da un considerevole dosaggio di pesanti molecole "doomiche"; queste ultime legandosi a un elevatissimo voltaggio elettrico danno vita a una soluzione decisamente instabile ed esplosiva, un adrenalinico concentrato di sfacciataggine e prepotenza che, inutile dirlo, offre parecchi attimi di godimento agli amanti di tale genere. Sicuramente notevole è la strabiliante capacità che i Godwatt dimostrano in tracce come "Il Male" e la magnifica "Sulphurea": l'interazione tra la languida acidità di certe melodie e l'atmosfera densa ricreata viene manipolata in maniera sfrontata e assolutamente capace, in modo da modellare una proposta che coniuga alla perfezione parti annerite da un'evidente disillusione di fondo e l'energia strabordante insita nel genoma Stoner.
Prova davvero magistrale per i Godwatt che, infilandolo ripetutamente in mezzo alle natiche di quei "critici" che giudicano malignamente siffatto panorama musicale come statico e sempre uguale a se stesso, offrono una strepitosa dimostrazione su come sia possibile coniare una stile decisamente personale che allo stesso tempo suoni fottutamente classico, come è giusto che sia. Fatevi un favore: ascoltate e portatevi a casa "Senza Redenzione", perché vi assicuro che lo scuro e riarso vento del deserto non soffia solo dalla California!
Gruppo: Godwatt
Titolo: Senza Redenzione
Anno: 2013
Provenienza: Italia
Etichetta: Auoprodotto
Contatti: facebook.com/pages/Godwatt/136926363033903 - godwatt[at]hotmail.com
Autore: Dope Fiend
Tracklist
1. Cicatrici
2. Venus
3. Senza Redenzione
4. Scheletro
5. Il Male
6. Sulphurea
7. Tra I Tuoi Dei
8. Oltre Il Buio
9. Verme
10. Spectro
DURATA: 46:43
Sono sempre molto felice di poter parlare positivamente di un gruppo nostrano e sono ancora più felice quando il suddetto gruppo è inserito all'interno di certi stili musicali che mi fanno sempre sbavare copiosamente, primo tra tutti lo Stoner. Passo a presentarvi dunque il nuovo album dei Godwatt, trio laziale precedentemente conosciuto con il nome Godwatt Redemption sotto cui erano già stati rilasciati altri due dischi negli anni scorsi, "The Hard Ride Of Mr. Slumber" e "The Rough Sessions".
Il cambio (o meglio, la mutilazione) del nome ha segnato una svolta molto importante nella carriera dei ragazzi che nel nuovo parto intitolato, appunto, "Senza Redenzione" hanno deciso di esprimersi esclusivamente in lingua italica. "Cicatrici", "Scheletro" e "Oltre il Buio" sono pezzi ottimi per esemplificare la proposta: abbiamo nelle orecchie uno Stoner Rock dalle vivide sfumature metalliche che pesca a piene mani dai soliti riferimenti obbligati quali Kyuss e Fu Manchu, ma anche da compagini più "dure" come Earthride e Orange Goblin. Come accennavo prima, la scelta di avvalersi unicamente della lingua madre è stata assolutamente decisiva, in quanto impreziosisce l'intero apparato con tocchi di spiccata identità personale in cui i nostri si muovono in maniera evidentemente molto agevole.
Episodi come "Venus", "Tra I Tuoi Dei" e "Verme" evocano tutto il carico dell'aria afosa di Palm Desert che viene scurito e appesantito da un considerevole dosaggio di pesanti molecole "doomiche"; queste ultime legandosi a un elevatissimo voltaggio elettrico danno vita a una soluzione decisamente instabile ed esplosiva, un adrenalinico concentrato di sfacciataggine e prepotenza che, inutile dirlo, offre parecchi attimi di godimento agli amanti di tale genere. Sicuramente notevole è la strabiliante capacità che i Godwatt dimostrano in tracce come "Il Male" e la magnifica "Sulphurea": l'interazione tra la languida acidità di certe melodie e l'atmosfera densa ricreata viene manipolata in maniera sfrontata e assolutamente capace, in modo da modellare una proposta che coniuga alla perfezione parti annerite da un'evidente disillusione di fondo e l'energia strabordante insita nel genoma Stoner.
Prova davvero magistrale per i Godwatt che, infilandolo ripetutamente in mezzo alle natiche di quei "critici" che giudicano malignamente siffatto panorama musicale come statico e sempre uguale a se stesso, offrono una strepitosa dimostrazione su come sia possibile coniare una stile decisamente personale che allo stesso tempo suoni fottutamente classico, come è giusto che sia. Fatevi un favore: ascoltate e portatevi a casa "Senza Redenzione", perché vi assicuro che lo scuro e riarso vento del deserto non soffia solo dalla California!